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Venerdì, 29 Marzo 2024
I più vulnerabili

Devastanti gli effetti della pandemia su bambini e adolescenti

Tra i giovanissimi boom di accessi nei pronto soccorso per tentati suicidi, depressione e disturbi del comportamento alimentare

A pagare il tributo più alto della pandemia sono come sempre i più vulnerabili, a cominciare dai bambini e dagli adolescenti. La conferma arriva dal Cesvi, organizzazione umanitaria italiana fondata a Bergamo nel 1985, che ha pubblicato oggi la quinta edizione dell’Indice regionale sul maltrattamento all’infanzia in Italia. Allarmante lo stato di salute, fisica e mentale, di giovani e giovanissimi.

Gli effetti della pandemia sui minori

Dall’inizio della pandemia si è registrato tra i giovanissimi un boom di accessi nei pronto soccorso per tentati suicidi, depressione e disturbi del comportamento alimentare, a conferma del malessere diffuso che ha investito in questi ultimi due anni i minori. Solo nel primo anno di pandemia, la Società italiana di pediatria ha riscontrato un incremento degli ingressi di oltre l’80%. Ideazione suicidaria, depressione e disturbi del comportamento alimentare (anoressia e bulimia) le cause principali. Nel secondo anno di pandemia, invece, l’indice di salute mentale certificato dall’Istat è calato decisamente nella fascia 14-19 anni mentre è raddoppiato il numero degli adolescenti che si dichiarano insoddisfatti.

In crescita anche i reati contro i minori. Secondo i dati della polizia criminale, i maltrattamenti contro familiari e conviventi minori hanno registrato un più 11% nel 2020. Nel primo anno di lockdown sono cresciuti in modo esponenziale anche i reati di pedopornografia e adescamento online (+77%). L’Italia anche in questo caso è spaccata in due: è allarme nel Mezzogiorno mentre l’Emilia-Romagna ha riconquistato il primato di regioni più virtuosa nel fronteggiare il maltrattamento all’infanzia.

Maltrattamento all’infanzia, Bonetti: c’è bisogno di un intervento strutturale

“La pandemia ha aumentato in modo drammatico tutti i fattori di rischio che sono alla base del maltrattamento all’infanzia, agendo in molti casi da detonatore in situazioni di disagio pregresso: povertà e disoccupazione, deterioramento della salute mentale, isolamento e contrazione delle relazioni sociali”, ha spiegato Gloria Zavatta, presidente della Fondazione Cesvi. Il maltrattamento all’infanzia rimane un problema particolarmente grave e pervasivo in seno alla società che produce conseguenze drammatiche sulla salute dei maltrattati nel breve e nel lungo termine, sul loro equilibrio psico-fisico e, più in generale, su tutta la comunità. Gli ex bambini maltrattati diventano adulti che vivono con un pesante fardello di dolore che spesso scaricano sui propri figli, generando un circuito vizioso di trasmissione intergenerazionale, che solo un intervento esterno può interrompere. Secondo la ministra per la Famiglia e le pari opportunità Elena Bonetti “c’è bisogno di un intervento strutturale affinché i servizi sul territorio siano uniformi a livello nazionale. Allo stesso modo è importante promuovere la conoscenza e il monitoraggio del fenomeno attraverso la raccolta sistematica dei dati”.

Doppio cognome e parità di genere, a che punto siamo? Risponde la ministra Bonetti

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