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Sabato, 20 Aprile 2024
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"Gli ospedali sono vuoti, ecco le prove": se Facebook cancella i negazionisti del coronavirus

Grazie agli attivisti di #iosonoqui il social network ha bannato la pagina "Ospedali emergenza fake". Ma quello contro i propolatori di bufale è un lavoro a tempo pieno

Sono tanti, sono replicanti, sono tutti identici e non li puoi distinguere. Non parliamo degli yuppie contro cui si scagliava Frankie Hi Nrg in "Quelli che ben pensano", ma dei gruppi facebook animati dai negazionisti del Covid. Ad agosto il social network aveva deciso di darci un taglio eliminando 7 milioni di post che condividevano informazioni false sul Sars-Cov-2 e segnalandone altri 98 milioni che tuttavia non erano ritenuti abbastanza “fuorvianti” per essere cancellati. Sempre ad agosto un report di Avaaz, associazione no profit americana , informava che proprio su facebook le bufale sulla salute avevano toccato nell’ultimo anno la cifra record di 3,8 miliardi di visualizzazioni. E con la seconda ondata la piattaforma è stata utilizzata di nuovo da negzionisti come trampolino per rilanciare teorie “alternative” sul virus e l’emergenza sanitaria. Un problema che ovviamente non riguarda solo facebook e neppure solo i social network. È tuttavia indubitabile che visti i numeri del colosso americano dei social, sulla piattaforma di Zuckerberg il problema sia particolarmente sentito. E ammesso che ci siano, non sempre le buone intenzioni riescono a risolvere il problema.

Gli attivisti anti bufale di #iosonoqui

Per fortuna a dare una mano all’algoritmo ci sono anche gruppi composti da persone in carne e ossa: è il caso ad esempio di #iosonoqui, che Business Insider descrive come la "costola italiana di un network internazionale di attivisti della rete che si battono contro le fake news, l’hate speech, le violenze verbali, e che, dall’originaria Svezia, si è diffuso in 13 Paesi”. L’ultima vittoria del gruppo ha portato alla chiusura della pagina Facebook "Ospedali emergenza Fake" che contava ben 6mila followers e diffondeva bufale conclamate come quella sugli ospedali vuoti.

ospedali vuoti-2

I gruppi facebok che alimentano il virus della disinformazione

È solo una vittoria tra le tante. Ma quello di “ripulire” i social dalle fake news è un lavoro a tempo pieno. Basta infatti una rapida ricerca per scoprire che sul social c'è un'altra pagina con lo stesso nome (ora ha 385 'seguaci'), e che esistono altri gruppi (ad esempio "Ospedali medici ed infermieri emmergenza fake") che continuano ad alimentare  il virus della disinformazione. A volte i followers sono poche decine, altre volte – è il caso ad esempio di molti video che hanno per protagonisti medici negazionisti – le visualizzazioni possono essere  centinaia di migliaia. Per questo gruppi come #iosonoqui oggi sono così importanti. Tra il 31 gennaio e il 17 novembre 2019 il gruppo ha portato avanti ben 190 azioni mettendo nel mirino hate speech, discriminazioni e disinformazione. Va da sé che con la pandemia il lavoro è sempre maggiore.

"In questo triste periodo – spiega un’attivista a Business Insider - c’è bisogno di far massa critica contro tutte queste persone e gruppi organizzati che spargono fesserie sul Covid, mettendo a repentaglio la vita delle persone più fragili. Il nostro è davvero un attivismo ‘comodo’ basta avere 5-10 minuti, aprire il gruppo, vedere se è partita qualche azione e semplicemente aggregarsi, o commentando (secondo un determinato canone di counter-speech) o segnalando". Sarà pure un attivismo comodo, ma in questo momento quello contro le bufale e l'odio in rete sembra anche un presidio necessario. 

Cosa c'è dietro le foto e i video sugli ospedali vuoti che girano sui social

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