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Giovedì, 18 Aprile 2024
Elezioni Usa 2020 / Stati Uniti d'America

A cosa possono portare (davvero) i ricorsi di Trump per la vittoria

L'unico vero caso giuridicamente rilevante è quella della Pennsylvania e oltre alle accuse dell'impiegato postale Richard Hopkins c'è anche una questione costituzionale sul tavolo

Continua la battaglia legale di Donald Trump contro i risultati delle elezioni statunitensi che hanno portato alla vittoria di Joe Biden. Il tycoon è intenzionato ad aprire più fronti oltre a quello della Pennsylvania. Probabilmente si tratta di una manovra di aggiramento rispetto a quello che sembra essere l'unico obiettivo con una base di fondamento nella sua battaglia. La vicenda della testimonianza dell'impiegato delle poste, Richard Hopkins, potrebbe essere l'unico appiglio legale a cui aggrapparsi realmente ma risulta essere difficile provare l'accusa di brogli. La Pennsylvania è oggetto anche di una questione procedurale rilevante. A innescarla è stata la decisione del giudice Samuel Alito di far differenziare le schede arrivate per posta dopo il 3 novembre alle 20. Questa imposizione in realtà si basa su un'eccezione costituzionale.

Il caso costituzionale in Pennsylvania

Le schede per posta sono, infatti, potute arrivare anche dopo l'Election day, con tre giorni di differimento, per una decisione della Corte Suprema dello Stato che ha posticipato il termine al 6 novembre, allungandolo progressivamente sempre a ridosso delle elezioni. Secondo il giudice, però, questa decisione sarebbe incostituzionale visto che la prerogativa delle decisioni in tema di elezioni spetta ai singoli stati. La questione potrebbe finire dinanzi alla Corte Suprema Federale e aprire la breccia da sempre sperata da Trump. “La Corte Suprema potrebbe bocciare l'estensione della scadenza al 6 novembre decisa dalla Pennsylvania - avverte il costituzionalista John Yoo, docente di diritto alla Berkeley School of Law, visiting fellow dell'American Enterprise Institute e visiting scholar della Hoover Institution della Stanford University, e ordinare allo Stato di rifiutare ogni scheda arrivata dopo l'Election Day. E questa non è una battaglia costituzionale fantasiosa. Il giudice Samuel Alito ha già chiarito il suo punto di vista sul fatto che la Corte Suprema della Pennsylvania ha violato la Costituzione. La campagna del presidente Trump può mettere in discussione il voto sulla base del fatto che la Corte Suprema della Pennsylvania ha interferito incostituzionalmente sull'autorità legislativa dello Stato, unico titolato a decidere tempo, luogo, e maniera dell'elezione federale e sulla selezioni degli elettori presidenziali”.

Perché è importante la testimonianza di Hopkins

In questa ottica la testimonianza di Hopkins, secondo cui un funzionario del suo ufficio postale avrebbe chiesto di retrodatare i voti per posta arrivati dopo il 3 novembre, risulterebbe assolutamente dirimente e avallerebbe l'ipotesi di un risultato falsato. In quel caso stabilire le proporzioni di questo intervento e le eventuali iniziative da intraprendere spetterebbe alla Corte Suprema Federale dove i conservatori hanno una netta maggioranza di sei a tre. Al momento la differenza di voti tra lui e Biden nello Stato è di circa 45mila voti, una cifra che supera il limite per il quale è permesso un riconteggio ma una sentenza della Corte Suprema Federale potrebbe cambiare tutto. Se venissero, per esempio, inibiti i voti arrivati dopo il 3 novembre potrebbe verificarsi anche un cambio di leadership nello Stato. Secondo gli esperti si parla di circa 10mila voti in bilico ma al momento non è possibile stabilirlo con certezza, anche perché va valutata l'ipotesi denunciata da Hopkins.

Gli altri ricorsi 

Intanto Trump ha deciso di percorrere anche la strada di altri ricorsi in altri Stati. Un eventuale ribaltone in Pennsylvania comunque non gli basterebbe per ribaltare il risultato delle elezioni. Trump deve attaccare anche il risultato in altri Stati ed è deciso a farlo basandosi su ricorsi che hanno come base giurisprudenziale proprio il caso Pennsylvania. I legali di Trump hanno presentato istanze in Missouri, Alabama, Arkansas, Florida, Kentucky, Louisiana, Mississippi, South Carolina, South Dakota e Texas sperando di dare rilevanza nazionale alla questione procedurale e smuovere la Corte Suprema Federale. Molti di questi ricorsi o sono stati respinti o riguardano stati dove la forbice di differenza tra i due candidati supera i 15mila voti. Un riconteggio difficilmente riuscirebbe a cambiare le carte in tavola.

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