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Venerdì, 29 Marzo 2024
Svolta anti-polemiche

Il Governo cancella la parola "razza" dagli atti pubblici

Un emendamento al decreto Pa prevede la sostituzione con il termine "nazionalità". Un cambio di rotta arrivato dopo le polemiche per le dichiarazioni del ministro Lollobrigida: il via libera ufficiale è atteso per la prossima settimana

"Nazionalità" al posto di "razza". Il Governo sta per dare il via libera a un emendamento che andrà a modificare il termine in tutti i documenti ufficiali della Pubblica amministrazione. L'emendamento depositato alla Camera al decreto Pa e firmato da Arturo Scotto del Pd, prevede che "negli atti e nei documenti delle pubbliche amministrazioni il termine 'razza' è sostituito dal seguente 'nazionalità'". In Commissioni congiunte, Lavoro e Affari costituzionali, l'emendamento è stato dichiarato ammissibile, e il governo a quanto si apprende da fonti parlamentari sarebbe orientato a rimettersi al parere delle stesse commissioni.

L'emendamento: "nazionalità" al posto di "razza"

Sulla misura l'esecutivo è intenzionato a dare un parere non ostativo, e che dunque dovrebbe essere approvato anche il sostegno della maggioranza di centrodestra. Del tema si è discusso nella serata di ieri, venerdì 26 maggio, in una riunione della maggioranza con il governo dedicato alla decreto, e sarà oggetto dell'ulteriore incontro di lunedì sera tra esecutivo e opposizioni sugli emendamenti al decreto. "A decorrere dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto - afferma l'emendamento di Scotto -, negli atti e nei documenti delle pubbliche amministrazioni il termine: "razza" è sostituito dal seguente: "nazionalità"".Il decreto è all'esame delle Commissioni Affari costituzionali e Lavoro della Camera e il voto sugli emendamenti dovrebbe iniziare martedì. In quella sede il governo, chiamato a esprimere un parere, si rimetterebbe alla Commissione. 

Le polemiche per le parole del ministro Lollobrigida

Un cambio di rotta che arriva dopo le polemiche innescate dalle dichiarazioni del ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, che dopo aver parlato di "sostituzione etnica" aveva cercato di chiarire le sue affermazioni: "Credo che sia evidente a tutti che non esiste una razza italiana. È un falso problema immaginare un concetto di questa natura. Esiste però una cultura, un’etnia italiana". Frasi che, nonostante il dietrofront, hanno scatenato critiche e un dibattito molto acceso, tanto da spingere il deputato del Pd Scotto a presentare  un ordine del giorno per abolire la parola razza dai documenti della pubblica amministrazione. Un'ipotesi bocciata in un primo momento dalla maggioranza, che però adesso torna, stavolta in Commissione. Secondo quanto riportato dal quotidiano Repubblica, il ministero dell’Economia hanno già dato ufficiosamente semaforo verde alla modifica, definita sostenibile dal punto di vista finanziario. Se nessuno della maggioranza deciderà di puntare i piedi e, al netto di eventuali colpi di scena, il via libera ufficiale dovrebbe arrivare la prossima settimana.

"Termine più preciso e caratterizzante"

"Sostituire la parola 'razza' con 'nazionalità' negli atti pubblici mi trova del tutto d'accordo. In questo caso, per quanto concerne l'intervento in tal senso nei documenti statali, non posso che condividere l'emendamento Scotto". Lo dice Francesco Lollobrigida, il ministro per l'Agricoltura e la sovranità alimentare, commentando la proposta presentata in Commissioni Lavoro e Affari costituzionali della Camera e dichiarata "ammissibile", su cui il governo sarebbe intenzionato a rimettersi al parere delle stesse commissioni, dando così il via libera al cambiamento di termine. Lollobrigida spiega di "non parlare a nome del governo, ma da parte di Fdi posso assicurare che non c'è alcun problema in quest'ottica, io stesso avevo fatto riferimento alla Costituzione, tanto meglio se si interviene sui documenti pubblici, perché il termine nazionalità è molto più preciso e caratterizzante". "Dico questo oggi - conclude il ministro - in coerenza con quanto già detto in passato".

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