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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Il monitoraggio

Covid, oltre tremila morti al mese tra gli over 80

L'immunità del vaccino cala dopo quattro mesi ma non decolla la quarta dose: il nuovo booster a meno del 10% degli anziani che lo potevano fare. Intanto scende l'incidenza settimanale con 458 casi di Covid ogni 100mila abitanti contro i 559 della settimana precedente. L'Rt medio stabile a 0,96

Da gennaio ogni mese sono morti oltre 3mila morti pazienti covid over 80: un numero importante che racconta quanto il coronavirus possa ancora fare male nei più fragili anche se vaccinato con terza dose. Secondo i dati infatti la protezione dell’immunizzazione dalle forme gravi di Covid scende infatti già dopo 4 mesi. Da qui l’invito del ministro della Salute Roberto Speranza a fare la quarta dose dopo numeri che - per questa categoria - certificano un flop: l’hanno ricevuta meno del 10% degli over 80 che la potevano fare.

"Faccio appello per il secondo booster per le persone over 80, per chi vive in Rsa e i 60-69enni con fragilità" spiega Speranza sottolineando come i numeri dicano che una gran parte dei decessi registrati negli ultimi mesi è concentrata proprio in questa fascia d’età. Si tratta di quasi 10 mila morti tra gli over 80 da gennaio, in pratica oltre 3mila al mese: per l’esattezza 9802 i morti over 80, di questi circa la metà (4643) avevano ricevuto anche la terza dose. Da qui l'invito all'ulteriore booster a over 80 e fragili di 60-79 anni. All’11 maggio sono state somministrate 384.600 quarte dosi: in base alla platea ufficiale (4.422.597 di cui 2.795.910 di over 80, 1.538.588 pazienti fragili della fascia di età 60-79 e 88.099 ospiti delle Rsa), il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 9%.

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Questi i dati mentre l'istituto superiore di sanità certifica la decrescita del rischio pandemico in Italia: scende infatti l'incidenza settimanale a livello nazionale con 458 casi di Covid ogni 100mila abitanti contro i 559 della settimana precedente. Nel periodo 20 aprile-3 maggio, l'Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,96, sostanzialmente stabile rispetto alla settimana precedente.

Per quanto riguarda gli ospedali il tasso di occupazione in terapia intensiva scende al 3,4% (dato al 12 maggio) rispetto al 3,7% della settimana precedente. Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale scende al 12,6% contro il 14,5% di sette giorni fa. Secondo il monitoraggio settimanale della cabina di regia di ministero della Salute e Iss, inoltre nessuna Regione è classificata a rischio "alto". Tre Regioni sono classificate a rischio "moderato", di cui due per molteplici allerte di resilienza. Le restanti Regioni sono classificate a rischio "basso". Scendono a 10 le Regioni che superano la soglia di allerta del 15% per l'occupazione dei reparti ordinari da parte di pazienti Covid, rispetto alle 12 della scorsa settimana: Abruzzo (20,6%); Basilicata (23,2%); Calabria (21,3%); Campania (15,7%); Molise (15,3%); Puglia (17,2%); Sardegna (15,7%); Sicilia (18,6%); Umbria (31,6%); Valle d'Aosta (16,6%). Nessuna Regione supera invece la soglia di allerta del 10% per l'occupazione delle terapie intensive.

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