Le 4 domande sull'alluvione in Emilia Romagna
L'alluvione in Emilia Romagna ha causato 14 vittime e più di 25mila sfollati. In seguito agli eventi catastrofici sorgono alcune domande sia sulla gestione dell'emergenza, sia sulla prevenzione, che anche sui danni che l'alluvione ha provocato
14 vittime, più di 20 mila sfollati, 43 comuni allagati, più di 300 frane, 600 strade chiuse. Sono i numeri della spaventosa alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna, la seconda in dieci giorni. Un disastro senza precedenti, forse pari solo al terremoto del 2012. Il consiglio dei ministri si occuperà di fare la conta dei danni e confermare gli aiuti per la popolazione. Ma a fronte di questi numeri, dobbiamo farci delle domande.
Era prevedibile?
Risposta: sì. Abbiamo ottenuto una mappa che mette in relazione le province più colpite dall’alluvione e quelle in cui si è consumato più suolo. La simulazione che la startup emiliana SaferPlaces ci ha redatto prevedeva in dettaglio quanto successo lo scorso 16 e 17 maggio in Romagna.
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È stato fatto abbastanza per evitare il disastro?
L’Emilia Romagna tra il 2015 e il 2022 ha ricevuto 190 milioni di euro per la realizzazione di 23 opere per prevenire il rischio idrogeologico. Al momento meno della metà sono state realizzate o risultano in funzione. Sempre parlando di soldi secondo la corte dei conti tra il 2020 e il 2021 la regione ha restituito al governo 55 milioni di euro che era destinati a opere di bonifica di alcuni fiumi nella provincia di Ferrara e della Romagna. Il motivo? Non sono stati spesi in tempo. Molti dei fiumi inseriti nel piano sono esondanti nei giorni scorsi.
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Ma serve ancora prevenire?
Secondo il responsabile scientifico di Legambiente Andrea Minutolo la strategia del contenimento - cioè quella usata fino ad oggi - non serve più: quello che serve è "spostare le case" lontano dai fiumi invece che impedire che il fiume esondi. Non si tratta quindi di “contenere” ma di ripensare al piano urbanistico generale.
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Ma non eravamo in siccità?
Sembrerà strano dirlo, ma una delle cause che più ha influito è stata proprio la secchezza del terreno. Con il terreno duro e solido venuto da due anni di forte siccità, l’acqua ha fatto fatica ad assorbirsi rimanendo in superficie, erodendo i terreni e contribuendo ad allagare ben 43 tra città e piccole frazioni.
E ora chi paga i danni?
Si parla di 1,5 miliardi. Ma ancora non si conosce la cifra esatta dei danni a persone e cose che la grande alluvione ha provocato: probabilmente il numero aumenterà. Come si pagheranno? Ancora non è stato deciso, si parla di Pnrr o di stanziamento di fondi ad hoc. Il prossimo consiglio dei ministri dovrà occuparsi anche di questo. Sì perché oltre ai soldi, occorrerà ripensare alla gestione delle emergenze di questo tipo e dare risposte sulla gestione delle "emergenze eccezionali". Che poi, molto probabilmente, eccezionali non sono più.