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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Le sei regioni in bilico tra lockdown e chiusura territoriale

In arrivo oggi le ordinanze dei governatori di Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia e Veneto, che però potrebbero non bastare al ministero. Altri due territori rischiano il passaggio in zona rossa, mentre il caso Campania tiene banco ed è in arrivo l'esercito

Ci sono sei regioni in bilico tra zona rossa e chiusure territoriali: oltre alle nuove restrizioni in arrivo in Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia e Veneto anche Puglia e Liguria rischiano mentre il caso Campania continua a tenere banco tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro della Salute Roberto Speranza. 

Le sei regioni in bilico tra lockdown e chiusura territoriale

Andiamo con ordine. Oggi sono previste le ordinanze dei presidenti di Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia e Veneto, che sono attualmente in zona gialla ma alcuni parametri le collocano nello scenario 4, il peggiore, quello che se dovessero aggravarsi ulteriori indicatori le farebbe slittare automaticamente nella zona rossa. L'obiettivo dei governatori è dunque di anticipare le misure per tentare di finire solo  in zona arancione e ridurre l'impatto sull'economia dei territori anche se governatori come Fedriga dicono che il rischio di finire in zona rossa è concreto. Una delle misure potrebbe riguardare bar e ristoranti: l'ipotesi è quella di mettere la consumazione obbligatoria al tavolo e ridurre il numero di persone che possono stare sedute rispetto alle 4 indicate nel Dpcm, ha detto il presidente del Friuli Massimilano Fedriga. E ci saranno interventi anche per limitare gli spostamenti e regolare l'apertura dei negozi, in vista del fine settimana, per non ripetere le scene dello scorso weekend. Si pensa di far entrare in vigore l'ordinanza a mezzanotte. 

Ma oltre a queste tre di regioni in bilico ce ne sono altre. Nel vertice di governo a cui hanno partecipato ieri anche Silvio Brusaferro, Agostino Miozzo e Franco Locatelli, che ha certificato la buona notizia del rallentamento nella crescita dell'epidemia, si è parlato della possibilità di raggiungere il picco nelle prossime settimane (la data più gettonata è quella del 27 novembre) e quindi del fatto che i Dpcm di ottobre e novembre stiano cominciando a dare i frutti sperati. Ciò nonostante, spiega oggi Repubblica, il premier Conte ha deciso di proseguire sulla linea delle chiusure regionali e ci sono altre due regioni fortemente indiziate: dopo che hanno cominciato ad affluire i numeri più recenti dei territori, oggi arriverà l'elaborazione con le decisioni: rischiano l'ingresso in zona rossa Puglia e Liguria, che sono attualmente arancioni, mentre le tre regioni in giallo (Emilia-Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia) hanno un indice di contagio Rt sopra l'1,5 e le misure restrittive dei governatori in arrivo oggi potrebbero non bastare e quindi scenderebbe in campo il ministero della Salute con un'ordinanza. 

Intanto alcune città cominciano a muoversi. Roma annuncia l'intensificazione dei controlli sui parchi e sul litorale oltre che nelle vie dello shopping dove nei giorni scorsi sono stati ammortalati molti assembramenti. A Firenze chiudono nel week end bar e ristoranti, mentre si valuta il divieto d'accesso nelle piazze. A Palermo è stato decretato il divieto di stazionamento nel centro fino al 3 dicembre. A Bologna sono vietati eventi e manifestazioni sempre nel centro. A Bari chiudono i giardini, a Verona si studiano altri blocchi nel centro.

Perché l'epidemia di coronavirus sta rallentando la sua crescita

Il caso Campania

Poi c'è il caso Campania: la decisione sul cambio di zona sarà presa venerdì 13 novembre, dove sconcerta la situazione degli ospedali e ieri il video di un malato morto in sala d'attesa all'ospedale Cardarelli ha suscitato orrore, anche se il nosocomio ha risposto: "A pochi minuti dal decesso - si legge in una nota dell'ospedale - ha iniziato a circolare in rete un video che mostra il corpo dell'uomo, girato approfittando dell'allontanamento dei soccorritori andati a prendere una lettiga sulla quale adagiare il corpo". Non è al momento possibile stabilire quale sia stata la causa del malore che ha portato al decesso e la Direzione sanitaria ha avviato le indagini necessarie in merito. "Alla famiglia dell'uomo vanno le condoglianze della direzione strategica e di tutto il personale che si spende ogni giorno per porre un argine alla violenza di questa pandemia", conclude la nota. 

L'episodio ha però fatto montare una polemica politica. Luigi Di Maio ha chiesto all'esecutivo di inserire la regione in zona rossa ma questo è impossibile senza le verifiche degli ispettori mandati a controllare i numeri delle settimane precedenti o un significativo peggioramento dei nuovi dati. Come abbiamo spiegato nei giorni scorsi, il ministero non intende emanare un'ordinanza che non sia suffragata dai numeri perché sarebbe altissimo il rischio annullamento davanti al tribunale amministrativo regionale, così come è successo per quella sulle scuole di Michele Emiliano in Puglia. 

Repubblica però scrive che l'ordinanza arriverà domani ufficializzando la zona arancione o rossa ma intanto Conte ha chiesto ad  Angelo Borrelli di valutare con il comando generale interforze l’invio della Protezione civile e dell’esercito per l’emergenza in Campania. Tra gli obiettivi, allestire ospedali da campo e reclutare nuovi Covid hotel. "Siamo lo Stato – dice il premier - e se ci sono segnalazioni diffuse di criticità sulle strutture sanitarie della città di Napoli, serve dare un segnale".

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