Le tre regioni che possono cambiare colore con l'ordinanza di Speranza del 9 aprile
Tre territori sperano di lasciare l'area restrittiva di rischio covid più elevato da lunedì 12 aprile. Attesa per la nuova cabina di regia. L'ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza è in arrivo dopo il nuovo monitoraggio Iss-ministero della Salute di questo venerdì. Ipotesi riaperture dopo il 20 aprile
Tre regioni sperano di finire nell'area arancione di rischio covid. A tre giorni dal nuovo monitoraggio sull'evoluzione dell'epidemia dell'Istituto superiore di sanità e del ministero della Salute previsto per venerdì 9 aprile, è questo lo scenario sul sistema delle fasce di rischio che potrebbe parzialmente ridisegnare la mappa dei colori dell'Italia. In base ai dati aggiornati sulla curva epidemiologica trasmessi tra circa 72 ore alla cabina di regia, il ministro della Salute Roberto Speranza potrebbe emanare una nuova ordinanza sugli eventuali cambi di colore di alcuni territori: il provvedimento entrerebbe in vigore da lunedì 12 aprile. Al momento il condizionale è d'obbligo. Ne sapremo di più tra tre giorni, dopo il secondo report del mese di aprile, ma ecco le ultime ipotesi sulle regioni che possono cambiare colore con l'ordinanza di Speranza del 9 aprile.
Zona rossa e arancione: le tre regioni che possono cambiare colore con l'ordinanza del 9 aprile
Da oggi tornano le zone rosse e arancioni nelle regioni italiane, dopo i tre giorni di restrizioni al massimo livello con qualche deroga durante le festività di Pasqua. Sono al momento in zona rossa Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Puglia, Toscana e Valle d'Aosta. E sono in zona arancione Abruzzo, Basilicata, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Sardegna, Sicilia, Umbria, Veneto e le province autonome di Bolzano e Trento. In alcuni comuni delle regioni in area arancione, i sindaci hanno istituito le zone rosse per via dell'alto numero di contagi (Palermo, ad esempio, diventa zona rossa a partire dalla mezzanotte di martedì 6 aprile e fino al 14 per effetto di un'ordinanza del governatore Nello Musumeci). Dal 6 al 30 aprile 2021 in tutte le zone gialle si applicano le disposizioni previste per le zone arancioni.
Aggiornamento - L'ordinanza di Speranza oggi e le regioni che tornano in zona arancione da martedì 13 aprile
Questa settimana potrebbe essere l'ultima per la Lombardia in zona rossa: la regione guidata da Attilio Fontana ha l'Rt in calo e anche l'incidenza dei casi sta scendendo. Ma non è l'unica regione che spera di passare alla fascia inferiore di rischio dal 12 aprile. Secondo i dati dell'ultimo monitoraggio di venerdì 2 aprile, la Lombardia ha un indice Rt a 0.89, che permetterebbe addirittura il passaggio in zona gialla, ma i decreti covid almeno fino al 30 aprile prevedono l'esistenza soltanto di zone rosse e arancioni. La Lombardia potrebbe dunque passare in zona arancione dal 12 aprile se questo trend di discesa fosse confermato nei prossimi giorni.
Attenzione, però, perché la Lombardia ha un'incidenza su 100mila abitanti ancora al limite dei 250 casi settimanali, la soglia che fa scattare in automatico la zona rossa. Il dato però è in calo e potrebbe continuare a scendere nei prossimi giorni. Nella regione resta grave la situazione delle terapie intensive, occupate al 60%. La discesa di quest'ultimo dato sembra essere molto più lenta.
Anche l'Emilia-Romagna, come la Lombardia rimasta in zona rossa dopo l'ultimo monitoraggio settimanale dell'Istituto superiore di sanità e del ministero della Salute, spera in un passaggio in zona arancione da lunedì 12 aprile. La regione guidata da Stefano Bonaccini ha un Rt addirittura inferiore a quello della Lombardia, 0.83, con i contagi in calo. Resta però il nodo dei ricoveri ospedalieri, che rimangono alti, e l'incidenza settimanale di casi ogni 100mila abitanti ancora sopra la soglia dei 250 casi positivi, scesa di molto ma ferma a 286.28.
È più difficile il percorso verso un allentamento delle restrizioni per la Toscana, che secondo i dati dell'ultimo monitoraggio ha un indice Rt a 1.08. La regione tuttavia sta avendo un calo dei contagi covid e spera nella continuazione del trend fino al nuovo monitoraggio di venerdì 9 aprile. I dati degli ultimi giorni sembrano far ipotizzare una discesa ulteriore che potrebbe portare a parametri da zona arancione.
Cosa cambia tra zona rossa e zona arancione
Quali sono le differenze tra le due zone? Cosa si può fare (e non si può fare) in zona arancione e zona rossa? Ecco le regole su spostamenti, visite ad amici e parenti, negozi, bar e ristoranti. Da martedì 6 aprile nelle regioni in zona rossa:
- gli spostamenti sono consentiti solo per ragioni lavoro, salute, necessità e tra questi rientra l'assistenza ad una persona non autosufficiente; si può rientrare nella propria residenza, nel domicilio o nell'abitazione in cui ci si ritrova abitualmente con il partner e anche nelle seconde case; si può andare a fare la spesa e a messa oltre che in farmacia e dal tabaccaio;
- il coprifuoco è in vigore dalle 22 alle 5;
- non ci si può recare a casa di altre persone; è permesso il ricongiungimento con i partner che vivono in un'altra provincia. Resta la possibilità di andare nella propria seconda casa, anche se ci si muove o si va verso una regione in zona rossa (a meno che non sia esplicitamente vietato in quella regione);
- bar e ristoranti sono chiusi; è consentito solo il servizio a domicilio o l'asporto entro le 22. Restano aperti gli autogrill lungo le autostrade e i bar in stazioni e aeroporti;
- restano chiusi i negozi "non essenziali": fino al prossimo 30 aprile sono aperti le farmacie, i tabaccai, le edicole e altri punti vendita come i negozi di informatica e di abbigliamento intimo, nonché le profumerie; sono ancora chiusi parrucchieri, barbieri e tutti i centri estetici;
- i negozi aperti sono: supermercati, alimentari, tabaccai, farmacie, parafarmacie, librerie, edicole, fiorai, negozi di giocattoli e abbigliamento sportivo, tabacchi e ferramenta, lavanderie e negozi per animali;
- le attività sportive di base si possono svolgere solo nei pressi della propria abitazione, dalle 5 alle 22, in forma individuale e all'aperto, mantenendo la distanza interpersonale di due metri.
Da martedì 6 aprile nelle regioni in zona arancione:
- è vietato circolare dalle 22 alle 5 salvo che per motivi di lavoro, salute o urgenza e necessità, da comprovare tramite il modulo di autocertificazione;
- sono vietati gli spostamenti da un comune all'altro e da una regione all'altra;
- ci si può muovere liberamente e senza obbligo di autocertificazione all’interno del proprio comune;
- si può usare la deroga per fare visita, una volta al giorno, ad amici e parenti nel comune: ci si può muovere in due persone (con figli under 14 al seguito);
- i negozi sono aperti, i bar e i ristoranti sono chiusi (è consentito solo il servizio a domicilio o l'asporto entro le 22); aperti parrucchieri e barbieri;
- le passeggiate, i giri in bicicletta e la corsa possono spaziare su tutto il territorio comunale e possono essere realizzati anche in aree attrezzate e parchi pubblici;
- restano chiuse le palestre e le piscine.
L'ipotesi sulle riaperture dal 20 aprile
Nonostante l’ultimo decreto legge anti covid non preveda zone gialle, equiparandole alle arancioni, fino al 30 aprile non è escluso che possa arrivare un allentamento delle misure nell'ultima decade del mese e, di conseguenza, le riaperture di alcune attività. Sperano bar, ristoranti, cinema e teatri, ma anche parrucchieri e centri estetici, per adesso chiusi in zona rossa, palestre e piscine. Il decreto infatti prevede anche la possibilità entro il 30 aprile di apportare modifiche alle misure adottate attraverso specifiche deliberazioni del Consiglio dei ministri.
Già questa settimana si inizierà a parlare della possibile ripartenza di alcune attività a fine aprile. "Fornire prospettive a quei settori chiusi valutando aperture subito dopo il 20 aprile, nel caso di un miglioramento dei dati epidemiologici, per poi permettere da maggio la ripartenza di attività in stand-by da troppo tempo come le palestre: è questa la sintesi della posizione delle regioni che giovedì incontreranno il premier Mario Draghi in merito ai fondi Recovery e che nella stessa giornata si confronteranno col governo nella conferenza Stato-regioni.
Per la valutazione di possibili aperture la cabina di regia non è stata al momento convocata, hanno spiegato fonti di governo. Per quanto attiene il quadro epidemiologico, sottolineano le stesse fonti, esso è costantemente monitorato. Ed è sulla base dei dati elaborati settimanalmente dall'Iss che verrà valutata la situazione sulla diffusione del contagio e sulle misure e i tempi necessari per le riaperture.