Zaki cittadino italiano subito: "Basta cautela e dialogo"
Anche alla Camera passa la mozione che impegna il governo a conferire a cittadinanza allo studente egiziano. Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, a Today: "Per la maggioranza del Parlamento italiano quella di Zaki è una storia che riguarda anche il nostro Paese. Tutti lo sentiamo affettivamente, umanamente, emotivamente italiano. Il governo deve agire”
Con 358 sì la Camera ha approvato la mozione che chiede al governo di conferire la cittadinanza italiana a Patrick Zaki, lo studente dell'Università di Bologna arrestato in Egitto nel febbraio dell'anno scorso e accusato di propaganda sovversiva su internet. Il governo dovrà "avviare tempestivamente mediante le competenti istituzioni le necessarie verifiche al fine di conferire a Patrick George Zaki la cittadinanza italiana", secondo la mozione votato questa mattina all'unaminità con la sola astensione dei deputati del gruppo di Fratelli d’Italia. Il documento impegna inoltre il governo a "continuare a monitorare, con la presenza in aula della rappresentanza diplomatica italiana al Cairo, lo svolgimento delle udienze processuali a carico di Zaki e le sue condizioni di detenzione", come pure "a continuare a sostenere, nei rapporti bilaterali con l'Egitto e in tutti i consessi europei ed internazionali, l'immediato rilascio di Patrick Zaki e di tutti i prigionieri di coscienza: difensori dei diritti umani, giornalisti, avvocati e attivisti politici finiti in carcere solo per aver esercitato in modo pacifico i loro diritti fondamentali”. La mozione infine chiede al governo di "continuare ad adottare iniziative affinché le autorità egiziane rispettino i diritti alla libertà d'espressione, di associazione e di manifestazione pacifica e spezzino il circolo dell'impunità per le gravi violazioni dei diritti umani in corso nel Paese" e di "promuovere, in sede europea, azioni volte a sostenere le università dell'Unione nella tutela dei diritti umani degli studenti iscritti, nell'ambito della propria attività di studio e ricerca".
Riccardo Noury (Amnesty Interational): "La storia di Zaki riguarda anche il nostro Paese"
"Ogni volta che in Parlamento si parla di Patrick e si approvano atti contenenti il suo nome e che parlano della sua sofferenza e della tragica situazione in cui si trova ormai da 17 mesi è un'occasione importante", dice a Today Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International. "Il voto di oggi, come già quello al Senato lo scorso 14 aprile, chiede al governo italiano di agire, sia avviando l'iter per verificare se concretamente vi sia la possibilità di conferire la cittadinanza a Patrick, sia più in generale di cambiare strategia nei confronti dell’Egitto e, per quanto ci riguarda, nei confronti della detenzione di Patrick. È la conferma che per la maggioranza del Parlamento italiano quella di Zaki è una storia che riguarda anche il nostro Paese. Tutti lo sentiamo affettivamente, umanamente, emotivamente italiano. Ora ci sono degli atti parlamentari che affermano altrettanto, almeno per ora sul piano simbolico. Poi si vedrà", aggiunge Noury.
"Grossomodo la maggioranza di Senato e Camera che ha votato in favore di Patrick è la stessa che sostiene il governo e questo è un fatto politico rilevante", rimarca il portavoce di Amnesty. Ieri durante la discussione in Aula il sottosegretario al ministero degli affari esteri Manlio Di Stefano aveva messo in guardia dai possibili "effetti negativi" e dalle "implicazioni" che la concessione della cittadinanza italiana a Zaki potrebbe avere. Noury risponde così al telefono con Today: "Ieri, come già era successo in Senato, è stata usata la parola 'cautela'. Un termine utilizzato spesso in questi 17 mesi per mettere in guardia da possibili iniziative che potrebbero essere controproducenti, nel senso cioè che potrebbero far irritare il nostro partner al Cairo. Insieme a 'cautela' viene usata anche la parola 'dialogo'. Questa strategia basata proprio su cautela e dialogo non ha portato finora a nulla, perché manca di un elemento fondamentale: dare dei segnali al governo del Cairo".
"Basta cautela e dialogo, ora si cambi strategia per Zaki"
"In questi mesi non si è mai preso in considerazione l'ipotesi di convocare l'ambasciatore d'Egitto in Italia alla Farnesina per esprimere protesta per la situazione di Patrick Zaki, né di fermare la vendita di armi all’Egitto. Si è sempre detto che le relazioni e il dialogo con l’Egitto sono importanti, ma tutto questo ha solo un significato e cioè che i diritti passano in secondo piano rispetto ad altre questioni commerciali, militari e geopolitiche", ci spiega Noury. Secondo l'ultima relazione governativa annuale sull’export di armamenti, l'Egitto si conferma il Paese destinatario del maggior numero di licenze aumentando la propria quota fino a 991,2 milioni di euro (+120 milioni) grazie alla licenza di vendita delle due Fregate FREMM. "La politica su questo deve dare un segnale più forte. In questi ultimi tempi abbiamo un governo che nei giorni pari sussurra qualcosa sui diritti, nei giorni dispari manda fregate militari in Egitto. In Parlamento, senatori e deputati hanno più volte espresso perplessità rispetto a questo atteggiamento, che è quantomeno ipocrita. Se questo voto di oggi contribuisse a ripensare completamente le relazioni tra Italia ed Egitto ne aumenterebbe l'importanza”, aggiunge Noury.
Su Zaki il portavoce di Amnesty chiede al governo "con urgenza" di abbandonare il criterio della cautela", che ha avuto come unico risultato il fatto che Patrick Zaki si trova da più di 500 giorni "in situazione terribile dal punto di vista fisico e psicologico" e rischia di rimanervi fino a 7 febbraio 2022, in attesa di giudizio per il massimo consentito dalla legge egiziana. "È semplicemente inimmaginabile", ribadisce Noury a Today. Non è ancora nota la data della prossima udienza per Zaki e al momento non ci sono molti aggiornamenti. "Le informazioni arrivano attraverso la rete di attivisti e amici a seguito delle visite che Patrick riceve in carcere, che sono rare. In questi giorni ci troviamo nella fase peggiore. Non ci sono state visite recenti da parte dei familiari e siamo nel mezzo dei 45 giorni di rinnovo della detenzione preventiva. La situazione, per quanto riguarda le sue condizioni fisiche e psicologiche, è gravemente stazionaria".