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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cosa fare

Positivi al virus dopo la prima dose di vaccino: il chiarimento del ministero della Salute

Se l'infezione avviene oltre i 14 giorni dalla prima somministrazione non ci sarà bisogno della seconda dose. Altrimenti il richiamo va fatto, ma entro sei mesi

Chi ha contratto un'infezione da Sars-Cov-2 oltre il 14esimo giorno dalla somministrazione della prima dose di vaccino, non dovrà sottoporsi alla seconda. La 'schedula' vaccinale è da considerarsi completata in quanto l'infezione è equivalente alla somministrazione della seconda dose, ma il secondo vaccino non è comunque controindicato. Lo comunica in una circolare del ministero della Salute, il direttore generale Giovanni Rezza ed aggiunge: "In caso di infezione invece entro il 14esimo giorno dalla somministrazione della prima dose di vaccino, la seconda dose andrà effettuata entro i sei mesi dalla data del primo test molecolare positivo".

Terza dose con Pfizer e Moderna, via libera dell'Aifa

Intanto oggi è arrivato il via libera alla terza dose di vaccino. Il consiglio di amministrazione dell'Agenzia Italiana del Farmaco, convocato in via d'urgenza, "ha approvato all'unanimità l'utilizzo di una dose aggiuntiva di vaccino ad mRNA (terza dose)". Il provvedimento, ha fatto sapere l'Aifa in un comunicato, "riguarda soggetti con immunosoppressione grave, in accordo alla valutazione del medico curante, quali ad esempio trapiantati, oncologici, dializzati oltre che gli anziani (≥ 80 anni) e i ricoverati nelle RSA". Per gli operatori sanitari il richiamo "è previsto in condizioni di particolare esposizione a rischio"

La delibera di approvazione segue il parere già espresso dal Comitato Tecnico Scientifico nazionale della Protezione Civile e quello di oggi della Commissione tecnico Scientifica Aifa.

La vaccinazione aggiuntiva prevista nella delibera, ha spiegato l'Aifa, "sarà resa disponibile mediante inserimento dei vaccini Cominarty e Spikevax (Pfizer e Moderna, ndr) nell'elenco di cui alla L. 648/96 con spesa a carico di apposito fondo del Ministero della Salute dedicato all'acquisto di farmaci e vaccini Covid, in analogia a quanto già avvenuto per la disposizione emergenziale all'uso degli anticorpi monoclonali anti SARS-CoV-2". Nel provvedimento, precisa l'AIFA, "non viene inclusa la popolazione generale in attesa che EMA valuti i dati forniti dalle aziende produttrici dei suddetti vaccini".

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