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Giovedì, 25 Aprile 2024
La decisione

Il Piemonte sospende i ricoveri no Covid: i medici ''invocano'' la zona rossa

L'Unità di Crisi della Regione Piemonte ha disposto alle aziende sanitarie una sospensione temporanea, fatta eccezione per le urgenze. Intanto l'Ordine dei medici regionale chiede misure più rigide per contenere il contagio

L'aumento dei contagi e l'aggravarsi della pandemia hanno costretto la Regione Piemonte a sospendere temporaneamente i ricoveri no Covid, escluse le urgenze, così da garantire sufficienti posti letto a disposizione dei pazienti affetti da coronavirus.

Il Piemonte sospende i ricoveri no Covid

Come si legge in una nota, l'Unità di Crisi della Regione Piemonte ha dato disposizione a tutte le aziende sanitarie del Piemonte di sospendere temporaneamente i ricoveri no Covid, escluse le urgenze, i ricoveri oncologici e quelli in cosiddetta fascia 'A', cioè da effettuare entro 30 giorni. Differite anche tutte le attività ambulatoriali, ad eccezione di quelle contrassegnate con codice 'U', cioè urgenti, da garantire entro 72 ore e 'B', da assicurare entro i entro 10 giorni. Esclusi dal provvedimento anche gli screening oncologici. A darne notizia una nota della Regione.

''In questo modo - spiega l'Unità di Crisi della Regione Piemonte - si punta a passare da un numero di posti letto dedicati al Covid di 2.201 (20% del totale disponibile) a 4.403 (35-40%), come previsto dal piano pandemico, a fronte di una soglia di occupazione che ieri ha superato di due punti la soglia critica, attestandosi al 42%''.

A fronte dell'incremento dei ricoveri di pazienti positivi al Covid 19, il Dirmei ha chiesto alle Aziende sanitarie di incrementare di almeno il 20% i posti letto di terapia intensiva dedicati ai pazienti Covid. L'occupazione delle terapie intensive è, infatti, arrivata a un tasso del 36%. 

''Non siamo in affanno, ma bisogna agire''

''La necessità di allentare la pressione sulla rete ospedaliera costringe il Dirmei a prendere nuovi provvedimenti, nella corretta applicazione del piano pandemico. Non vuol dire che siamo in affanno, visto che abbiamo ancora ampi margini di manovra sulla riorganizzazione delle nostre strutture in caso di peggioramento della situazione, ma occorre agire in considerazione dell'evolversi dell'epidemia''. Sono le parole di Emilpaolo Manno, coordinatore dell'area sanitaria dell'Unità di Crisi spiega la decisione di sospendere temporaneamente i ricoveri no Covid, escluse le urgenze, i ricoveri oncologici e quelli in cosiddetta fascia 'A', le attività ambulatoriali escluse quelle di fascia 'U' e 'B' e di incrementare di almeno del 20% i posti in terapia intensiva: ''Quanto alle prestazioni ordinarie procrastinate, queste verranno riprogrammate appena possibile e in ogni caso le urgenze, le patologie oncologiche e i percorsi nascita saranno tutelati come sempre. Inoltre, abbiamo raccomandato alle aziende che si cerchi il più possibile di sviluppare la gestione dei pazienti Covid a domicilio''.

Piemonte, i medici chiedono la zona rossa

Istituire subito in Piemonte la zona rossa. A chiederlo l'Ordine dei medici di Torino che sottolinea "la situazione epidemiologica attuale in Piemonte vede un costante aumento, giorno dopo giorno, dei contagi e dei ricoveri per Covid-19, con il concreto rischio di saturazione dei reparti ospedalieri. In queste ore a livello nazionale e a livello locale è in corso una discussione sull'opportunità di istituire una 'zona rossa' nella nostra regione a partire dalla prossima settimana. Come Ordine riteniamo che debba partire immediatamente: aspettare ancora altri giorni prima di procedere con nuove misure, che in ogni caso dovranno essere adottate, non ha alcuna logica né dal punto di vista sanitario né da quello economico e sociale"

Secondo l'Ordine dei medici di Torino, "il pericolo maggiore è infatti che la situazione di qui alla prossima settimana possa aggravarsi ulteriormente causando, di conseguenza, un più marcato aumento dei contagi, dei pazienti ricoverati e purtroppo dei decessi. Ma non solo: una chiusura tardiva, oltre a essere meno efficace rischia anche di rivelarsi più lunga e quindi meno sopportabile per le attività economiche e per le ripercussioni sotto il profilo sociale e psicologico".

"Abbiamo alcune stime secondo cui l'incidenza di persone positive in Piemonte, che al 7 marzo era di 277 ogni 100.000 abitanti, potrebbe raddoppiare entro le prossime due settimane a parità di condizioni - sottolinea il presidente dell'Ordine dei Medici Guido Giustetto - e' demenziale che il Governo assuma decisioni sulla base di rilevazioni risalenti a 10 giorni prima, utilizzando un sistema farraginoso che non tiene conto di tutti i dati già a disposizione e delle proiezioni possibili. Intervenire quando la situazione è ormai fuori controllo non serve".

Coronavirus in Piemonte, il bollettino di oggi mercoledì 10 marzo 2021

L'Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 2.086 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 347 dopo test antigenico), pari al 8,8% dei 23.758 tamponi eseguiti, di cui 12.895 antigenici. Dei 2.086 nuovi casi, gli asintomatici sono 740 (35.5%). I casi sono 336 di screening, 1.171 contatti di caso, 579 con indagine in corso, 29 in Rsa e strutture socio-assistenziali, 191 in ambito scolastico e 1.866 tra la popolazione generale. Il totale dei casi positivi diventa quindi 268.567, di cui 22.841 Alessandria, 13.347 Asti, 8.905 Biella, 36.498 Cuneo, 20.738 Novara, 142.755 Torino, 9.998 Vercelli, 10.128 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.273 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.084 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 244 (+16 rispetto a ieri). I ricoverati non in terapia intensiva sono 2.532 (+100 rispetto a ieri). Le persone in isolamento domiciliare sono 21.901. I tamponi diagnostici finora processati sono 3.219.167 (+23.758 rispetto a ieri), di cui 1.222.488 risultati negativi.

Sono 29 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall'Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 7 oggi. Il totale è ora di 9.562 deceduti risultati positivi al virus, 1.430 Alessandria, 606 Asti, 387 Biella, 1.129 Cuneo, 793 Novara, 4.379 Torino, 431 Vercelli, 321 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 86 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte. I pazienti guariti sono complessivamente 234.328(+1149 rispetto a ieri), 20.257 Alessandria, 12.049 Asti,8.000Biella, 31.845 Cuneo, 18.263 Novara, 123.616 Torino, 8.513 Vercelli, 8.821 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.139 extraregione e 1.825 in fase di definizione.

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