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Giovedì, 28 Marzo 2024
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La raccolta fondi in rete: "Da Bologna agli USA per salvare Patrick: aiutateci a curarlo"

L'appello della compagna Luciana: "Abbiamo pochissimo tempo e tutto il bisogno del vostro aiuto! Aiutateci a dargli una cura efficace, una possibilità di salvezza, un FUTURO! "

Patrick Majda ha 40 anni, vive a Bologna e insieme alla compagna Luciana sta lottando contro un "mostro", un adenocarcinoma mucinoso al colon con Kras mutato e con metastasi al fegato, che lo sta consumando. L'unica speranza per lui è andare a curarsi negli Stati Uniti e per questo hanno lanciato un crowdfunding per raccogliere i 500mila euro necessari.

"Questo è Patrick, il mio compagno - spiega Luciana pubblicando la foto del suo fidanzato - e quello che vedete è il suo straordinario sorriso. Un sorriso che il mostro che vive dentro di lui ha reso ormai solo un ricordo lontano. Patrick è un ragazzo solare, sempre di buon umore, è il gentiluomo che ti apre lo sportello della macchina per farti accomodare, è uno sportivo sempre carico di energie o almeno così è stato fino a gennaio del 2018, quando gli è stato diagnosticato un tumore maligno: adenocarcinoma mucinoso al colon con KRAS mutato, con metastasi al fegato. Questo incubo ha messo da parte il nostro sogno di avere un bambino". 

Il dramma di Patrick, in lotta contro il tumore

E tutti gli amici bolognesi stanno facendo passaparola per aiutare questi due ragazzi, come spiega Erika Bertossi su BolognaToday. "Ha subito, d'urgenza, un profondo intervento chirurgico con resezione di metà colon, dei segmenti VI e VII del fegato e della cistifellea - racconta Luciana - All'intervento sono seguite delle complicazioni e Patrick è stato in coma per 5 giorni. I medici non si pronunciavano ma la sua forza di volontà e voglia di vivere lo hanno riportato tra noi. Dopo oltre 40 giorni in ospedale ha recuperato le forze è si è sottoposto a 5 mesi di chemioterapia con Folfox, che purtroppo non hanno dato l'esito sperato. Ha quindi cambiato terapia passando al Folfiri, ma purtroppo il tumore si è dimostrato resistente anche a questa chemio". 

"Le complicazioni seguite all'intervento impongo a Patrick l'assunzione di farmaci anticoagulanti che gli impediscono l'accesso ad altre cure chemioterapiche. Al momento in Italia non ci sono altri protocolli standard che possano salvagli la vita e neppure protocolli sperimentali. Per le caratteristiche del suo tumore non c'è radioterapia né immunoterapia. Rimane una flebile e remota speranza: un possibile protocollo chemioterapico in partenza all'INT di Milano, ma è necessario l'esito positivo all'analisi metilazione MGMT, siamo in attesa proprio in questi giorni e vi terremo aggiornati".

L'unica speranza per Patrick sono le cure negli Stati Uniti

L'unica concreta speranza di salvezza per Patrick è presso il Penn Medicine's Abramson Cancer Center Clinical di Philadelphia, Pennsylvania. Qui ci sono ben tre possibili protocolli di cui due immunoterapici: il TRK Inhibitor (serve a fermare la proliferazione delle cellule tumorali), il Hu5F9-G4 (agisce contro la proteina CD47 che inibisce l'attività antitumorale dell'organismo) il CDX-1140 (potenzia l'azione dei linfociti T, che sono le cellule che di fatto uccidono le cellule tumorali).  Le cure ovviamente hanno spese stratosferiche che io e Patrick non possiamo affrontare da soli. Patrick è stremato dai dolori ma vuole continuare a vivere, vuole vedere nascere e crescere i suoi bambini, ha tutta la forza per farlo ma non può farlo da solo".

"Abbiamo pochissimo tempo e tutto il bisogno del vostro aiuto! Aiutateci a dargli una cura efficace, una possibilità di salvezza, un FUTURO! Donate quel che potete e diffondete questo messaggio a più non posso - è l'appello di Luciana - I soldi raccolti con le vostre donazioni saranno prelevati da me che sono la fidanzata di Patrick e l'unica persona che lo assiste, perché lui è troppo stanco e provato per poterlo fare autonomamente, e saranno tutti spesi per le sue cure. Sono certa che ci sosterrete fino al punto di permettere a Patrick di curarsi ma se l'obiettivo non sarà raggiunto, restituirò ogni donazione, salvo diversa indicazione del donante di voler devolvere l'importo alla ricerca sul cancro". 

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