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Giovedì, 25 Aprile 2024
Le destre soffiano sul malcontento

Non è andato tutto bene: dopo un anno di pandemia si scaldano le piazze

Poliziotti feriti a Roma, cortei nelle piazze d'Italia e anche sull'autostrada A1 tanto da bloccare il traffico tra Nord e Sud: quella che si conclude con il solito coprifuoco è una giornata diversa dalle altre. Qualcosa è cambiato

A oltre un anno dall'inizio della pandemia in piazza Montecitorio a Roma la protesta di commercianti e imprese della ristorazione è sfociata in tensioni, spintoni, lancio di bottiglie e fumogeni, scontri con le forze dell'ordine. Una piazza variegata, che ha visto oltre alle associazioni di commercianti riunite nel movimento "Io apro", le infiltarzioni dei soliti esponenti delle galassie di estrema destra, Casapound in testa.

Al grido di "Libertà" i manifestanti contestavano il pacchetto di misure che prevede l'istituzione delle sole zone rosse e arancioni fino al 30 aprile, ma segnali di una tensione sociale sempre più alta arrivano da tutti i territori italiani. Proviamo a fare chiarezza.

Che cosa è successo a Roma

Come abbiamo visto in diretta davanti alla Camera dei Deputati si è tenuto un sit-in concordato da alcune organizzazioni di ristoratori e commercianti che sollecitano al Governo le riaperture dopo tanti mesi di restrizioni per contenere l'epidemia. Prima i cori "buffoni" e "libertà", poi il lancio di un fumogeno e di alcuni oggetti, infine il tentativo di sfondare il cordone della polizia che bloccava l'accesso a piazza Montecitorio, ma solo dopo un comizio di Vittorio Sgarbi, deputato di Rinascimento, di Federico Mollicone, deputato di Fratelli d'Italia e dell'attore Enrico Montesano.

La situazione è degenerata quando intorno alle 15:30 e si è arrivati ad uno scontro tra alcuni manifestanti e le forze dell'ordine in assetto antisommossa, con lancio di fumogeni e bottiglie. Le forze dell'ordine hanno respinto i manifestanti che stavano rovesciando le transenne che circondano la piazza.

manifestazione roma oggi-3-2

Tra i contestatori anche qualcuno con le bandiere blu di Italexit, il movimento del senatore ex M5s Gianluigi Paragone, ed è spuntato anche un emulo di Jake Angeli, il vichingo sciamano che assaltà il Campidoglio a Washington: Hermes Ferrari, ristoratore modenese in trasferta a Roma, 51enne e padre di una figlia di 20 anni come raccontava in una video intervista a ModenaToday. Con il volto truccato con i colori della bandiera italiana ha spiegato: "Siamo esasperati. Nessuno ci ha mai ascoltato. Spero che ora qualcuno si accorga di noi e ci ascolti". 

Alla fine dei tafferugli un agente è rimasto ferito mentre una donna ha avvertito un malore. Sette al momento le persone identificate e la cui posizione è al vaglio della polizia. Tre rappresentanti dei manifestanti sono stati invece ricevuti alla Camera dei deputati. Tra le associazioni che hanno aderito alla protesta e che erano presenti in piazza risultano: Mio Italia, Movimento Io Apro, la Rete delle Partite Iva, Apit Italia, Pin, Associazione Fieristi Italiana e Lo Sport è Salute. A manifestare anche alcuni movimenti politici, come Italexit e CasaPound.

Gli ambulanti bloccano l'autostrada A1

Che il clima della giornata sarebbe stato decisamente acceso lo si era capito già al mattino quando un corteo degli ambulanti che protestavano contro le restrizioni anti-Covid ha dato vita ad un blocco stradale sulla autostrada A1 tra Napoli e Caserta. I mercatali che aderiscono alla sigla Ana-Ugl hanno bloccato la circolazione autostradale in entrambi i sensi di marcia con camion e furgoni. Alcuni esponendo dei cartelli sui furgoni: "Ridateci Conte", "Per il Governo siamo invisibili, chiediamo solo di lavorare" e "sindaci incapaci", alcune delle scritte. 

protesta ambulanti autostrada a1 ansa-2

Ma manifestazione dei lavoratori del commercio ambulante si sono tenute anche a Milano, in piazza Duca d'Aosta dove oltre un centinaio di persone si sono ritrovate nella piazza di fronte alla Stazione Centrale e vicino al palazzo che ospita il Consiglio regionale della Lombardia per chiedere di poter riprendere a lavorare. Come spiega Milanotoday il prefetto Renato Saccone ha ricevuto, alle 18.30, una delegazione degli ambulanti.

La rivolta delle mutande in Campania

Tornando in Campania si stima che siano circa 800 i negozi che oggi hanno riaperto per protestare contro le misure anti-Covid esponendo in vetrina capi d'abbigliamento intimo. Una provocazione il cui significato è fin troppo esplicito. "La nostra idea - spiega Roberta Bacarelli di Federmoda Campania - è stata come un'onda che ha travolto i principali centri del commercio non solo di Napoli ma anche di Caserta, Salerno, Pompei, Castellammare di Stabia e altri comuni molto popolosi. È una forma di protesta civile che deve far riflettere su come non è la categoria merceologica a poter decidere il destino delle nostre attività commerciali, ma la sicurezza e il rispetto delle norme anti Covid nei luoghi dove vendiamo. Se ci chiudono perché vendiamo abiti o gioielli, noi mettiamo in vetrina mutande".

napoli protesta commercianti ansa-2

Il decreto attualmente in vigore prevede infatti che in base ai codici Ateco i negozi di intimo, di abbigliamento per bambini o di articoli sportivi possano restare aperti anche nelle zone rosse. E così in molti esercizi che normalmente venderebbero tutt'altro sono state esposte felpe, leggings, boxer e reggiseni.

In alcuni negozi è arrivata anche la polizia per assicurarsi che non ci fosse vendita in atto. Ma quella dei commercianti era e resta soprattutto una protesta, non un modo per aggirare le norme in vigore. Bacarelli assicura però che la protesta "andrà avanti ad oltranza, o comunque fino a quando le disposizioni non cambieranno. 

"Siamo in mutande": la protesta dei commercianti di Napoli

Piove insomma sul bagnato mentre nuovi interrogativi si addensano sulla campagna vaccinale dopo il nuovo taglio alle forniture di Astrazeneca e l'attesa pronuncia dell'ente di farmaco vigilanza europea che potrebbe mettere un limite alle somministrazioni del vaccino prodotto da Oxford.

Sul piano economico aprile sarà un mese ancora molto duro con l'Italia di nuovo metà arancione metà rossa da oggi, dopo il mini-lockdown pasquale, e con poche possibilità di vere riaperture fino al 30 aprile. Dal Governo trapela la speranza che a Maggio molte regioni possano colorarsi di giallo e persino di bianco ma l'attesa dei più è ancora una volta relegata nei sostegni che il Governo dovrà decretare per le attività economiche. 

Il tetto del 30% che fa arrabbiare gli esercenti

I rappresentanti delle diverse organizzazioni delle imprese del commercio, della ristorazione, dell'artigianato, della distribuzione e le cooperative, hanno tenuto le loro audizioni virtuali al Senato chiedendo al Governo più aiuti a fondo perduto di quelli previsti dal Decreto legge Sostegni e di conseguenza un "nuovo e robusto scostamento di bilancio" per poter aumentare il debito pubblico necessario a questo scopo.

Attualmente il Decreto Sostegni destinerà in aiuti alle imprese 11 miliardi di euro che vanno a sommarsi a quelli erogati dai quattro precedenti decreti ristori del governo Conte. Tecnicalità e peculiarità a parte, dalle audizioni è emerso che, nonostante le chiusure e il ripiegamento dell'economia causa dell'emergenza Covid, più della maggioranza delle imprese nel 2020 non ha registrato perdite superiori al 30% del fatturato mensile medio registrato nel 2019. Questo dovrebbe essere un buon indicatore, ma dal punto di vista degli imprenditori non lo è perché il tetto impedisce l'accesso ai crediti a fondo perduto. Da qui la proposta della Cna, condivisa anche da altri, di prevedere un "decalage" degli aiuti in modo da includere un maggior numero di imprese negli aiuti. 

Cosa ci sarà nel nuovo decreto Sostegni di aprile-maggio

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