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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Carceri sovraffollate e troppi suicidi: l’allarme del Garante per i detenuti

Nel 2018 64 casi di suicidio nelle carceri italiani, mentre nei primi tre mesi del 2019 dieci persone si sono già tolte la vita. “Il sovraffollamento non è una fake news”, dice il Garante Mauro Palma

Fino a ieri, su 46.904 posti regolamentari disponibili nei 191 istituti di pena in Italia, erano presenti 60.512 detenuti, ossia 13.608 in più rispetto alla capienza regolamentare, con un sovraffollamento del 129 per cento. "Il sovraffollamento nelle carceri italiane non è una fake news", ha detto il Garante nazionale per le persone detenute Mauro Palma presentando la relazione annuale, illustrata questa mattina alla Camera alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. 

"Nell'ultimo anno la popolazione detenuta è cresciuta di 2.047 unità, con un andamento progressivo crescente e preoccupante, quantunque non abbia ancora raggiunto il livello di alcuni anni fa quando proprio il sovraffollamento portò alla condanna da parte della Corte europea per i diritti umani", ha sottolineato Palma, ricordando: "Parallelamente però il numero di coloro che sono entrati in carcere dalla libertà è diminuito di 887 unità: l'aumento non è quindi ascrivibile a maggiori ingressi, bensì a minore possibilità di uscita". Un dato che deve far riflettere "perché può essere determinato da più fattori: l'accentuata debolezza sociale delle persone detenute che non le rende in grado di accedere a misure alternative alla detenzione, per scarsa conoscenza o difficile supporto legale; la mancanza soggettiva di quelle connotazioni che rassicurino il magistrato nell'adozione di tali misure; o, infine, un'attenuazione della cultura che vedeva proprio nel graduale accesso alle misure alternative un elemento di forza nella costruzione di un percorso verso il reinserimento. In ultimo, alle ristrettezze dei numeri del personale - in questo caso di coloro che devono svolgere osservazione e redigere sintesi - che certo non seguono la crescita del numero dei ristretti".

Tale aumento, secondo il Garante dei detenuti, "si riverbera sulle condizioni di vita interna e sul sovraffollamento". "L'attenzione geometrica alla 'cella' non deve far perdere il principio che la persona detenuta deve vivere la gran parte della giornata al di fuori di essa impegnata in varie attività significative", ha specificato Palma. Nella relazione si legge che "la situazione della capienza e, quindi, dell'essere in concreto della 'cella' oggi, assume un particolare profilo se si tiene conto del numero di camere o sezioni fuori uso, per inagibilità o per lavori in corso: alla data del 14 febbraio 2019 quelle inutilizzabili sono pari al 6,5% del totale, percentuale comunque positivamente diminuita di tre punti rispetto a quella riportata nella Relazione al Parlamento di due anni fa. Permangono casi limite: ad Arezzo da più anni su 101 posti solo 17 sono disponibili, a Gorizia sono disponibili solo 24 dei complessivi 57 previsti, in Sardegna il 13% dei posti ufficiali è inutilizzabile". Nel 2018 i casi di suicidio nelle carceri italiane sono stati 64. Secondo Palma si  tratta "un numero che ha segnato un picco di crescita rispetto all'anno precedente (50 nel 2017) e che ha raggiunto un livello che non si riscontrava dal 2011". Nei primi tre mesi del 2019, 10 persone si sono tolte la vita in carcere, circa una ogni settimana.

"Il sovraffollamento carcerario che si configura per i detenuti come una pena aggiuntiva alla quale nessuna sentenza li ha condannati", è stato commento del presidente della Camera Roberto Fico, interventuto alla alla presentazione della Relazione annuale del Garante nazionale privati libertà. "Oltre al disagio e al degrado in cui queste persone sono costrette a vivere - ha detto Fico - il sovraffollamento rende ben difficile svolgere con efficacia tutte quelle attività finalizzate al recupero e al reinserimento sociale del condannato imposte dal dettato della Costituzione. Purtroppo in questo ambito si sono registrati miglioramenti timidi e parziali negli ultimi anni". 

Il dato sul sovraffollamento carcerario che emergono dalla Relazione "impone alle Istituzioni, con urgenza, l'adozione di misure risolutive che restituiscano la dignità alle persone detenute. Misure che contemplino la riduzione della popolazione carceraria attraverso opportuni interventi sul codice penale. Misure che assicurino, anche e soprattutto, che la pena sia uno strumento per agevolare un reinserimento sociale e non una condanna ulteriore alla esclusione e marginalizzazione e quindi alla probabile recidiva", ha rimarcato il presidente della Camera.

"Il sovraffollamento carcerario che si configura per i detenuti come una pena aggiuntiva alla quale nessuna sentenza li ha condannati". A sottolinearlo il presidente della Camera Roberto Fico, intervenendo alla presentazione della Relazione annuale del Garante nazionale privati libertà, oggi nella Sala Regina di Montecitorio. "Oltre al disagio e al degrado in cui queste persone sono costrette a vivere - ha proseguito Fico - il sovraffollamento rende ben difficile svolgere con efficacia tutte quelle attività finalizzate al recupero e al reinserimento sociale del condannato imposte dal dettato della Costituzione. Purtroppo in questo ambito si sono registrati miglioramenti timidi e parziali negli ultimi anni". 

Il dato sul sovraffollamento carcerario che emerge dalla Relazione "impone alle Istituzioni, con urgenza, l'adozione di misure risolutive che restituiscano la dignità alle persone detenute. Misure che contemplino la riduzione della popolazione carceraria attraverso opportuni interventi sul codice penale. Misure che assicurino, anche e soprattutto, che la pena sia uno strumento per agevolare un reinserimento sociale e non una condanna ulteriore alla esclusione e marginalizzazione e quindi alla probabile recidiva", ha rimarcato il presidente della Camera.

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