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Venerdì, 19 Aprile 2024
Le motivazioni della sentenza

Perché secondo la Consulta la quarantena Covid è legittima

La misura dell'isolamento "limita la libertà di circolazione" ma "non quella personale" e non è in alcun modo paragonabile agli arresti domiciliari

La quarantena Covid è legittima e non viola la libertà personale. Lo ha chiarito la Corte Costituzionale nelle motivazioni della sentenza 127 depositata oggi che dichiara lecita l'incriminazione di chi esce di casa dopo un provvedimento dell'autorità sanitaria che glielo vieta a causa della positività al coronavirus. 

"La quarantena imposta ai malati di Covid-19", spiegano i giudici, "limita la libertà di circolazione" e "non quella personale". "Essa infatti non implica alcun giudizio sulla personalità morale e la dignità sociale della persona risultata positiva, tale da richiedere la valutazione del giudice", si legge ancora. "Né l'applicazione della misura obbligatoria dell'isolamento, o il suo mantenimento, permette l'uso della coercizione fisica, perché, salve le eventuali conseguenze penali, chi è stato posto in quarantena è in condizione di sottrarsi alla misura senza che sia possibile impedirglielo fisicamente".

Il Tribunale di Reggio Calabria riteneva costituzionalmente illegittima la norma penale perché non prevede che il provvedimento dell'autorità sanitaria sia convalidato entro 48 ore dal giudice, come stabilisce l'articolo 13 della Costituzione sulla libertà personale, in applicazione della cosiddetta riserva di giurisdizione. La Consulta però è di tutt'altro parere. 

La quarantena non è paragonabile agli arresti domiciliari

La Corte ha anche escluso che la misura dell'isolamento sia in alcun modo paragonabile a quelle degli arresti domiciliari e della detenzione domiciliare, richiamate dal Tribunale di Reggio Calabria. Entrambe infatti, sottolineano i giudici, sono instaurate, o ripristinate, anche con l'impiego della forza fisica, e appartengono alla sfera del diritto penale, mentre la circostanza di avere contratto il virus Sars-Cov-2 non comporta valutazioni sulla responsabilità personale.

Pertanto, il fatto che la norma incriminatrice stabilisca che l'isolamento consegue a un provvedimento dell'autorità sanitaria non comporta la necessità costituzionale che tale provvedimento sia convalidato dal giudice ai sensi dell'articolo 13 della Costituzione.

Anzi. Poiché siamo nel campo della libertà di circolazione, secondo la Corte la norma penale avrebbe anche potuto introdurre un reato che consiste nel circolare, benché consapevoli di essere positivi al virus Sars-Cov-2, senza necessità che l'obbligo dell'isolamento sia prescritto da un apposito provvedimento amministrativo.

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