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Giovedì, 28 Marzo 2024
Il caso

"La regina Elisabetta si cura con l'ivermectina", ma è falso. Com'è nata la bufala

Un'immagine inclusa per sbaglio in un servizio televisivo sta alimentando la propaganda no-vax

"Sarà pure un farmaco per cavalli, ma lo prende anche la regina d'Inghilterra". Sono molti i messaggi di questo tenore pubblicati sui social per rilanciare la teoria, ovviamente falsa, secondo cui la regina Elisabetta, risultata positiva al coronavirus nei giorni scorsi, si starebbe curando con l'ivermectina, un vermifugo per animali che a dosaggi diversi può essere usato anche sugli esseri umani. Secondo la narrazione complottista e no-vax questo medicinale sarebbe efficace anche contro il Covid, ma ha il difetto - così ragionano i dietrologi - di costare poco e di non essere approvato da Big Pharma.

La bufala che coinvolge la regina Elisabetta, che ha 95 anni e ha ricevuto tre dosi di vaccino, sembra nata da un servizio curato dalla redazione del programma di attualità "A Current Affair" andato in onda sulla tv australiana Nine Network. Si parlava della positività della regina e dei farmaci efficaci contro la malattia, quando sullo schermo è stata proiettata l'immagine dello Stromectol, un medicinale a base di ivermectina usato per il trattamento di infezioni causate da alcune specie parassite. Tanto è bastato per mettere in moto la macchina della propaganda no-vax. La rete televisiva ha poi chiarito che la foto dello Stromectol era stata inserita per errore e che già in passato la trasmissione si era occupata dei rischi legati all'uso di questo medicinale come cura anti-Covid.

Come sappiamo però gli ambienti in odore di complottismo non si curano delle smentite. Il video del servizio è stato rilanciato sui social dove è ovviamente diventato virale. Ma si è trattato di un errore fatto in assoluta buona fede. La regina Elisabetta non si sta curando con l'ivermectina, anche se in tanti – sia in Italia che all'estero – sono assolutamente convinti del contrario.

Ivermectina-3

L'ivermectina non ha alcuna efficacia contro il Covid

D'altra parte, meglio ribadirlo, tutti gli studi condotti su pazienti in carne e ossa hanno evidenziato che il farmaco non è efficace contro il virus. Una ricerca sull'ivermectina è stata realizzata dallo studio 'Cover' coordinato dall'Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar di Valpolicella (Verona) in collaborazione con l'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs, a cui hanno partecipato l'ospedale Sacco di Milano, l'ospedale Sant'Orsola di Bologna e l'ospedale Covid di Rovereto (Trento). I ricercatori hanno concluso che il medicinale "è inefficace contro il virus anche se viene somministrata a un dosaggio triplo rispetto a quello standard".

I risultati di un altro studio sono stati pubblicati solo pochi giorni fa sulla rivista 'Jama Internal Medicine'. Condotto su pazienti ad alto rischio con Covid-19 da lieve a moderato, in 20 ospedali pubblici e un centro di quarantena in Malesia fra il 31 maggio e il 25 ottobre 2021, il trial clinico randomizzato in aperto ha coinvolto 490 partecipanti over 50 arruolati entro la prima settimana dall'insorgenza dei sintomi di infezione da Sars-CoV-2.

Un gruppo ha ricevuto l'antiparassitario ivermectina in aggiunta al trattamento standard (terapia sintomatica e monitoraggio dei segni di deterioramento precoce), l'altro solo la cura standard. La conclusione degli autori è lapidaria: "Il trattamento con ivermectina durante le prime fasi della malattia non ha impedito la progressione verso una patologia grave. I risultati dello studio non supportano l'uso di ivermectina per i pazienti con Covid-19".

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