Come funzionerebbe il passaporto vaccinale Covid per l'estate 2021
Pechino lancia il passaporto vaccinale, la Cina è il primo Paese al mondo a farlo. Ma anche l'Unione europea si sta muovendo per favorire la mobilità internazionale in vista della stagione turistica, non appena i dati sull’incidenza del virus lo consentiranno
La Cina lancia il passaporto vaccinale, primo Paese al mondo a farlo. Il certificato, digitale o cartaceo, che prova l'immunizzazione del possessore, è disponibile per i cittadini cinesi che lo richiederanno attraverso la piattaforma WeChat: il suo scopo è di "aiutare a promuovere la ripresa economica mondiale e a facilitare i viaggi oltre confine", ha spiegato il ministero degli Esteri di Pechino.
Il passaporto vaccinale in Cina: come funziona
Il certificato contiene un codice Qr che consente alle autorità degli altri Paesi di ottenere le informazioni sanitarie dei turisti provenienti dalla Cina, spiega l'agenzia statale Xinhua. In Cina un sistema di codici Qr viene già utilizzato per regolare l'accesso ai trasporti e ad altri luoghi pubblici, tramite app che tracciano gli spostamenti dei cittadini e producono anche un codice "verde" se l'interessato non è stato in stretto contatto con persone infette o non ha viaggiato in zone a rischio.
Il passaporto al momento non è obbligatorio ed è il primo di questo tipo emesso al mondo, mentre Stati Uniti e Gran Bretagna ci stanno pensando e l'Ue sta lavorando a un 'green pass' per permettere ai propri cittadini che siano stati vaccinati di muoversi liberamente all'interno e all'esterno dei confini europei.
Il passaporto vaccinale dell'Unione europea per l'estate
Il passaporto allo studio per gli spostamenti dei cittadini dei Paesi dell'Unione europea e prova dell’avvenuta vaccinazione (o i risultati dei test per coloro che non hanno avuto ancora accesso alle campagne nazionali) è ancora un'ipotesi. Il prossimo 17 marzo verrà formalizzata dalla Commissione Ue una proposta sul “passaporto” digitale pensato per favorire la mobilità internazionale in vista dell’estate. È un balzo in avanti del dossier contro cui diversi Stati membri di peso hanno fatto muro nelle scorse settimane, segno che le pressioni per autorizzare spostamenti fisici garantendo sicurezza guadagnano mano a mano terreno.
Poi planerà sul tavolo dei leader al vertice di fine marzo un pacchetto normativo che, secondo le indicazioni fornite dal vicepresidente Margaritis Schinas, avrà valore legale sulla base di quella parte dei Trattati che regola la libera circolazione nell’Unione. Gli scogli non mancano. Ci sono tempi tecnici sa rispettare, stimabili in 2-3 mesi. Poi Bruxelles punta a lavorare con organismi internazionali come Oms, Ocse e Iata per fare in modo che il “green pass” venga riconosciuto anche al di fuori dell’Ue, ma non è scontato che ciò possa succedere. Una priorità per l'estate sarebbe quella di rendere di nuovo l’Europa una destinazione di viaggio sicura non appena i dati sull’incidenza del virus lo consentiranno: si riuscirà nell'impresa di slavare il settore turistico, soprattutto in quelle mete che puntano forte sul turismo internazionale?
Altro punto controverso, sottolinea il Sole24Ore, è la privacy. Il Garante della privacy ritiene che il trattamento dei dati relativi allo stato vaccinale dei cittadini a fini di accesso a determinati locali o di fruizione di determinati servizi, debba essere oggetto di una norma di legge nazionale conforme ai principi in materia di protezione dei dati personali (in particolare, quelli di proporzionalità, limitazione delle finalità e di minimizzazione dei dati). Così da realizzare un equo bilanciamento tra l’interesse pubblico che si intende perseguire e la doverosa riservatezza di determinati dati.
Una versione simile del passaporto vaccinale si sta già utilizzando in Israele, che al pari delle vaccinazioni sta cominciando a riaprire tutto, come bar, ristoranti, cinema, teatri e tutti i luoghi pubblici, a chi dimostra grazie al passaporto sanitario digitale di avere già gli anticorpi contro il virus. Uno strumento fondamentale quindi per poter pensare di riprendere a vivere una vita normale. Un vero e proprio lasciapassare per musei, teatri, concerti, palestre, piscine e hotel, e tutti i luoghi pubblici. Sarà realtà?