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Lunedì, 27 Marzo 2023
L'intervista

Fino a nove mesi per un passaporto: cosa c’è dietro ai ritardi fuorilegge

Boom di richieste dopo lockdown e Brexit ma anche problemi della Zecca e poco personale. "Altro che digitalizzazione, soffriamo una carenza di 10mila unità" spiega a Today Stefano Paoloni, segretario del Sindacato autonomo di polizia

Nonostante si continui a parlare di semplificazione e di digitalizzazione della pubblica amministrazione, ci ritroviamo a convivere con alcuni disservizi tipici del secolo scorso. Paradossalmente la situazione è peggiorata dopo il covid. Lo dimostrano i tempi di attesa biblici per il rinnovo o il rilascio di una carta d’identità o di un passaporto. Tre anni fa la carta d'identità si riusciva a fare in giornata mentre per il passaporto ci volevano mediamente due settimane, oggi invece bisogna aspettare mesi solo per fissare l’appuntamento.

A riaccendere i riflettori sul tema è il caos passaporti, con prenotazioni che arrivano fino a 9 mesi solo per varcare la soglia di una questura. In alcune città, come Genova e Padova a metà novembre non si riusciva nemmeno a prenotare l’appuntamento. Cosa sta succedendo? Come mai ci vuole così tanto tempo per avere un passaporto?

I ritardi per il rilascio e il rinnovo dei passaporti è dovuto a una “molteplicità di fattori: l’accumulo delle richieste dei documenti di viaggio dopo il lockdown e la Brexit, i problemi della Zecca con i libretti e la carenza di personale nelle questure" spiega a Today Stefano Paoloni, segretario del Sindacato autonomo di polizia (SAP). Ma andiamo per ordine.

Passaporto, per un appuntamento ci vogliono fino a 9 mesi

Rinnovare il passaporto nel 2023 equivale a finire in un girone dantesco dell'inferno. Il primo scoglio è l’appuntamento, anche se la prenotazione può essere fatta comodamente online. Il problema è che non ci sono date disponibili nel breve periodo. "La situazione è a macchia di leopardo, ci sono città dove si riesce a prenotare un appuntamento in sole due settimane mentre in altre si arriva anche fino a 8-9 mesi", ha dichiarato Paoloni.

Vittime di questi ritardi non solo i cittadini ma anche il settore turismo: sinora sono sfumati 80mila viaggi organizzati, con una perdita di fatturato per le agenzie di viaggio pari a circa 150 milioni di euro secondo gli ultimi dati di Assoviaggi.

Passaporti, valanga di richieste dopo lockdown e Brexit

Con l'eliminazione delle restrizioni covid le persone hanno ricominciato a viaggiare, così in un brevissimo lasso di tempo "sono arrivate un numero di richieste di passaporti che non ha precedenti rispetto al passato", ha chiosato Paoloni sottolineando che l’attività durante la pandemia è stata piuttosto ridotta. Le richieste "sono aumentate in modo importante anche a causa della Brexit", visto che l’Inghilterra dopo essere uscita dall’Unione europea richiede il passaporto e non più la carta d’identità per l’ingresso nel Paese.

"Gli uffici evidentemente non erano pronti ad affrontare questa mole di richieste superiore rispetto alla norma", ha spiegato il sindacalista ricordando che la polizia è sotto organico da decenni. "Soffriamo una carenza di organico di 10mila unità già dal 2015-2016, di 15-16mila dal 2010".

Carenza di organico nella polizia, 10mila unità in meno

"Bisogna guardare a monte del problema passaporti - ha dichiarato Paolini -. Le esigenze di sicurezza del Paese sono enormi e stanno aumentando sempre di più. Considerando che dobbiamo occuparci anche di controllo del territorio, indagini sul territorio, gestione degli stranieri e di tutte le esigenze di ordine pubblico (eventi sportivi, concerti, manifestazioni di carattere politico o socio-culturale, etc.), la coperta è corta".

"Purtroppo non è stato sempre possibile garantire negli uffici passaporti un’adeguata presenza di personale", ha ammesso il segretario SAP ricordando che le piante organiche del 1989 prevedevano circa 119mila unità e che ora siamo arrivati a sfiorare le 97mila unità. Siamo a un passo dal minimo storico di 95mila unità toccato nel 2018.

Il servizio passaporti "nella maggior parte dei casi viene assicurato attraverso il personale che è collocato nelle varie articolazioni della questura - ufficio passaporti, ufficio stranieri, divisione amministrativa, ufficio di gabinetto – e alcune volte non è possibile garantire una presenza costante perché si deve compartecipare alle esigenze di ordine e sicurezza pubblica del territorio dove si presta servizio".

Passaporti, i problemi della Zecca con la stampa dei libretti  

A tutte queste problematiche se n'è aggiunta un’altra, di non poco conto: le difficoltà della Zecca con la stampa dei passaporti. "Non so se questi problemi siano legati alla grande richiesta di passaporti, al fatto che non siano stati in grado di mantenere il livello di produzione adeguato, o se ci siano state difficoltà nel reperire i materiali", ha dichiarato Paoloni. In realtà si vocifera che non ci sia più carta per i libretti. "Da quello che mi dicono adesso la Zecca dovrebbe essersi allineata alle nostre esigenze, ma fino a una settimana fa so che ci sono state difficoltà per diverse province. Il dipartimento sta intervenendo in maniera abbastanza determinata, soprattutto nelle realtà che hanno la maglia nera dei tempi di attesa".

Passaporti: gli open day non risolvono il problema

Per tamponare l’emergenza sono stati organizzati degli ‘open day’ (giornate in cui ci si può presentare in questura senza appuntamento per chiedere il passaporto), ma ci sono stati dei problemi anche con questo metodo. "Gli appuntamenti sono stati aumentati ma non si riesce a completare la pratica per mancanza del libretto". Secondo Paoloni “la situazione può essere affrontata con questa metodologia in via emergenziale ma non può assolutamente essere la normalità, considerando anche "i ritmi di lavoro importanti a cui è soggetto il personale in queste occasioni".

Stefano Paoloni segretario SAP

Secondo Paoloni l’allarme passaporti starebbe piano piano rientrando. Si stanno "già facendo interventi specifici per poter rientrare il prima possibile in tempi assolutamente ragionevoli" mentre "la stragrande maggioranza di situazioni emergenziali (chi dimostra di dover necessariamente partire in tempi brevi per motivi di lavoro e di salute, ndr) sono state evase". L’auspicio è "che le richieste tornino a livello fisiologico e che nel frattempo vengano potenziati gli uffici in modo adeguato e riviste le procedure".

Sul problema passaporti è finalmente intervenuta anche la ministra del Turismo, Daniela Santanchè: "Ci dobbiamo assolutamente muovere perché, come dice la legge, il passaporto deve essere rilasciato in 15 giorni. Il ministro dell’Interno mi ha garantito che stanno aumentando i turni delle persone, ma questo non basta. Proprio per questo stiamo facendo una cosa molto importante che sarà definitivamente risolutiva".

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