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Venerdì, 19 Aprile 2024
Torino

"Pazienti Covid per terra in ospedale": immagini shock da Rivoli (Torino)

La denuncia dei sindacati degli infermieri che sollecitano l’intervento di Asl e Regione e invocano “l’aiuto urgente del governo”

Pazienti per terra, anche anziani, stesi sulle barelle da campo lasciate in corridoio al Dea (Dipartimento emergenza accettazione), in attesa di una visita di controllo o di un posto per un ricovero. Sono le immagini registrate la scorsa notte all’ospedale di Rivoli (Torino), che in questi giorni sta accogliendo molti più pazienti, dopo la chiusura del reparto d’emergenza del Martini di Torino riconvertito in “Covid Hospital”. 

Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, invoca “l’aiuto urgente del governo” e denuncia: “Pazienti Covid per terra. Percorsi sporchi/puliti riadattati dal personale, lavori mai fatti, territorio inesistente e assunzioni che dovevano arrivare prima. Queste le sono drammatiche condizioni della Sanità piemontese. Non abbiamo più parole”. 

Asl e Regione "pongano immediato rimedio a questa situazione che potrebbe mettere a rischio la possibilità di fornire adeguate cure a chi si rivolgesse a queste strutture”, dicono il segretario regionale del Piemonte del Nursing Up, Claudio Delli Carri, e il segretario aziendale Città Metropolitana di Torino del Nursing Up, Fausto Russo.

“La chiusura del DEA del Martini ha già dimostrato di creare e creerà grossi problemi al territorio. Non si può pensare di chiudere un DEA che fa 78mila passaggi l’anno così, di punto in bianco, scaricando tutto sull’altro o sugli altri ospedali. O almeno, lo si può chiudere con una pianificazione ragionata sulla gestione degli oltre 200 utenti che vi accedono quotidianamente, in modo che possano trovare risposte alle loro esigenze di cura altrove sul territorio", tuonano i sindacati degli infermieri. 

"La verità è che si pagano oggi gli enormi danni derivati da anni e anni di tagli alla Sanità e al personale. A ciò si aggiunge quello che da giorni stiamo dicendo: le enormi necessità di personale che abbiamo con gli infermieri che non si trovano più, oltretutto con quei pochi rimasti che vengono “catturati” da chi offre loro condizioni migliori. Ci rendiamo conto che stiamo giocando col fuoco? Ci rendiamo conto che questa situazione potrebbe avere delle ripercussioni notevoli sul personale e anche sulla popolazione che rischia di non trovare immediata risposta ai problemi di salute che oggi sono di urgenza-emergenza?”

Le barelle da campo, quelle che rimangono a terra, sono state utilizzate nell’area grigia del pronto soccorso dell’ospedale di Rivoli, dove nella notte sono finiti letti e barelle classiche a causa dell’eccezionale numero di pazienti. “Una situazione eccezionale”, fanno sapere dall’Asl To3, che secondo la quale avrebbe riguardato comunque un numero limitato di pazienti. "Le strutture sono in fortissima sofferenza e i pazienti continuano ad arrivare”, ammette la Asl, “ma tutti ricevono assistenza e hanno un letto”.  

Il primario di rianimazione di Rivoli e il messaggio ai negazionisti

Qualche giorno fa era diventato virale il post su Facebook di Michele Grio, primario della rianimazione di Rivoli, rivolto ai negazionismi del virus per mostrare la situazione del suo reparto. “Ho fatto sdraiare i miei medici e i miei infermieri giusto per fare le foto, le buste le indossiamo per la cellulite e il ca**o ci gira perché siamo delle brutte persone. Non dormiamo perché ormai siamo avanti con l’età e passiamo le giornate seduti mangiando e bevendo”, aveva scritto Grio ironicamente, per poi lanciare una provocatoria proposta ai negazionisti: “Sarà per me un piacere farvi fare personalmente da guida e condurvi in un piacevolissimo viaggio in quello che per noi è un girone dantesco, ma per voi giustamente è esagerato”. 

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