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Venerdì, 1 Dicembre 2023
Il caso del ricercatore messo in galera dal regime

Patrick Zaki può diventare italiano? Cosa è successo oggi in Senato

L'Aula di Palazzo Madama ha dato il via libera a un ordine del giorno che impegna il governo ad attivarsi per liberare lo studente detenuto in Egitto. Tra i banchi anche la senatrice Liliana Segre. L'ultimo messaggio alla fidanzata dal carcere: "Resisto, grazie per il sostegno"

Quella di oggi potrebbe essere una giornata importante per il destino di Patrick Zaki, lo studente dell’università di Bologna in carcere da più di un anno in Egitto con l’accusa di propaganda sovversiva. Il Senato ha infatti dato il via libera all'ordine del giorno sulla concessione della cittadinanza italiana a Patrick Zaki e sulle iniziative per la sua liberazione. Nell'Aula i senatori favorevoli alla mozione 'unitaria' sono stati 208, astenuti 33 e 0 contrari. Due le mozioni discusse dall'Assemblea: la prima impegna il governo, tra le altre cose, "a intraprendere tempestivamente ogni ulteriore iniziativa presso le autorità egiziane per sollecitare l'immediata liberazione" dello studente, "valutando anche la promozione dell'applicazione della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e altri trattamenti o punizioni crudeli, inumani o degradanti del 10 dicembre 1984"; la seconda,  a prima firma Pd, ma sostenuta anche da esponenti di altre forze politiche (si sono schierati a favore alcuni parlamentari del M5s, Italia viva, +Europa, Lega e Misto), chiede all’esecutivo di "intraprendere con urgenza tutte le dovute iniziative affinché a Zaki sia riconosciuta la cittadinanza italiana" nonché "ad adoperarsi con maggiore vigore in tutte le sedi europee e internazionali, perché l'Egitto provveda senza ulteriori indugi al rilascio di Patrick George Zaki".

Mattarella può concedere la cittadinanza a Patrick Zaki?

La mozione cita espressamente la legge n. 91 del 1992 che definisce i criteri per ottenere la cittadinanza italiana. All’articolo 9 comma 2 si legge che "la cittadinanza può essere concessa allo straniero",  quando "questi abbia reso eminenti servizi all'Italia, ovvero quando ricorra un eccezionale interesse dello Stato". In casi del genere a firmare il decreto è il presidente della Repubblica "sentito il Consiglio di Stato e previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro degli affari esteri". Il caso di Patrick Zaki è compatabile con la norma citata sopra? La materia è complessa,ma i firmatati della mozione propendono per il sì.

Nel testo si legge che "la drammatica condizione in cui versa Patrick Zaki e il regime di detenzione cui è sottoposto nel carcere di massima sicurezza di Tora, noto, come denunciato ripetutamente da diverse organizzazioni internazionali, per le condizioni inumane e i continui abusi ai danni dei reclusi, unitamente alle ripetute e precedentemente citate violazioni dei diritti umani perpetrate dal regime egiziano ai danni dei dissidenti politici configurano come di tutta evidenza il ricorrere di un eccezionale interesse del nostro Paese a riconoscere tempestivamente la cittadinanza italiana al ricercatore egiziano". In ogni caso il voto di oggi non sarà di per sé risolutivo, ma servirà a indirizzare e a rendere più incisiva l’azione dell’esecutivo. Secondo chi si batte per la liberazione di Zaki, concedere la cittadinanza italiana - e dunque europea - allo studente detenuto in Egitto costringerebbe anche l’Ue ad assumersi le proprie responsabilità e a fare pressioni sul regime di Abdel Fattah al-Sisi affinché si arrivi alla liberazione del ricercatore.

La visita della fidanzata e il biglietto di Zaki: "Resisto, grazie per il sostegno"

Le condizioni di Zaki del resto sono sempre più difficili. Nei giorni scorsi il ricercatore ha incontrato la sua fidanzata in carcere e le ha consegnato una copia del libro "Cento anni di solitudine", con un biglietto all'interno scritto in italiano in cui diceva: "Resisto, grazie per il sostegno di tutti". I dettagli dell’incontro sono stati resi noti dalla pagina Facebook del gruppo 'Patrick libero'. Nel post in questione si legge che Zaki "sembrava stare bene in generale", ma "era confuso" su ciò che è successo nell'ultima udienza in tribunale, "sapeva che la sua detenzione era stata rinnovata per altri 45 giorni, ma non era a conoscenza dello stato dell'appello presentato dai suoi avvocati per cambiare la corte che si occupa del suo caso. Ha anche detto che appena è entrato nell'aula dell'ultima sessione, il giudice stava dicendo agli avvocati di andarsene. La sua ragazza gli ha detto che l'appello era stato respinto e che il suo processo sarebbe continuato davanti allo stesso giudice".

"Purtroppo - si legge ancora - quando la sua ragazza ha cercato di confortarlo dicendogli che si spera che tutto questo finisca presto, lui ha fatto una risata sarcastica e disperata, dicendo che sta cercando di adattarsi a stare in prigione, in un modo che indica che ha perso la speranza di essere presto libero e sta rimanendo forte per coloro che ama". 

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Patrick ha anche raccontato che mentre stava lasciando il carcere per recarsi in tribunale, " il direttore della prigione lo ha fermato e gli ha detto che non gli permetterà di entrare di nuovo finché non si sarà tagliato i capelli, mentre rideva con gli altri agenti di polizia intorno a lui". Secondo gli attivisti di Patrick Libero, "questo è stato a dir poco ingiusto, anche i piccoli dettagli sono controllati, il suo corpo e il suo aspetto sono soggetti alla loro opinione". "Continuiamo ad aggrapparci alla speranza che sia presto libero e che domani ci porti notizie migliori", concludono gli attivisti, chiedendo che Patrick sia "immediatamente rilasciato".

Anche la senatrice Segre presente al voto per Zaki

Al voto di oggi in Senato ha partecipato anche la senatrice a vita Liliana Segre che aveva sospeso la propria presenza in Aula a causa della pandemia e si era presentata eccezionalmente a palazzo Madama solo per votare la fiducia al governo Conte. "Ho firmato con profonda convinzione la mozione che chiede al governo italiano di concedere subito la cittadinanza italiana a Patrick Zaki", la cui detenzione senza processo, spiega la senatrice "è una violazione clamorosa dei diritti umani e civili che lo Stato democratico italiano non può accettare senza fare il possibile per ottenere la liberazione del prigioniero, a partire dalla concessione immediata della cittadinanza". 

"La concessione della cittadinanza può essere controproducente"

Nel suo discorso nell'aula del Senato, la viceministra degli Esteri, Marina Sereni, ha spiegato che il governo esprime parere favorevole sulla mozione, ma invita a fare "una valutazione approfondita del contesto in cui la concessione della cittadinanza andrebbe a inserirsi" perché esiste il "rischio che possa rivelarsi controproducente" rispetto all'obiettivo della liberazione dell'attivista e ricercatore egiziano arrestato al Cairo il 7 febbraio 2020. 

"Con riferimento all'attribuzione della cittadinanza - ha sottolineato - si riconosce la portata ideale, simbolica e umanitaria del gesto ma è importante che la mozione oggi in discussione faccia riferimento alla necessità di verificare tutte le condizioni in vista della possibile concessione della cittadinanza. Serve una valutazione approfondita del contesto in cui tale concessione andrebbe ad inserirsi: la misura potrebbe essere priva di effetti pratici a tutela di Zaki perché anche alla luce del diritto internazionale l'Italia incontrerebbe notevoli difficoltà a fornire protezione consolare. Essendo Zaki anche cittadino egiziano prevarrebbe la cittadinaza originaria, un principio applicato dall'Egitto in modo stringente. C'è il rischio di effetti negativi sull'obiettivo che più ci sta a cuore, cioè ottenere il rilascio di Patrick. Insomma la concessione della cittadinanza potrebbe rivelarsi controproducente. È responsabilità di tutti fare una riflessione su questo. Il governo continuerà a seguire la vicenda Zaki con la massima attenzione, porteremo avanti l'iniziativa di sensibilizzazione per raggiungere l'obiettivo".

Sereni ha ricordato che il governo "segue con la massima attenzione il caso Zaki sin dalle prime ore successive all'arresto del giovane e condivide le preoccupazioni espresse dalla mozione. L'azione di sensibilizzazione sulle autorità egizione sia a livello bilaterale sia multilaterale è continua, sollecitiamo la controparte egiziane in ogni occasione di confronto a rilasciare lo studente".

"L'Egitto - ha ammesso Sereni - resta un paese cruciale su dossier come la stabilizzazione della Libia, la lotta al terrorismo, la gestione dei flussi migratori ma sui valori non si arretra pur avendo ben chiare le relazioni bilaterali che comunque restano compromesse dalla drammatica vicenda Regeni e depotenziate fino alla risoluzione del caso".

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