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Venerdì, 19 Aprile 2024
A Recoaro Terme / Vicenza

Guide con la divisa nazista per la visita nell'ex bunker

Un post (poi cancellato) sulla pagina Facebook di Luca Zaia per rilanciare l'apertura del polo museale ha scatenato la replica dell'Anpi e le polemiche

Le visite accompagnate da guide con la divisa da soldati della Wehrmacht per una "esperienza storico-culturale innovativa" nel bunker-museo del generale nazista Kesserling a Recoaro Terme (Vicenza) sono diventate un caso. Rilanciate con un post sulla pagina Facebook del governatore del Veneto Luca Zaia, hanno suscitato la replica sdegnata dall'Anpi locale e l'eco delle polemiche ha portato alla cancellazione del post e delle scuse in una nota dell'ufficio stampa della Giunta regionale.

Un passo indietro. Durante la seconda guerra mondiale, il feldmaresciallo Kesserling, comandante supremo delle forze tedesche in Italia, stabilì a Recoaro la sede del suo quartier generale e nelle terme e nel centro cittadino furono costruiti numerosi rifugi in galleria e bunker. In uno di questi, quello più importante, nell'aprile 1945 si tenne la riunione tra il comandante della Wehrmacht e quello delle SS per decidere la resa agli Alleati. A metà luglio, dopo lavori di riqualificazione, il bunker è stato inaugurato ufficialmente e aperto al pubblico, "con tecnologie di realtà virtuale, valorizzato all'esterno da un'ambientazione scenografica d'epoca permanente (la ricostruzione di un check point tedesco) e la presenza di mezzi militari d'epoca", come spiegava un comunicato sul sito dedicato al progetto. Lo scorso 7 settembre, un post su Facebook sulla pagina di Luca Zaia ha rilanciato l'apertura del bunker al pubblico non solo il sabato e la domenica come già previsto ma anche in occasione l'8 settembre, "Festività della Madonna di Monte Berico", sottolineando che i visitatori sarebbero stati "accompagnati da guide in divise d'epoca della Wehrmacht".

zaia bunker nazista recoaro-2

(il post pubblicato e poi rimosso dalla pagina Facebook di Luca Zaia)

Immediata la replica dell'Anpi Veneto, che aveva espresso "sconcerto" nel leggere il post, pubblicato "proprio in coincidenza con l'8 settembre", ossia l'anniversario dell'entrata in vigore dell'armistizio firmato a Cassibile da Badoglio con gli Alleati. "Nulla da eccepire se la riqualificazione del bunker fosse motivata da uno scopo di approfondimento dei terribili eventi bellici che nella nostra regione si prolungarono fino alla fine di aprile del 1945 e anche talora ai primi di maggio, in coincidenza con la ritirata delle truppe naziste - ha spiegato l'Anpi - Però che la visita guidata venga fatta da persone in divisa d'epoca della Wehrmacht lascia increduli tutti coloro che, nel rispetto della storia e della nostra Costituzione, condannano nazismo e fascismo e l'occupazione nazista dell'Italia che tanti lutti ha provocato al nostro Paese". Ricordando che "nella temperie che stiamo vivendo, in cui uomini politici pensano di dedicare strade e parchi a Arnaldo Mussolini o addirittura a Hitler, per non parlare di Almirante", l'associazione nazionale partigiani italiani aveva concluso la nota chiedendo "ai rappresentanti delle Istituzioni massimo rispetto della Costituzione su cui hanno giurato e dunque condotte chiaramente antifasciste".

Nel pieno delle polemiche, è arrivata la risposta di Zaia attraverso una nota dell'ufficio stampa della Giunta regionale e il post è stato cancellato. "Tutte le attività sui profili social riguardanti la promozione del territorio sono svolte in assoluta autonomia da una apposita struttura", sulla quale il presidente Zaia "non esercita un diretto e costante controllo", ma "tutto ciò premesso, la Presidenza si scusa, a nome della struttura responsabile, con tutte le parti che si siano sentite in qualche modo ferite da questo post". "L'intento del post – aveva precisato la nota di Zaia - non era certo quello di offendere sensibilità e memorie. Onde evitare ulteriori disagi è stato dato ordine di cancellare il post" "l'iniziativa del museo di Recoaro era stata segnalata dall'Associazione Terme di Recoaro alla competente Direzione della Regione la quale, a sua volta, l'aveva trasmessa alla struttura che segue i profili social. il Presidente della Regione non ha alcuna visibilità né (ovviamente) esercita e può esercitare un diretto e costante controllo su queste materie, bensì si occupa in prima persona unicamente dei contenuti relativi ai post inerenti le attività amministrative, politiche, sanitarie, anche sulla base dei comunicati ufficiali diffusi dall'Ufficio Stampa".

Sulla pagina Facebook della società Terme di Recoaro la scelta di questo tipo di ricostruzione viene difesa e "spiegata"(nella "esposizione c'è una rappresentazione virtuale e scenografica della storia proprio per fare meglio comprendere che la guerra è una tragedia umana che distrugge") in risposta ai commenti di chi ad esempio ricorda che la propria famiglia dovette fuggire e nascondersi nei dintorni di Roma "per sfuggire a quelle divise".

terme recoaro bunker nazista post-2

La vicenda è caduta nel silenzio della politica, a parte una nota critica dei componenti cinquestelle della Commissione Segre contro intolleranza, razzismo e antisemitismo, che hanno definito l'iniziativa "stupefacente quando inaccettabile", aggiungendo che "le simpatie neonaziste di molti esponenti leghisti purtroppo non sono più una novità". Per le senatrici Emma Pavanelli, Loredana Russo, Sabrina Ricciardi, Simona Nocerino, Maria Domenica Castellone e il senatore Gaspare Marinello il museo "tradisce un intento celebrativo e nostalgico che va ben al di là della semplice rievocazione storica".

Accusa respinta dal sindaco Armando Cunegato, secondo il quale "chi in questi giorni ha voluto dipingere Recoaro Terme come nuova culla dei nostalgici non si è preso la briga di capire la reale offerta presentata", volta "al racconto delle vicende che hanno chiesto al territorio recoarese un triste pegno in vite umane, vittime dei rastrellamenti, dei combattimenti tra partigiani e occupanti, dei bombardamenti a cui il paese è stato sottoposto nell'ultimo periodo di guerra" e quindi "lungi da noi, pertanto, rievocare episodi riconducibili a fenomeni di apologia". L'amministrazione comunale aveva già ricordato che la struttura è "in carico alla Regione Veneto attraverso il gestore individuato con apposito bando di gara" e sulla quale "il Comune di Recoaro Terme non ha alcun titolo".

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