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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cambia la mappa dell'Italia?

Zona rossa e arancione: le tre regioni che possono cambiare colore con l'ordinanza di Speranza del 26 marzo

Una regione rischia di finire nella fascia di rischio più elevata, due sperano nella zona restrittiva intermedia a partire da lunedì 29 marzo. Attesa per la cabina di regia. L'ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza è in arrivo dopo il nuovo monitoraggio Iss-ministero della Salute di questo venerdì

Una regione rischia di finire in zona rossa dopo l'aumento dei contagi registrato negli ultimi giorni, due hanno (poche) speranze di finire nell'area arancione subito prima di Pasqua. A due giorni dal nuovo monitoraggio sull'evoluzione dell'epidemia dell'Istituto superiore di sanità e del ministero della Salute previsto per venerdì 26 marzo, è questo lo scenario sul sistema delle fasce di rischio che potrebbe parzialmente ridisegnare la mappa dei colori dell'Italia. In base ai dati aggiornati sulla curva epidemiologica trasmessi tra circa 48 ore alla cabina di regia, il ministro della Salute Roberto Speranza potrebbe emanare una nuova ordinanza sugli eventuali cambi di colore di alcuni territori: il provvedimento entrerebbe in vigore a partire da lunedì 29 marzo. Al momento il condizionale è d'obbligo. Ne sapremo di più tra due giorni, dopo l'ultimo report del mese di marzo, ma ecco le ultime ipotesi sulle regioni che possono cambiare colore con l'ordinanza di Speranza del 26 marzo.

Zona rossa e arancione: le tre regioni che possono cambiare colore (ma ci sono poche speranze)

Sono al momento in zona rossa Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, provincia autonoma di Trento, Puglia, Veneto. E sono in zona arancione Abruzzo, Basilicata, Calabria, Liguria, Molise, Sicilia, Sardegna, Toscana, Umbria, Valle d'Aosta e provincia autonoma di Bolzano. La zona gialla è stata eliminata nell'ultimo decreto firmato da Mario Draghi. La Toscana rischia di entrare in zona rossa da lunedì 29 marzo con la nuova ordinanza di Speranza. Dopo più di un mese in arancione, la regione è vicina alla zona rossa a causa di una crescita dei contagi che ha portato la regione a superare il limite settimanale dei 250 casi positivi ogni centomila abitanti (al momento siamo a 255). L'Rt regionale è ancora sotto la soglia limite dell'1.25, ma preoccupa la situazione di Firenze, finora argine alla pandemia con contagi contenuti. In questi ultimi giorni però si riscontrano numeri consistenti e questo rischia di sancire il cambio di colore di tutta la Toscana da lunedì prossimo.

"Indubbiamente siamo proprio al limite, vediamo cosa succede", ha ammesso il presidente della regione Toscana Eugenio Giani. Per questo il sindaco di Firenze Dario Nardella con Giani sta valutando una nuova stretta in città per provare un salvataggio in extremis entro questo venerdì. "Firenze non si è mai avvicinata così tanto ai livelli della zona rossa - ha commentato Nardella - però credo che ci siano margini per poter mettere in campo delle misure ed evitare eventualmente la fascia rossa per tutta la regione". Tra le ipotesi sul tavolo c'è la chiusura delle aree giochi e dei parchi pubblici che hanno attirato folle negli ultimi weekend con il bel tempo. In Toscana oggi i nuovi casi registrati sono 1.197 su 26.059 test - di cui 16.369 tamponi molecolari e 9.690 test antigenici rapidi - con un tasso di positività del 4.59% (11,5% sulle prime diagnosi). L'obiettivo è rimanere dentro i 9.310 contagi settimanali, la soglia limite stimata per non superare i 250 casi ogni centomila abitanti.

Zona rossa a Pasqua e Pasquetta: le regole sugli spostamenti e le visite a parenti e amici

A guardare al monitoraggio Iss di venerdì 26 marzo, però, sono anche alcune regioni passate al rosso lo scorso 15 marzo. Dopo due settimane infatti alcuni territori, se i dati lo permetteranno, potrebbero tornare arancioni e riaprire alcune attività nei giorni che precedono la stretta di Pasqua, quando il 3, 4 e 5 aprile tutta Italia sarà rossa. A sperare nel cambio di fascia è in primis il Lazio, attualmente in rosso, il cui indice Rt in soli 7 giorni è passato da 1.3 a 1.09, con la proiezione che porterebbe la regione sotto la fatidica soglia dell’1, e nello specifico a 0.95 secondo il presidente dell'ordine dei medici Antonio Magi. Se così fosse, il passaggio in zona arancione sarebbe assicurato, ma tutto dipenderà dai dati reali che saranno comunicati nel consueto monitoraggio del venerdì. Nel frattempo in tutta la regione le restrizioni rimarranno quelle in vigore finora, con scuole chiuse, negozi con serrande abbassate e ristoranti e bar a cui sarà consentito solo l'asporto e le consegne a domicilio.

La pressione sugli ospedali nel Lazio rimane tuttavia alta. La percentuale nazionale di occupazione dei posti letto da parte di pazienti covid nelle rianimazioni continua a salire e nel Lazio ha raggiunto il 39%, ben oltre la soglia critica fissata al 30% dal ministero della Salute, come certificano gli ultimi dati dell'Agenzia per i servizi sanitari regionali (Agenas). Negli ultimi tre giorni sono stati ricoverati 35 pazienti covid gravi in più. Attualmente, stando ai dati regionali aggiornati al 23 marzo, sono 346 i posti occupati nelle terapie intensive. Un dato così alto non si registrava dall'11 dicembre scorso. Ecco perché la regione potrebbe restare in fascia rossa.

Anche la Lombardia spera nella zona arancione, ma qui il cambio di fascia è meno probabile. "Non anticipo niente: posso dire che vedo qualche leggero miglioramento", ha detto qualche giorno fa il governatore Attilio Fontana, facendo trapelare un certo ottimismo: "Mi auguro che i dati saranno buoni e che ci sia la possibilità di dare un po' di respiro". L’ultimo monitoraggio dell’Iss stimava l’indice di contagio (Rt) a 1,16, con un intervallo compreso tra 1,15 e 1,18. Sperare è lecito, ma la situazione epidemiologica è ancora delicata. Le difficoltà maggiori si registrano negli ospedali che continuano ad accogliere più pazienti covid di quanti ne riescano a dimettere. "Siamo in zona rossa fino a Pasqua, in questo momento abbiamo una stabilità dell’Rt e non abbiamo elementi per poter dire che torniamo indietro in zona arancione. In questo momento sono abbastanza sicuro nel dirlo", ha detto oggi Giovanni Pavesi, direttore generale del welfare in Lombardia.

Il governo, intanto, discute del prossimo decreto legge che andrà a sostituire quello in scadenza martedì 6 aprile, il giorno dopo Pasquetta. Secondo fonti ministeriali, il provvedimento potrebbe dare i primissimi segnali di riapertura. Ma solo i dati che emergeranno nei prossimi giorni porteranno, la prossima settimana, a decidere le nuove misure.

Cosa cambia tra zona rossa e zona arancione

Quali sono le differenze tra le due zone? Cosa si può fare (e non si può fare) in zona arancione e zona rossa? Ecco le regole su spostamenti, visite ad amici e parenti, negozi, ristoranti e scuola. Le visite a parenti e amici in zona rossa sono vietate, tranne che dal 3 al 5 aprile in ambito regionale e seguendo le regole della zona arancione. In zona arancione è consentito, in ambito comunale e nel rispetto del coprifuoco (5-22), lo spostamento verso una sola abitazione privata abitata, una volta al giorno, nei limiti di due persone ulteriori (esclusi minori di 14 anni, disabili o persone non autosufficienti conviventi) rispetto a quelle che già vivono lì.

Si può andare nelle seconde case, in qualunque fascia (bianca, arancione e rossa) si trovino. Come previsto dalle Faq del governo, vi ci si può recare soltanto "il nucleo familiare e solo se la casa non è abitata da altri. Bisogna dimostrare di essere proprietari o affittuari dell’abitazione prima del 14 gennaio 2021. In zona arancione valgono le stesse regole della zona rossa. Si può andare liberamente nella propria seconda casa, ma senza amici o parenti, purché sia stata affittata o comprata prima del 14 gennaio. Alcune regioni hanno però emanato ordinanze restrittive anche sulle seconde abitazioni.

In zona rossa sono chiusi i negozi di abbigliamento, calzature e gioiellerie. Stop ai mercati, salvo la vendita di soli generi alimentari, prodotti agricoli e florovivaistici. Fermi anche parrucchieri, barbieri e centri estetici. Restano aperti i negozi che vendono alimentari. In zona arancione non sono previste limitazioni alle categorie di prodotti acquistabili. Nei festivi e prefestivi sono chiusi gli esercizi commerciali presenti all'interno dei mercati e dei centri commerciali. Impossibile mangiare fuori o bere un caffè all'interno di un bar nelle regioni in zona rossa: queste attività sono infatti chiuse al pubblico. Resta sempre possibile l’asporto o la consegna a domicilio. Per i bar l’asporto è consentito esclusivamente fino alle ore 18, per le enoteche e i ristoranti fino alle 22. Bar e ristoranti sono chiusi al pubblico anche in zona arancione. Resta sempre possibile l’asporto o la consegna a domicilio, con gli stessi orari previsti per le aree più a rischio covid.

E gli spostamenti? In zona rossa non si può uscire di casa se non per comprovati motivi di lavoro, salute o necessità, quindi niente spostamenti anche all’interno del comune. Vietato andare, ovviamente, fuori comune o fuori regione se non per i soliti motivi di lavoro, salute o necessità, che invece consentono lo spostamento. Sempre consentito il ritorno alla residenza, domicilio o abitazione. In zona arancione ci si può muovere liberamente all’interno del proprio comune. Anche qui è vietato uscire fuori regione se non per i motivi di lavoro, salute o necessità da "giustificare" con il modulo di autocertificazione che potete scaricare qui.

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