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Venerdì, 22 Settembre 2023
Oltre l'obiettivo

Il referendum sull'eutanasia e il traguardo delle 750mila firme: "Sapere di poter scegliere rende più forti"

Raggiunto l'obiettivo di sicurezza, ora si punta al milione "per far sentire quanto il tema è partecipato", spiega a Today Filomena Gallo, segretario dell'Associazione Luca Coscioni

Più di 750mila persone hanno già firmato il referendum per l'eutanasia legale. Era l'obiettivo da raggiungere, il numero necessario per mettere in sicurezza il risultato per superare eventuali errori nella raccolta, ritardi della Pubblica Amministrazione e difficoltà nelle operazioni di rientro dei moduli: 500mila le firme raccolte ai tavoli e 250mila quelle digitali, mentre manca all'appello ancora un numero imprecisato di firme raccolte nei Comuni, nei consolati, negli studi degli avvocati e dai gruppi che si sono uniti alla mobilitazione. "Temevano l'estate, la pandemia in corso, le possibili ulteriori restrizioni, la voglia di andare in vacanza e invece le persone hanno risposto in modo meraviglioso e abbiamo superato ogni previsione di partecipazione. Questo perché le persone in Italia conoscono la tematica e sanno che il fine vita fa parte della vita stessa e avere la certezza di poter essere liberi e poter scegliere come si vuole ci rende più forti", spiega a Today Filomena Gallo, segretario nazionale dell'Associazione Luca Coscioni che a metà giugno ha lanciato la raccolta firme per arrivare al referendum sull'eutanasia legale. "Crediamo che si possa arrivare a un milione di firme per far sentire quanto il tema è partecipato", dice Gallo.

Tante le personalità che hanno manifestato pubblicamente l'adesione alla campagna referendaria: da Vasco Rossi a Maurizio Costanzo, da Chiara Ferragni e Fedez a Selvaggia Lucarelli. Tra le ultime firme raccolte anche quelle di Roberto Saviano, Pif e Francesco Guccini. Anche tredici sindaci di altrettanti capoluoghi di provincia e diversi parlamentari hanno aderito. Ma a spingere la gente, dice Gallo, c'è molto di più: "Sono tante le storie che hanno fatto in modo che gli italiani conoscessero questa realtà e non si sentissero soli: la prima lettera di Piergiorgio Welby al presidente Napolitano, la vicenda di Eluana Englaro, Fabiano Antoniani, Davide Trentini… Persone che hanno deciso di rendere la loro scelta nel momento del fine vita – ricorda – Sono le persone che hanno fatto emergere questa richiesta di libertà fino alla fine e noi, come Associazione, abbiamo cercato di percorrere tutte le strade possibili affinché libertà fondamentali che rientrano nella sferra di diritti umano siano affermati".

"Il divieto dell'eutanasia è contenuto nell'articolo 579 del codice penale, scritto prima dell'entrata in vigore della Carta Costituzionale nel 1948 che prevede il diritto all'autodeterminazione. Con questa proposta di referendum c'è un intervento di abrogazione parziale: chi non vuole decidere o non è nella condizione per farlo o è un minore deve essere tenuto al riparo da atti non condivisi e non nella legalità. Si rivolge invece alla persona che sceglie, quando c'è un consenso consapevole. Le buone norme fanno bene a tutti. Chi vuole scegliere sarà libero di farlo, chi non vuole sarà al riparo perché nessuno glielo potrà imporre", conclude Gallo.

Dal 6 al 12 settembre è prevista una nuova mobilitazione nazionale per il referendum, accompagnata da una campagna di informazione "da marciapiede", fa sapere l'Associazione Luca Coscioni, su biotestamento e suicidio assistito. Filomena Gallo e Marco Cappato saranno poi domani ad Ancona per annunciare le nuove azioni legali sul caso di “Mario”, il marchigiano di 43 anni, tetraplegico da 10, che pur avendone il diritto si è visto negare l'accesso al suicidio assistito dalla ASUR della sua Regione.

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