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Martedì, 16 Aprile 2024
Dubbi e risposte

Quanta confusione c'è ancora sulle mascherine (dopo un anno di pandemia)

Ci sono esperti secondo cui le chirurgiche bastano e avanzano anche in spazi chiusi, e chi (nella medesima regione) chiede con interrogazioni in consiglio che le Ffp2 diventino obbligatorie sui mezzi pubblici. Come stanno le cose

Siamo in piena terza ondata, il picco potrebbe arrivare intorno alla fine del mese e poi la speranza è che, anche grazie alla campagna vaccinale, l'emergenza cessi di essere tale. Ma è ancora lunga. Intanto preferire le mascherine chirurgiche a quelle di comunità e ampliare il distanziamento fisico a 2 metri. Sono le regole basilari che Carlo Signorelli, professore di Igiene all'università Vita-Salute San Raffaele di Milano, dettaglia in un'intervista a 'La Repubblica', dove spiega come difendersi dalla variante inglese di Sars-CoV-2, più trasmissibile e ormai dominante. Quali mascherine usare, e in quali situazioni? Che dopo un anno di pandemia ancora non ci siano indicazioni chiare ha del surreale. Ci sono professori ed esperti secondo cui le chirurgiche bastano e avanzano anche al chiuso, chi (nella medesima regione) chiede che le Ffp2 diventino obbligatorie sui mezzi pubblici.

Mascherine, quali usare? "Ffp2 non necessarie, ok quelle chirurgiche"

Partiamo dalle mascherine, che ormai fanno parte della vita quotidiana di tutti noi da un anno intero. Alcuni Paesi impongono la mascherina Ffp2. Ha senso? "Le Ffp2 sono mascherine professionali pensate per chi lavora accanto a pazienti infetti - ricorda l'esperto - Usarle nella vita di tutti i giorni non è necessario. Consiglierei invece il passaggio dalle mascherine di comunità a quelle chirurgiche. Le prime non hanno alcun tipo di certificazione. Possono avere i livelli di protezione più vari. Le chirurgiche invece hanno standard validati. Almeno sui mezzi pubblici, nei negozi e negli spazi chiusi frequentati mi affiderei a loro. Sono ottimi strumenti di protezione, se ben indossate coprendo anche il naso. Non a caso sono state rese obbligatorie da subito sui voli aerei". E poi? Dobbiamo allontanarci ancora di più l'uno dall'altro? "Sì, 2 metri sono meglio di uno - risponde Signorelli - Non è un valore tassativo, anche un metro e mezzo può essere sufficiente. L'importante è sapere che maggiore è la distanza, minore la quantità di virus con cui potremmo entrare in contatto. Un solo metro, con una variante così contagiosa in giro, rischia di non bastare".

Le regole-scudo valgono anche per i piccoli: "Anche i bambini dovrebbero indossare, e correttamente, le mascherine chirurgiche al posto di quelle di comunità, quando sono a scuola e giocano insieme - raccomanda l'igienista - Le mascherine andrebbero mantenute all'aperto anche come memento che la situazione richiede attenzione".

"In Lombardia sia obbligatorio indossare la Ffp2 sui mezzi pubblici"

Ma c'è chi chiede che in Lombardia diventi obbligatorio indossare le mascherine Ffp2 sui mezzi pubblici. La proposta è di Nicola Di Marco, consigliere regionale del Movimento cinque stelle, che ha presentato un'interrogazione al governatore Attilio Fontana. In zona arancione rafforzata, infatti, è previsto l'obbligo per i viaggiatori di indossare mascherine chirurgiche - in sostanza il nuovo provvedimento vieta le mascherine di "stoffa" -, ma il politico grillino vorrebbe "inasprire" la norma. "Ho depositato un'interrogazione al presidente Fontana a seguito dell’ordinanza che ha portato la regione in zona arancione rafforzato e che prevede, tra le restrizioni, ancora l’obbligo dell’utilizzo sui mezzi di trasporto della mascherina chirurgica. Siamo convinti che dopo un anno di pandemia serva pensare necessariamente a un cambio di passo anche su questo argomento", ha spiegato Di Marco nelle scorse ore.

"Le evidenze scientifiche dimostrano come l’utilizzo delle mascherine Ffp2 o Ffp3 sia più efficace rispetto a quello delle chirurgiche. I mezzi pubblici, utilizzati quotidianamente da pendolari e lavoratori, possono essere un luogo in cui il contagio si diffonde a causa di una aerazione spesso non soddisfacente o per un distanziamento difficile da rispettare in orari di punta. Per questo motivo, chiediamo a regione di mettersi al lavoro per rivedere al più presto, con lucidità e concretezza, questa parte di ordinanza e di pensare di passare dall’obbligo della mascherina chirurgica a quella Ffp2", l'appello del consigliere. "Considerato l’alto numero di varianti che si stanno diffondendo sempre di più in Lombardia, bisognerebbe pensare di utilizzare strumenti di prevenzione più forti, quindi anche a chi utilizza i mezzi per muoversi all’interno della regione. Oggi i nostri territori si trovano di fatto in una nuova 'zona rossa' ma dobbiamo già immaginare come arginare il contagio fra tre o quattro settimane, se le restrizioni dovessero essere di nuovo allentate", ha rimarcato. "Regione si attivi in prima persona ed ovviamente in accordo con il governo, per l’eventuale reperimento e distribuzione delle mascherine ad aziende di trasporto ed utenti: in questo modo sarà anche garantito un costo unitario di acquisto più basso, andando incontro alle esigenza del singolo cittadino che oggi per ragioni di costo deve necessariamente preferire la chirurgica. Ma in questo caso - ha concluso Di Marco - non si può parlare di spesa ma bensì di investimento per la tutela della salute dei lombardi, per questo ci auguriamo un confronto aperto da parte della Giunta Fontana".

Se tutti utilizzassero le mascherine chirurgiche...

Da varie inchieste è emerso che molte mascherine, anche Ffp2, sono irregolari e non proteggono. Dopo un anno di pandemia, i cittadini sono ancora costretti a destreggiarsi per riconoscere quali sono inadatte e possono metterli a rischio. Fabrizio Pregliasco, virologo e direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi di Milano, intervistato dalla Dire, fa chiarezza: "Le chirurgiche sono nate come utilizzo non protettivo verso l'esterno, se non come effetto conseguente, ma con lo scopo di assicurare il campo sterile in ambito chirurgico, affinche' il paziente non venga infettato dagli operatori in sala operatoria. La capacita' protettiva dall'esterno verso l'interno è del 20-30%, mentre dell'80% dall'interno verso l'esterno. L'impiego di questo prodotto, dispositivo medico, si basa sul fatto che se tutti le utilizziamo proteggiamo noi e gli altri dal Sars-CoV-2".

Come possiamo distinguere una mascherina appropriata da quelle che invece risultano inefficaci? Cosa deve esser scritto sulla confezione? "C'è un meccanismo di sottrazione delle regole, come sempre in tutte le cose, che però non ci deve allarmare: non e' detto che sia colpa del certificatore, e' la ditta che invia lotti di prodotto all'ente certificatore e che, dopo aver ottenuto la validazione, può mettersi a fare qualcosa di diverso. Servono pero' certificazioni periodiche che dimostrino che i prodotti siano sempre validi e che vengano certificati da un ente valido. L'elemento che e' emerso e' che alcuni dei certificatori, tra cui un ente turco, e' stato disattento rispetto a queste norme, perche' ha subappaltato, legalmente, la validazione anche a laboratori situati in Cina. In questo senso bisogna vedere se la Ffp2 riporta la marca della ditta produttrice cinese con il codice CE2163, certificazione rilasciata dalla società turca, se il marchio CE è conforme".

Pregliasco: "Sui mezzi pubblici meglio le Ffp2"

"La mascherina - dice sempre all'agenzia Dire Pregliasco -  deve essere un elemento che non deve far abbassare la guardia, in alcune situazioni si può pensare di utilizzare la chirurgica sopra un'altra mascherina per poter cambiare quella esterna piu' spesso. Una famiglia con quattro persone spenderebbe troppo se utilizzasse le Ffp2, quindi meglio una chirurgica seria, valida, gestendola attentamente pero' quando ha esaurito il suo compito. Rimane la regola che dobbiamo tenere la distanza quando siamo con altre persone, mentre a fronte delle varianti, dagli studi pare che la contagiosita' duri piu' a lungo nel tempo ma l'ipotesi che ci sia una carica virale maggiore, e quindi piu' droplet, non e' accertata. Ogni infezione necessita tuttavia di una carica virale sufficiente per contagiare, e' chiaro quindi che può esserci un droplet maggiore con alcune varianti. Resta pertanto la distanza come regola aurea, sia al chiuso che all'aperto. Se siamo su un mezzo di trasporto collettivo, meglio usare una Ffp2".

Mascherine, che cosa dice l'ISS

Le mascherine, obbligatorie sempre, al chiuso e all’aperto, ogni volta che si è in prossimità di persone non conviventi (fatta eccezione per patologie o disabilità che ne rendono incompatibile l’uso e per chi fa sport, comunque attuando il distanziamento dagli altri), rappresentano una misura complementare per il contenimento della trasmissione del virus e non possono in alcun modo sostituire il distanziamento fisico, l'igiene delle mani e l’attenzione scrupolosa nel non toccare il viso, il naso, gli occhi e la bocca. E' quel che si legge sul sito dell'Istituto Superiore di Sanità in una scheda di novembre, in piena seconda ondata.

Possono essere mascherine chirurgiche (monouso) o di comunità (lavabili a 60° con comune detersivo o secondo le istruzioni del produttore), anche auto-prodotte, in materiali multistrato idonei a fornire un’adeguata barriera e devono coprire dal mento fino al di sopra del naso. Nel caso in cui compaiano sintomi di infezione respiratoria è necessario l’utilizzo di mascherine certificate come dispositivi medici.

Prima di indossare la mascherina

  • lavare le mani con acqua e sapone per almeno 40-60 secondi o eseguire l’igiene delle mani con soluzione alcolica per almeno 20-30 secondi
  • indossare la mascherina toccando solo gli elastici, avendo cura di non toccare la parte interna
  • posizionare correttamente la mascherina facendo aderire il ferretto superiore al naso e portandola sotto il mento
  • accertarsi di averla indossata nel verso giusto (ad esempio nelle mascherine chirurgiche la parta colorata è quella esterna)

Durante l’uso 

  • se si deve spostare la mascherina manipolarla sempre utilizzando gli elastici o i legacci 
  • se durante l’uso si tocca la mascherina, si deve ripetere l’igiene delle mani
  • non riporre la mascherina in tasca e non poggiarla su mobili o ripiani

Quando si rimuove 

  • manipolare la mascherina utilizzando sempre gli elastici o i legacci
  • lavare le mani con acqua e sapone o igienizzarle con una soluzione alcolica

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