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Venerdì, 19 Aprile 2024
Il ricordo / Genova

"Mio padre senza coronavirus avrebbe vissuto altri 20 anni. E c'è chi pensa al Natale e allo sci"

"Aveva 71 anni e, pur non potendolo definire "in forma", non aveva nulla se non un lieve diabete". Gian Luca Rocco ricorda così il suo papà, una delle 993 vittime di ieri

È morto ieri per coronavirus Gian Luigi Rocco, noto psichiatra forense genovese. Aveva 71 anni ed era ricoverato da un mese all'ospedale Galliera di Genova. Il figlio Gian Luca, giornalista di Tgcom 24, ne dà un composto e toccante ricordo su Facebook e sul quotidiano del gruppo Mediaset, invitando alla massima attenzione contro l'epidemia. Come psichiatra forense, ricorda tra l'altro il figlio, "era forse uno dei più bravi in Italia. Non ha mai voluto le luci della ribalta. A parte 'Un giorno in Procura', dove non aveva scelta, non è mai finito in tv, nonostante i corteggiamenti serrati di diverse primedonne dei talk show. Diceva che se vai in tv, non segui i pazienti. O fai la soubrette o fai il medico, il clinico".

"Mio padre senza coronavirus avrebbe vissuto altri 20 anni": il ricordo del figlio di Gian Luigi Rocco

Gian Luca Rocco scrive: "Oggi sono morte per il Covid-19 993 persone, mai così tante in un giorno. Gian Luigi Rocco era mio padre e, in modo poco originale, è stato uno di quei morti. Aveva 71 anni e, pur non potendolo definire "in forma", non aveva nulla se non un lieve diabete. Fino al mese scorso, era stato in ospedale solo due volte (al Pronto soccorso per la precisione). La prima perché si era rotto il braccio giocando a calcio e la seconda per dei calcoli alla cistifellea, poi spariti con dieta e tanta plin plin".

L'uomo era risultato positivo al tampone il 3 novembre scorso, poi era stato ricoverato in ospedale. Fino a ieri, quando è morto "da solo in un reparto di terapia intensiva dell'Ospedale Galliera di Genova dopo oltre due settimane di rianimazione e altrettante di degenza (sempre da solo) sotto un caschetto cpap che faceva lo stesso rumore, quando cercavamo di parlare, di un sottomarino russo atomico, con tanto di bip". 

"Mio padre sarebbe ancora vivo e probabilmente, nonostante una forma scadente e un girovita abbondante, lo sarebbe stato per i prossimi 20 anni se non ci fosse stato e se non si fosse preso il Covid - sottolinea il figlio -. Perché mio padre diceva che stava attento, ma riceveva i pazienti. Che metteva la mascherina, ma andava in Tribunale. Che insomma, non poteva stare in casa, aveva cose da fare, persone da vedere".

"Mio padre non c'è più, ma là fuori ci sono ancora persone che si lamentano perché Natale lo faranno da soli. Perché non possono andare al ristorante, perché non possono inforcare gli sci, perché è tutta una truffa, una dittatura sanitaria orchestrata, tra l'altro, non si sa bene da chi. Bene, pensate che nel 2021 tornerete a fare tutte queste cose con i vostri cari. Mio padre non potrà più. Noi non potremo più".

Come riporta l'Ansa sono molti i casi, anche celebri, in cui Gian Luigi Rocco era intervenuto in tribunale per una perizia. Uno degli ultimi riportati alle cronache è stato quello dell'omicidio nel savonese della 21enne Janira D'Amato per cui è stato condannato all'ergastolo il fidanzato. Ma, più indietro negli anni, anche nel caso del "maniaco dell'ascensore" a Genova tra il 2005 e il 2006.

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