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Venerdì, 19 Aprile 2024
Polemica

Il primario contro i no vax: "Avrete le mie cure ma mi fate schifo"

Fanno discutere le parole del medico, affidate a uno sfogo su Facebook

Uno sfogo pesante. Parole dure, insolite per un medico. Umberto Gnudi, primario facente funzioni del pronto soccorso di Pesaro, è l'autore su Facebook un durissimo post rivolto a chi non vuole vaccinarsi contro Covid-19. Ai no vax dice: "Avrete le mie cure al meglio che posso, come sempre. Ma sappiate che mi fate schifo".

"Cerco di essere il più possibile politicamente corretto. Ma adesso non posso più farlo - ammette Gnudi - All'ennesimo caso di no vax positivo (anziano con figli no vax, strafottente cinquantenne 'tanto a me non capita', trentenne palestrato 'con questo fisico non ho paura di niente') che vuol dire più lavoro e più rischio per noi sanitari stremati, ma soprattutto meno risorse e posti letto per tutti gli altri malati, vittime innocenti di cieca stupidità, ho perso la pazienza! Non voglio più avere a che fare con voi!!! Siete tra i miei 'amici' di Facebook? Vi prego, se vi è rimasta una briciola di dignità, cancellatevi. Altrimenti, appena me ne accorgo, lo farò io".

"Venite in Pronto soccorso malati?  - scrive ancora Gnudi - Vi curerò, è il mio lavoro, ma senza parlarvi. Sappiate che vi disprezzo. Non è questione di libertà di pensiero, ma di rispetto per la comunità. Non ne avete, non ne meritate. Avrete le mie cure al meglio che posso, come sempre. Ma sappiate che mi fate schifo".

Il post del primario Gnudi è diventato in poche ore virale. Sotto al messaggio, pochi i commenti di solidarietà nei confronti del medico, tantissimi invece quelli di critica, conditi il più delle volte da insulti.

primario contro no vax fate schifo-2

A fine settembre, Gnudi aveva scritto un altro sfogo, per parlare della situazione dei medici del pronto soccorso stremati dall’emergenza Covid. "I medici scappano dal Pronto Soccorso. Li capisco. Sono stato tentato anch'io. Molto, molto tentato. Ma non ora. Il mio posto è ancora qui. Rispetto e comprendo chi se ne va: il nostro mestiere è un padrone esigente - scriveva in quell'occasione - Ma resta il lavoro più bello del mondo. Bisogna poterlo fare bene, e per farlo bene bisogna essere in tanti, e se siamo in tanti ne verranno altri, e potremo farlo ancora meglio".

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