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Venerdì, 19 Aprile 2024
Natale 2022 / Città del Vaticano

Papa Francesco rischia di rimanere senza albero di Natale

Il taglio dell’abete bianco promesso al Vaticano due anni fa dall’Abruzzo è stato sospeso in attesa delle autorizzazioni da parte della regione Molise

Quest’anno papa Francesco rischia di ritrovarsi senza albero di Natale. Il taglio dell’abete bianco promesso al Vaticano due anni fa dall’Abruzzo è stato sospeso in attesa delle autorizzazioni da parte della regione Molise. Cosa c’entra il Molise se l’albero di Natale viene donato dall’Abruzzo? Proviamo a fare un po’ di chiarezza.

Due anni fa l’Abruzzo aveva promesso di donare a papa Francesco per il Natale 2022 l’albero che ogni anno viene messo a piazza San Pietro in occasione delle festività natalizie. Al momento del taglio dell’albero, però, qualcosa è andato storto. L’abbattimento dell’abete bianco, situato nell'abetaia di Monte Castel Barone, tra Agnone (Isernia) e Rosello (Chieti), è stato bloccato in attesa delle autorizzazioni da parte della regione Molise, poiché l'abete appartiene al Molise ed è una specie sottoposta a stretti vincoli di tipo ambientale.

A scoprire l’esatta localizzazione dell’abete è stato Dario Rapino, avvocato ambientalista che per primo si è mobilitato a difesa dell’albero destinato al Vaticano. Aveva anche scritto una lettera a papa Francesco per sensibilizzarlo sulla questione, chiedendogli di "intervenire perché non consentisse che un albero secolare venisse sottratto al territorio per tutte le funzione che svolge nell'ecosistema". Ad oggi, però, non ha ricevuto ancora nessuna risposta.

Sulla vicenda è intervenuto il vicepresidente della Giunta regionale dell'Abruzzo con delega ai Parchi e riserve, Emanuele Imprudente, dichiarando che "nessun albero sarà prelevato per tale scopo da ambienti naturali. Grazie all'opera del Servizio foreste e parchi regionale, che ringrazio per la tempestività di azione, l'esemplare di abete (età 62 anni e 26 metri di altezza), unitamente a 40 piante in vaso, che saranno anch'esse donate alla Città del Vaticano, provengono tutte da attività di coltivazione. Il prelievo dell'esemplare - ha poi specificato Imprudente - si è ritenuto necessario a causa delle raggiunte dimensioni e della vicinanza a fabbricati e viabilità che ne rendevano non più compatibile la presenza per motivi di pubblica e privata incolumità".

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