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Giovedì, 25 Aprile 2024
La lotta al virus

La quarta dose di vaccino anti covid: da cosa protegge e chi può farla

Successiva al ciclo primario di vaccinazione e utile sia contro il ceppo originario del virus Sars-CoV-2 sia contro alcune sottovarianti di Omicron, è consigliabile soprattutto per gli over 60 e per i fragili. Ma anche chi è in salute ed è più giovane, se vuole, può riceverla. Domande e risposte

L'allarme per i contagi in Cina, la diffusione del Covid-19 che fa ancora paura e i paesi occidentali (e non solo) che cercano di correre ai ripari: non è la fotografia di quanto accaduto ormai quasi tre anni fa, ma lo scenario di questi giorni, che per certi versi ricorda quanto avvenuto nell'inverno a cavallo tra 2019 e 2020. Ecco perché si torna a parlare di vaccino anti covid, di quarta dose o seconda dose di richiamo o secondo booster. In sintesi, si tratta di una dose di richiamo successiva al completamento del ciclo vaccinale primario, somministrata a distanza di un dato intervallo di tempo e che punta a mantenere o ripristinare un adeguato livello di risposta immunitaria. Chi la può ricevere, perché è consigliabile e da cosa ci protegge? Cerchiamo di fare chiarezza, con domande e risposte sulla quarta dose.

Perché bisognerebbe fare la quarta dose? La decisione di somministrare una seconda dose di richiamo è arrivata a seguito dell'aumentata circolazione del virus Sars-CoV-2 (in particolare per via della maggior trasmissibilità delle varianti Omicron) con la conseguente ripresa della curva epidemica. Si è registrato un aumento dei ricoveri (anche le terapie intensive, seppur in minor misura) e si basa sulle evidenze disponibili sull'efficacia della seconda dose di richiamo (secondo booster) nel prevenire forme gravi di Covid-19. Lo ricorda l'Humanitas.

Chi può fare la quarta dose (o seconda dose di richiamo)? Su richiesta, tutti i soggetti di almeno 12 anni di età, che già abbiano ricevuto la prima dose di richiamo da almeno 120 giorni, secondo quanto comunicato dal ministero della Salute a seguito delle indicazioni di utilizzo autorizzate da Ema (agenzia europea per i medicinali) e Aifa (agenzia italiana del farmaco) in merito ai vaccini ambivalenti.

Cos'è il ciclo primario? Il ciclo primario di vaccinazione è previsto per tutti i soggetti a partire dai 5 anni di età. Per la fascia di età 6 mesi - 4 anni (compresi) il vaccino è raccomandato ai bambini che presentano condizioni di fragilità, tali da esporli allo sviluppo di forme più severe di infezione da Sars-CoV2 ed è disponibile, su richiesta del genitore o di chi ne ha la potestà genitoriale, anche per la vaccinazione di tutti gli altri bambini in questa fascia d'età.

A quali soggetti è raccomandata in modo specifico? La somministrazione è raccomandata per le seguenti categorie, purché sia trascorso un intervallo minimo di almeno quattro mesi (120 giorni) dalla prima dose booster o dall'ultima infezione successiva al richiamo (data del test positivo): persone di 60 anni e più, persone di 12 anni e più con elevata fragilità motivata da patologie concomitanti/preesistenti, operatori e ospiti dei presidi residenziali per anziani, operatori sanitari, donne in gravidanza.

E quali vaccini vengono usati? Si tratta dei vaccini a m-RNA, cioè Comirnaty original/Omicron BA.1 e Spikevax original/Omicron BA.1. Il primo è prodotto e sviluppato da BioNTech e Pfizer. Il secondo da Moderna e NIAID, il National institute of allergy and infectious diseases.

Cosa contengono? Come specifica il sito dell'Humanitas, i vaccini bivalenti contengono sia il ceppo originario del virus Sars-CoV-2 (original, come riportato nel nome), cioè quello isolato a Wuhan alla fine del 2019, sia le ultime varianti Omicron. Nello specifico, original/Omicron BA.1 di Spikevax/Moderna e Comirnaty/Pfizer-BionTech sono adattati alla variante Omicron BA.1, mentre Original/BA.4-5 di Comirnaty/Pfizer-BionTech è adattato alle varianti Omicron BA.4 e BA.5.

Il vaccino protegge dal contagio? No, la vaccinazione non annulla il rischio di contrarre l'infezione, ma limita la possibilità che - in caso di infezione - la malattia Covid-19 si sviluppi in forma grave.

È compatibile con altre vaccinazioni? Lo chiarisce la circolare ministeriale del 17 ottobre: per tutti i vaccini anti-Sars-CoV-2/Covid-19 autorizzati in Italia, è possibile la somministrazione concomitante (o a qualsiasi distanza di tempo, prima o dopo) con altri vaccini, compresi quelli basati sull’impiego di patogeni vivi attenuati. Si sottolinea inoltre l'importanza di considerare la possibilità di co-somministrare il vaccino antinfluenzale e quello anti-Sars-CoV-2 nella preparazione e conduzione della campagna di vaccinazione contro il virus dell'influenza.

Ci sono eccezioni? Sì: il vaccino contro il vaiolo delle scimmie (MVA-BN). Nel caso di quest'ultimo resta ancora valida l'indicazione di una distanza di almeno 4 settimane (28 giorni) tra un vaccino e l'altro.

Per chi ha già ricevuto la quarta dose è raccomandata un'altra somministrazione? È raccomandata alle seguenti categorie che hanno già ricevuto una seconda dose di richiamo con vaccino a mRNA monovalente, una volta trascorsi almeno 120 giorni dalla stessa o dall'ultima infezione da Sars-CoV-2: over 80, ospiti delle Rsa, persone dai 60 anni in su con fragilità motivata da patologie concomitanti/preesistenti. Comunque, su richiesta dell'interessato, potranno vaccinarsi anche gli ultrasessantenni che hanno già ricevuto un secondo richiamo.

Quanto dura la protezione data dai vaccini? Come ricorda l'Istituto superiore di sanità (Iss), ad oggi non è nota la durata della protezione di questi vaccini. Diversi studi, tuttavia, hanno osservato un declino della protezione indotta da tali vaccini dopo circa 5 mesi dal completamento del ciclo vaccinale. Per questo motivo è indicata la somministrazione di una dose di richiamo.

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