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Venerdì, 19 Aprile 2024
Tre anni di pandemia

Per chi è consigliata la quarta dose di vaccino Covid questo mese

La percentuale delle quarte dosi dovrebbe arrivare all'80% oltre i 60 anni di età secondo il presidente del Consiglio superiore di Sanità, Franco Locatelli. Le cose da sapere

L'ultima circolare del ministero della Salurte, diffusa alle Regioni il 29 dicembre, evidenzia che la quarta dose, anche detta seconda dose booster "è raccomandata per le persone di 60 anni e più e per quelle di 12 e più con elevata fragilità motivata da altre patologie, a operatori e ospiti delle Rsa, a operatori sanitari e donne in gravidanza". E gli under 60? Il dicastero spiega che i vaccini "possono comunque essere resi disponibili su richiesta dell'interessato, come seconda dose di richiamo per chi non rientra tra i fragili". Insomma, la scelta in quel caso diventa personale e conviene consultarsi con il proprio medico di famiglia per tutte le delucidazioni. Quindi chi vuole può comunque richiedere il secondo booster, facendolo però almeno quattro mesi dopo la somministrazione della terza dose.

Sopra gli 80 anni la copertura con quarta dose è del 43% circa. Fra i 70 e i 79 del 30%. Fra i 60 e i 69 sopra al 18%. La percentuale delle quarte dosi dovrebbe arrivare all'80% oltre i 60 anni di età secondo il presidente del Consiglio superiore di Sanità, Franco Locatelli. 

Magrini: "Nessuna nuova variante"

"Siamo uno dei paesi più vaccinati al mondo e con i vaccini migliori. Ma non dobbiamo sederci sugli allori. Non si vive di rendita e la campagna deve essere proseguita". Nicola Magrini sarà ancora per il mese di gennaio direttore generale di un'Agenzia italiana per il farmaco (Aifa) che il nuovo governo ha stravolto, abolendo la figura del direttore generale.

"Al momento non c'è nessuna nuova variante che superi o 'buchi' i vaccini disponibili - prosegue Magrini in una intervista a La Repubblica -. In Cina oggi stanno circolando le varianti che erano da noi diversi mesi fa. È come se a causa del lungo lockdown ora stessero vivendo una pandemia ritardata rispetto al resto del mondo. Per individuare un'eventuale nuova variante occorre restare vigili - aggiunge - e dovremmo migliorare la nostra capacità di sequenziamento. L'Italia non ha inizialmente brillato in questo campo, ma un buon sistema sentinella è in atto per capire cosa circola e cosa accade nel mondo". 

Tanti contagi ma nessun allarme

"Tanti contagi, ma non è allarme. Consiglio la quarta dose ai 50enni. Il governo? Ora ha capito la realtà": parola dell'ex direttore dell'Ema, Guido Rasi, in una intervista a La Stampa. La nuova fiammata del Covid in Cina dopo l'allentamento generale delle restrizioni là dove tutto è iniziato a fine 2019, "potrà darci un po' fastidio, i numeri dei contagi saliranno, ma senza un impatto significativo sugli ospedali", assicura il professore, microbiologo, già direttore esecutivo dell'Agenzia europea del farmaco. "A patto che non si sviluppi una nuova variante del virus - precisa subito - scenario improbabile, anche se è un rischio che non si può escludere".

A lungo Rasi è stato consulente dell'ex commissario per l'emergenza Covid, il generale Francesco Figliuolo, e ora sottolinea "il nostro punto di forza: gran parte della popolazione è in qualche modo immunizzata". Allo stesso tempo, "una dose in più, anche ai 50enni, non fa un soldo di danno: la raccomanderei comunque a chi non ha avuto un contatto con il Covid negli ultimi 6 mesi".

Per Massimo Andreoni, infettivologo dell'Università di Tor Vergata "è dimostrato che a distanza di 4-6 mesi dall'ultima dose del vaccino la protezione in termini di malattia grave e di morte cala. Questo riguarda la terza, la quarta o la quinta dose e le conferme sono arrivate da più Paesi nel mondo. L'immunità tende ad affievolirsi. È quello che vediamo in ospedale, non solo osservando i dati dell'Istituto superiore di sanità".

Teoricamente nuove varianti potrebbero essere in futuro più contagiose, anche se il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli di recente ha ribadito che è difficile pensare a qualcosa di più contagioso di Omicron, e anche a varianti capaci di causare sintomi gravi, o più capaci di sfuggire ai vaccini.

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