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Lunedì, 11 Dicembre 2023
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Coronavirus, ecco le sette regioni più in pericolo per contagi e ricoveri

I dati dell'ultimo monitoraggio della fondazione Gimbe: casi aumentati del 42% in una settimana. La pressione sugli ospedali è ancora contenuta, ma "iniziano ad emergere differenze territoriali rilevanti"

Il 93-94% delle persone attualmente positive al coronavirus sono in isolamento domiciliare perché asintomatiche o con pochi sintomi; il 5-6% dei positivi è ricoverato in ospedale con in sintomi della Covid-19 e lo 0,5% si trova nei reparti di terapia intensiva. È quanto emerge dall’ultimo monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rilevato nella settimana 30 settembre-6 ottobre. Nel report viene sottolineato anche come ci siano delle differenze regionali abbastanza marcate. In alcune Regioni, infatti, la percentuale dei casi ospedalizzati è nettamente superiore alla media nazionale del 6,6%. E vale a dire.  

  • Sicilia (11,5%) 
  • Liguria (10,4%) 
  • Lazio (9,9%)
  • Puglia (8,9%)
  • Piemonte (8,6%)
  • Abruzzo (8,2%)
  • Basilicata (7,9%)

coronavirus ricoverati-4

Coronavirus, il tasso di ospedalizzazione nelle Regioni

Lo stress sugli ospedali è ancora contenuto, ma i numeri dicono che i ricoveri stanno crescendo un po’ in tutta Italia.  
In particolare al 6 ottobre ben 8 Regioni registrano tassi di ospedalizzazione per 100.000 abitanti superiori alla media nazionale di 6,5: 

  • Lazio (13,9) 
  • Liguria (13)
  • Campania (9,2)
  • Sardegna (8,8)
  • Sicilia (7,9)
  • Piemonte (7,1)
  • Abruzzo e Puglia (6,6)

Coronavirus, casi aumentati del 42,4% in una settimana

Rispetto alla settimana precedente, l’incremento nel trend dei nuovi casi registrato tra il 30 settembre e il 6 ottobre è piuttosto consistete: 17.252 contro 12.114 a fronte di un numero di poco superiore di casi testati (429.984 vs 394.396). Non solo. Secondo Gimbe è stato registrato anche un rilevante aumento del rapporto positivi/casi testati (4% vs 3,1%). Dal punto di vista epidemiologico crescono i casi attualmente positivi (60.134 vs 50.630) e, sul fronte degli ospedali,aumentano i pazienti ricoverati con sintomi(3.625 vs 3.048) e in terapia intensiva (319 vs 271). Continuano a salire, seppur lentamente, anche i decessi (155 vs 137).
In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:

  • Decessi: +18 (+13,1%)
  • Terapia intensiva: +48 (+17,7%)
  • Ricoverati con sintomi: +577 (+18,9%)
  • Nuovi casi:+17.252(+42,4%)
  • Casi attualmente positivi: +9.504 (+18,8%)
  • Casi testati +35.588(+9%)
  • Tamponi totali: +63.351(+9,7%)

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Coronavirus, Cartabellota (Gimbe): "La curva si è impennata"

"Nell’ultima settimana - afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE - la curva dei contagi si è impennata,in conseguenza del netto incremento del rapporto positivi/casi testati.Si conferma inoltre la crescita costante dei pazienti ospedalizzati con sintomi e di quelli in terapia intensiva". Da metà luglio inuovi casi settimanali sono più che decuplicati (da poco oltre1.400 a più di 17.000), con incremento del rapporto positivi/casi testati dallo 0,8% al 4%.Tale dinamica ha generato il progressivo aumento dei casi attualmente positivi, quintuplicati da fine luglio: da 12.482 a 60.134. 

report gimbe coronavirus-2

Il rapporto positivi casi testati: le regioni a rischio

"L’incremento del rapporto positivi/casi testati - spiega ancora Cartabellotta - conferma che il virus circola in maniera più sostenuta: per questo nelle Regioni dove supera il 5% è crucialepotenziare le attività di testing&tracing".

Nella settimana 30 settembre-6 ottobre si tratta di:

  • Liguria (7,7%)
  • Campania (6,3%)
  • Provincia autonoma di Trento (6,8%)
  • Piemonte (6,2%)
  • Valle d’Aosta (5,4%).

Coronavirus, aumentano i pazienti in ospedale

Sul versante delle ospedalizzazioni, da fine luglio si rilevaun incremento dei pazienti ricoverati con sintomi e in terapia intensiva, che sono aumentati rispettivamente da 732 a 3.625 e da 49 a 319. " Se il dato nazionale - puntualizza Cartabellotta - non lascia intravedere alcun sovraccarico dei servizi ospedalieri, iniziano ad emergere differenze regionali rilevanti". 

Aumentano anche i decessi

Anche sul versante dei decessi dai primi di settembre inizia a delinearsi un trend in lento ma costante incremento: il numero dei pazienti deceduti è aumentato da 46 a 155 per settimana. In altri termini, spiega il Presidente "le dinamiche dell’epidemia, molto diverse dalla prima ondata, dimostrano che il progressivo incremento dei casi attualmente positivi iniziato a fine luglio, dopo un mese ha innescato l’incremento di pazienti ospedalizzati con sintomi e in terapia intensiva, e dopo 2 mesi, inizia a riflettersi anche suidecessi".

Cartabellotta: "L'obbligo di mascherine all'aperto è una misura coerente"

"L’obbligo delle mascherine anche all'aperto - conclude Cartabellotta - èuna misura coerente con la rapida ascesa dei contagi, visto che non conosciamo ancora il reale impatto della riapertura delle scuole e quello dell’ulteriore sovraccarico dei servizi sanitari conseguente alla stagione influenzale. Tuttavia, per contenere la seconda ondata, in particolare nelle Regioni del centro-sud, la Fondazione GIMBE ribadisce la necessità di giocare d’anticipo sul virus su tutti i fronti: in particolare, è indifferibile potenziare e uniformare gli standarddell’assistenza sanitaria territoriale e ospedaliera, oltre che trovare una soluzione per ridurre l’elevato rischio di contagio sui mezzi pubblici".

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