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Martedì, 19 Marzo 2024
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La svolta dei no green pass

Da Cacciari a Ugo Mattei: gli intellettuali schierati contro la carta verde si riuniscono a Torino. Per fare cosa? "Un centro di contro informazione" dice l'ex sindaco di Venezia. L'obiettivo (per ora) è creare una commissione permanente che tuteli "le libertà e i diritti umani"

Una nuova casa per i "no green pass". Non un partito, non ancora, ma una commissione permanente per raccontare quello che i media e la medicina ufficiale non dicono (almeno secondo loro). L'occasione per dare una struttura e un'identità più solida al movimento no pass sarà l'incontro organizzato l'8 dicembre a Torino da "Generazioni future", "società cooperativa di mutuo soccorso" nata sotto le insegne del "benecomunismo" (ovvero la tutela dei beni comuni) e il cui presidente, il giurista Ugo Mattei, è diventato negli ultimi mesi di pandemia uno dei volti noti della protesta contro il certificato sanitario.

Ci saranno, tra gli altri, il filosofo ed ex sindaco di Venezia Massimo Cacciari, nonché l'ex direttore di Rai2 Carlo Freccero, anche lui fervente contestatore del green pass. Intellettuali che gravitano nel campo della sinistra, ma che sulla gestione dell'epidemia e sui vaccini non la pensano come i politici d'area progressista. 

Insieme a loro dovrebbe essere della partita anche Giorgio Agamben, il filosofo e accademico che proprio con Cacciari aveva firmato un testo-manifesto per denunciare in estate "la discriminazione di una categoria di persone" diventate con la carta verde "automaticamente cittadini di serie B".

L'obiettivo della "Commissione dubbio e precauzione", si legge, è "tutelare la libertà e i diritti umani nell'ambito delle leggi internazionali", ma si parlerà (ovviamente) anche di vaccini e del rapporto tra scienza e diritto che in tempi di pandemia è quanto mai problematico. Un think tank per dare legittimità e solidità alle argomentazioni dei no green pass. E chiamare a raccolta quella parte di opinione pubblica che, a sinistra più che a destra, non si sente più rappresentata dai partiti tradizionali, M5S compreso.

La parola chiave è "dubbio": termine che secondo gli intellettuali no pass è scomparso dai radar della politica e dei media. "Faremo un centro di contro informazione, perché l'informazione è univoca in questo Paese" aveva spiegato Cacciari a "Otto e mezzo" anticipando gli obiettivi del (nuovo) movimento. "In prima fila non ci sarò certo io, ma illustri scienziati di scienze giuridiche, di medicina e di virologia" che "raccoglieranno tutti i dati" mettendo "in ordine gli elementi in modo diverso da quella che è la vulgata" comune. Esperti che a quanto pare spiegheranno "i problemi che riguardano la vaccinazione dei bambini" e affronteranno il tema dei "casi avversi di cui nessuno parla", ma "che ci sono" assicura il filosofo. E ancora: "Raccoglieremo informazioni perché noi non abbiamo nessuna verità".

No green pass contro il "pensiero unico"

Al bando dunque il "pensiero unico". E spazio alla contro informazione. Un assaggio lo abbiamo avuto già con il convegno "Politiche pandemiche" organizzato sempre da "Generazioni future" lo scorso 10 novembre: uno degli ospiti, Mariano Bizzarri, oncologo e docente all'Università la Sapienza di Roma, aveva sostenuto tra le altre cose che "circa l'80-90% dei nuovi positivi non hanno il virus, sono dei falsi positivi" e che i test Pcr "non distinguono tra l'influenza e la SARS-CoV-2". 

La scienza non è democratica? I capofila del nuovo corso no pass guidano la riscossa degli eretici. I riferimenti della galassia no vax, spiegava Carlo Freccero in un'intervista a Panorama, sono "il premio Nobel Luc Montagnier e il maggior virologo vivente Didier Raoult" (l'infettivologo francese che consigliava l'uso dell'idrossiclorochina come cura contro il Covid), mentre "i favorevoli al vaccino hanno per informatori le star della tv". Sul premio Nobel l'ex amministratore della Rai ha di recente raccontato anche un aneddoto. "Ho parlato con Montagnier, il 12 agosto a Firenze, il quale mi ha detto 'Ti consiglio di non farla' (la vaccinazione, ndr) e non l'ho fatta".

Tra i luminari di riferimento Cacciari ha citato invece "il premio Nobel Malone" e "Kamper, il tedesco", così come altri scienziati che hanno "tutti gli attestati di questo mondo" ma per il mainstream "sono dei poveri rincoglioniti". Sui due nomi menzionati da Cacciari è nato un piccolo giallo: se nel caso di Malone è probabile che il filosofo si riferisse al ricercatore Robert Malone (che però non ha mai vinto il Nobel) non è ben chiaro il curriculum dell'altro studioso. 

Dopo il primo convegno del 10 novembre era stato proprio Cacciari a lanciare l'idea di un coordinamento permanente. "Bisogna che ci organizziamo in modo che i dati, le informazioni, le tesi e le prospettive emergano con continuità. Non possono emergere a spot. È un discorso di sistema". E dunque ecco la "Commissione dubbio e precauzione". Un comitato che non sarà un monolite perché sul tema ci sono sensibilità e posizioni diverse.

ugo mattei ansa-2

Dall'obbligo vaccinale al "colpo di Stato": cosa pensano gli intellettuali no pass

Sul vaccino ad esempio, nonostante qualche assist ai no vax, la posizione di Cacciari è sfumata: "Non ho mai detto che non funziona, dico solo che il vaccino - questo vaccino - non risolve il problema". Secondo il filosofo c'è bisogno di un piano B. Ma quale sarebbe questo piano B? "Dovremmo iniziare a pensare ad una strategia di convivenza con il virus, non si può più vederla come un'emergenza perenne". E poi: "Occorre che ci sia una piena assunzione di responsabilità da parte delle autorità, quindi un obbligo esplicito alla vaccinazione senza se e senza ma".

Possibilità, quella dell'obbligo vaccinale, che però non convince il giurista Ugo Mattei che anzi non ha dubbi. "L'obbligo vaccinale sarebbe incostituzionale, non l'ho mai chiesto" ha detto salvo poi spiegare a "L'aria che tira", su La7. "Si continua a parlare di non obbligo vaccinale perché (nel governo, ndr) non vogliono prendersi le responsabilità politiche di questa situazione. Ci sono alcuni tabù di cui non si parla mai che sono le conseguenze di morbilità del vaccino".

Sul green pass il più radicale è Giorgio Agamben che non risparmia critiche durissime alla maggioranza. "Bisogna rendersi conto - ha spiegato in un'intervista in radio - che in Italia, approfittando del terrore sanitario, è stato attuato un vero e proprio colpo di stato gestito dalle stesse autorità del Paese in cui tutti i principi non solo del diritto ma anche della convivenza politica vengono fatti saltare uno dopo l'altro". Quella della carta verde non è una libertà di fatto, ma "una libertà autorizzata" ha sottolineato, che però "non è più la libertà perché può essere in qualunque momento revocata".

Può nascere davvero un nuovo partito no green pass?

Sfumature diverse, ma una battaglia comune: quella contro il passaporto sanitario e per una gestione pandemica che non comprima più le libertà individuali e non faccia distinzioni tra vaccinati e non vaccinati. Può nascere un nuovo partito? In teoria a livello elettorale lo spazio ci sarebbe: gli oltre 6 milioni di italiani che non si sono ancora immunizzati. Un bacino non indifferente: politicamente molto eterogeneo, ma più spostato a destra.

Secondo un sondaggio di YouTrend, il 19% dei non vaccinati ha votato Fratelli d'Italia, il 16% Lega e il 14% il M5s. E se a sinistra ben pochi si professano no vax il partito che va per la maggiore è quello dell'astensione (20%). Il nuovo movimento no pass può diventare la casa degli ex grillini delusi? Per ora di politica (in senso stretto) non si parla. Per intenderci: non c'è nessuna piattaforma programmatica che vada oltre il Covid, né a quanto risulta la volontà di costruirla. Ma come si dice: da cosa nasce cosa.  

(Nell'immagine in alto Ugo Mattei ANSA)

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