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Giovedì, 25 Aprile 2024
Giustizia

Caso Amara, Piercamillo Davigo rinviato a giudizio

L'ex componente del Csm è accusato di rivelazione del segreto d'ufficio per aver divulgato i verbali di Piero Amara, ex avvocato esterno di Eni, sulla presunta loggia Ungheria

Il gup di Brescia Federica Brugnara ha rinviato a giudizio l'ex componente del Csm Piercamillo Davigo accusato di rivelazione del segreto d'ufficio per aver divulgato i verbali di Piero Amara, ex avvocato esterno di Eni, sulla presunta loggia Ungheria. La decisione è arrivata dopo tre udienze preliminari e un'ora di camera di consiglio.

In aula non era presente l'ex magistrato impegnato a Pisa per un convegno su Tangentopoli, assente anche il difensore di fiducia Francesco Borasi. La prima udienza del processo è fissata per il prossimo 20 aprile davanti alla prima sezione penale.

Secondo l'accusa l'allora consigliere del Csm avrebbe "rassicurato" il pm di Milano Paolo Storari di essere autorizzato a ricevere copia dei verbali coperti da segreto - sostenendo che il segreto non era opponibile visto il suo ruolo - quindi "violando i doveri inerenti alle proprie funzioni ed abusando della sua qualità" avrebbe diffuso ad altri componenti del Csm - in un modo ritenuto "informale e senza alcuna ragione ufficiale" - il contenuto degli stessi "pur avendo l'obbligo giuridico ed istituzionale" di impedirlo. Questa l'accusa mossa a Davigo dai pm di Brescia Donato Greco e Francesco Milanesi. Laconico il commento rilasciato all'AdnKronos da Francesco Borasi, difensore del magistrato: "Davigo si difenderà fortemente".

Slitta, invece, a sorpresa al prossimo 7 marzo la decisione dello stesso giudice sul pm Storari che ha scelto il rito abbreviato e per cui l'accusa, oggi, ha chiesto una condanna a sei mesi per rivelazione del segreto d'indagine per aver consegnato a Davigo - nell'aprile 2020 - i verbali dell'avvocato Amara in cui rivelava l'esistenza della presunta loggia segreta con nomi di magistrati e autorità. Un gesto fatto per rispondere, a suo dire, all'immobilismo dei vertici della procura. La difesa, rappresentata dall'avvocato Paolo Della Sala, ha ribadito la "legittimità della condotta" del suo assistito. Ora spetta al gup decidere il destino del pm di Milano che rischia anche il trasferimento.

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