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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Covid, i familiari delle vittime a Mattarella: "Ci aiuti a rompere il silenzio"

Seimila morti e due anni di oblio. L'associazione di Bergamo: “Finora non è stato fatto nulla”

Sei mila morti di covid in pochi giorni e due anni di silenzi: i familiari delle vittime della provincia di Bergamo chiedono un nuovo intervento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, affinché la politica e la magistratura chiariscano le responsabilità sulla strage della prima ondata. La paura è che, con il prossimo governo e le nuove emergenze, la mancata risposta all'ingresso della pandemia in Italia finisca nell'oblio.

“Lei, Signor Presidente, si era impegnato di persona, nel suo intervento a Bergamo il 28 giugno 2020”, scrive in una lettera al Quirinale l'avvocata Consuelo Locati, legale dell'associazione dei familiari “#Sereni e sempre uniti”, che riprende le parole pronunciate dal capo dello Stato in quella giornata carica di rabbia e commozione. “Oggi ci ritroviamo per ricordare – aveva detto il presidente Mattarella - per fare memoria dei tanti che non ci sono più... Ricordare significa assumere la consapevolezza di quello che è accaduto... Ricordare significa riflettere seriamente, con rigorosa precisione, su ciò che non ha funzionato, sulle carenze del sistema, sugli errori da evitare di ripetere”.

La beffa della commissione

“Poco o nulla è stato fatto sinora – continuano i familiari delle vittime -. Moltissimi Paesi previdenti hanno da tempo presentato al pubblico le risultanze degli ammaestramenti acquisiti nel corso della pandemia di covid19. Gran Bretagna, Germania, Paesi nordici, Svizzera, Francia, Thailandia, Vietnam, Corea del Sud, Australia, giusto per citarne alcuni. Noi, al solito, non riusciamo a essere nemmeno il fanalino di coda. Anche la proposta di una commissione di inchiesta è stata discussa dalle commissioni riunite Affari esteri e Affari sociali, ma senza alcun risultato. Infine la quasi totalità delle denunce presentate dai familiari di vittime negli ospedali e Rsa è stata archiviata. Noi, familiari delle vittime che osserviamo dall'esterno, abbiamo l'impressione che su questi gravi fatti si voglia far cadere l'oblio, un colpevole silenzio”.

La proposta di istituire una commissione parlamentare d'inchiesta si è trasformata nel 2021 in quella che i familiari definiscono una beffa. Una maggioranza estemporanea tra Pd, Lega e 5Stelle aveva limitato l'orizzonte di indagine soltanto ai fatti avvenuti in Cina e a un periodo di tempo che non andava oltre fine gennaio 2020: evitando così di estendere l'inchiesta alle decisioni prese e non prese dall'allora premier Giuseppe Conte, dai ministri Roberto Speranza e Luigi Di Maio, dal governatore lombardo Attilio Fontana e dai suoi assessori.

“Noi non abbiamo ancora iniziato il processo di analisi degli errori che altri hanno già concluso da tempo – scrivono i familiari nella lettera a Sergio Mattarella -. Siamo ancora in attesa delle decisioni della procura di Bergamo che avrebbe dovuto chiudere le indagini entro il mese di aprile di quest'anno. Attendiamo, Signor Presidente, che lei intervenga in pubblico su questo tema”.

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