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Venerdì, 29 Marzo 2024
La nuova cronologia / Cina

Il primo caso di Covid al mondo

La nuova analisi dello scienziato Worobey su Science suggerisce che il primo paziente noto ammalato di coronavirus era davvero una venditrice nel grande wet market di Wuhan, non un contabile che viveva a molti chilometri da lì. In una metropoli di 11 milioni di persone, metà dei primi casi sono legati a un luogo delle dimensioni di un campo da calcio

Il primo caso di Covid è stato quella di una venditrice del mercato degli animali di Wuhan risultato positivo intorno alla metà di dicembre, e non un contabile positivo pochi giorni prima, che viveva a chilometri di distanza, come ipotizzato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel suo report sulle origini del virus reso noto a marzo 2021. Da lei sarebbe partito tutto. Una ricostruzione alternativa e molto solida è stata pubblicata sulla rivista Science e viene rilanciata oggi dal New York Times, riaccendendo così il dibattito sulle origini della pandemia, fra le ipotesi di fuga dal laboratorio di Wuhan e contagio da animale a uomo. La parola fine probabilmente non verrà mai scritta sul giallo dell'origine del virus. Ma ci sono segnali forti che riportano molti dei primi casi (anzi, proprio il primo caso accertato secondo la nuova cronologia) a quel mercato del pesce di Wuhan su cui sin da subito si erano concentrate le attenzioni.

"Il primo caso di Covid è legato al mercato di Wuhan"

Lo scienziato Michael Worobey, esperto nel tracciare l’evoluzione dei virus alla University of Arizona, ha notato delle discrepanze fra le informazioni pubbliche disponibili ma anche tramite interviste condotte in Cina. Ed è arrivato alla conclusione che i legami del venditore al Huanan Seafood Wholesale Market e i primi pazienti ricoverati suggeriscono che il virus arrivi dal mercato.

La nuova analisi suggerisce che il primo paziente noto ammalato di coronavirus era una lavoratrice del grande mercato di animali di Wuhan, non un contabile che viveva a molti chilometri da lì. Il rapporto, pubblicato giovedì sulla prestigiosa rivista Science, ravviverà, anche se certamente non risolverà, il dibattito sul fatto che la pandemia sia iniziata con uno spillover dalla fauna selvatica venduta al mercato, una fuga da un laboratorio di virologia di Wuhan o in qualche altro modo. Il dottor Worobey sostiene che i legami del venditore con il mercato del pesce di Wuhan, così come una nuova analisi delle connessioni al mercato dei primi pazienti ospedalizzati, suggeriscono fortemente che la pandemia sia iniziata lì.

"In questa città di 11 milioni di persone, metà dei primi casi sono legati a un luogo delle dimensioni di un campo da calcio", ha affermato il dott. Worobey. "Diventa molto difficile spiegare questo schema se l'epidemia non è iniziata sul mercato". Diversi esperti, tra cui uno degli investigatori della pandemia scelti dall'OMS, hanno affermato che il lavoro investigativo del dottor Worobey è stato solido e che il primo caso noto di Covid è stato molto probabilmente un venditore di frutti di mare. Negli stessi spazi si mescolavano persone e animali, anche selvatici, vivi e morti, in scarse condizioni di igiene. Dal primo gennaio 2020 il mercato venne chiuso.

Non è tutto. Molti dei primi casi non sono solo legati al mercato, ma sono specificamente legati alla parte occidentale del mercato dove venivano ospitati e venduti cani vivi come i cani procione. I cani procione sono un potenziale ospite intermedio: possono essere infettati da SARS-CoV-2 ma mostrano pochi sintomi. "Questa è una prova convincente che il Covid-19 ha un'origine nel mercato associata ad animali vivi, molto simile al primo virus della SARS", afferma David Robertson dell'Università di Glasgow, in Scozia. "È difficile dire se le prime trasmissioni iniziali siano avvenute dagli animali ai clienti o tramite i fornitori o in entrambi i modi".

Come è iniziata la pandemia

Le prove sono ancora insufficienti per risolvere in modo decisivo la questione più ampia su come sia iniziata la pandemia precisa il New York Times. Hanno suggerito che il virus probabilmente ha infettato un "paziente zero" qualche tempo prima del caso del venditore e poi ha raggiunto la massa critica per diffondersi ampiamente nel mercato. Gli studi sui cambiamenti nel genoma del virus, incluso uno condotto dallo stesso Dr. Worobey , hanno suggerito che la prima infezione si sia verificata all'incirca a metà novembre 2019.

Verso la fine di dicembre 2019, i medici di diversi ospedali di Wuhan hanno rilevato misteriosi casi di polmonite insorti nelle persone che lavoravano al mercato all'ingrosso di frutti di mare di Huanan, uno spazio umido e poco ventilato dove venivano venduti frutti di mare, pollame, carne e animali selvatici.

Nel loro rapporto di mesi fa, gli esperti dell'OMS avevano concluso che il virus molto probabilmente si era diffuso alle persone da uno spillover animale, ma non avevano potuto confermare che il mercato di Wuhan-Huanan fosse la fonte. Il team di esperti aveva anche visitato diversi laboratori a Wuhan e aveva considerato la possibilità che il virus fosse entrato in contatto con la popolazione umana come risultato di un incidente di laboratorio. L'assenza di dati grezzi originari rende e renderà improbo mettere la parola fine alle speculazioni.

Ma è un dato di fatto che il Wuhan Central Hospital e l'Hubei Xinhua Hospital avevano riconosciuto ciascuno sette casi di polmonite inspiegabile prima del 30 dicembre, che sarebbero stati confermati come Covid-19. In ogni ospedale, quattro casi su sette erano collegati al mercato. Certezze sull'origine del virus ce ne sono poche, ma il mercato del pesce di Wuhan torna oggi al centro dell'attenzione. Michael Worobey faceva parte della quindicina di studiosi che a metà del maggio scorso fecero appello su Science affinché fosse considerata seriamente l'ipotesi che all'origine del Covid vi fosse invece una fuga del virus da un laboratorio di Wuhan. Il 7 gennaio 2020 le autorità cinesi confermarono di aver identificato un nuovo tipo di virus, precisamente un coronavirus, la stessa famiglia di cui fanno parte, tra gli altri, l’influenza, la Sars e la Mers. Il nuovo coronavirus venne rinominato "2019-nCoV". Era l'inizio di un lungo incubo di cui solo ora si intravede la fine all'orizzonte.

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