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Venerdì, 29 Marzo 2024
L'Italia a colori

Le regioni a rischio zona arancione e come cambiano le regole

Nell'area intermedia del sistema a colori vigono restrizioni più severe soprattutto per i non vaccinati. Ecco i territori che rischiano maggiormente dal 10 gennaio

Mentre sul tavolo del Consiglio dei ministri di oggi c'è una nuova stretta anti covid, con un altro decreto che dovrebbe prevedere l'obbligo vaccinale per gli over 60 e qualche novità sul super green pass per i lavoratori e sullo smart working, alcune regioni italiane rischiano di passare in zona arancione nelle prossime settimane o già da lunedì 10 gennaio. Il passaggio a questa fascia di restrizioni scatta quando l'incidenza settimanale supera i 150 contagi ogni centomila abitanti (soglia ampiamente superata in tutte le regioni), l'occupazione dei posti letto nelle terapie intensive da parte dei pazienti covid è maggiore del 20% e quella nelle aree mediche è più alta del 30%. Questi tre parametri devono essere raggiunti o superati contemporanemente.

Decisivo sarà il nuovo monitoraggio della cabina di regia, con i dati aggiornati sull'andamento dell'epidemia analizzati dall'Istituto superiore di sanità (Iss) e dal ministero della Salute, previsto per venerdì prossimo, 7 gennaio. Qual è la situazione oggi e quali sono le regioni a rischio? Occhi puntati sui numeri dei ricoveri. In base agli ultimi dati dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) aggiornati al 4 gennaio, la percentuale media di occupazione delle terapie intensive a livello nazionale è del 15%, con ampie differenze regionali, mentre quella dei posti letto di area medica (afferenti alle specialità di malattie infettive, medicina generale e pneumologia) è del 20%. Il tasso di occupazione di posti letto nei reparti ospedalieri cresce in 13 regioni in 24 ore, raggiungendo livelli più critici in Valle d'Aosta (47%), Calabria (32%), Liguria (31%) e Umbria (con +3% raggiunge il 27%).

A crescere sono anche: Abruzzo (al 16%), Campania (19%), Emilia-Romagna (18%), Lazio (20%), Lombardia (22%), Piemonte (24%), Puglia (12%), Sicilia (24%), Toscana (16%). Stabili oltre soglia del 15%: Basilicata (20%), Friuli-Venezia Giulia (24%), Marche (23%), provincia autonoma di Bolzano (17%), Veneto (20%). Il tasso è in calo solo nella provincia autonoma di Trento (al 19%) e Sardegna (9%).

Le regioni a rischio zona arancione dal 10 gennaio 2022

Tra le regioni osservate speciali c'è la Liguria. Nella regione l'occupazione è salita al 21% in terapia intensiva e al 31% in area medica. Ha quindi numeri da zona arancione. A rischiare è anche la provincia autonoma di Trento, dove i pazienti covid sono il 24% del totale in terapia intensiva, ma "solo" il 19% del totale in area medica (dunque ancora sotto la soglia). La soglia critica per il passaggio in arancione è stata in parte sforata anche in Valle d'Aosta. Qui i pazienti covid in area medica sono già il 47% del totale, ma quelli in terapia intensiva "solo" il 12%. In Veneto, invece, preoccupa proprio quest'ultima percentuale, arrivata al 19%.

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Nelle Marche, l'occupazione è al 21% nelle terapie intensive e al 23% nelle aree mediche. "Di questo passo, purtroppo, vedo inevitabile anche per la nostra regione il rischio della zona arancione", ha detto nei giorni scorsi il governatore Francesco Acquaroli. In Calabria, invece, ci sono già alcune zone arancioni. Una di queste è il comune di Rosarno, in provincia di Reggio Calabria, dopo l'ordinanza del governatore Roberto Occhiuto. Il resto della regione, per ora, resta in giallo, ma la situazione negli ospedali sta peggiorando. L'occupazione in area medica è già al 32%.

Le regole nelle regioni in zona arancione

Come cambiano le regole in zona arancione? L'aumento della pressione sul sistema sanitario comporta qualche restrizione in più per la popolazione, o parte di essa. Fino a qualche mese fa, il passaggio in arancione comportava l'introduzione del coprifuoco dalle 22 alle 5, e cambiamenti per bar e ristoranti che dovevano sospendere il servizio al tavolo e lavorare soltanto con l'asporto. In base alle nuove disposizioni, questo non è più necessario e chi è dotato di super green pass (vaccinato o guarito dal covid) potrà continuare a consumare all'interno di questi locali. Gli altri non potranno invece usufruire di questo servizio né sedersi all'esterno. Si tratta di un divieto previsto anche in zona bianca da lunedì 10 gennaio.

Il Consiglio dei ministri ha deciso che, a partire da quella data, il super green pass sarà obbligatorio anche per i trasporti a lunga percorrenza, fiere e congressi, impianti sci, alberghi, feste conseguenti alle cerimonie civili o religiose, come i matrimoni. E ancora: servizi di ristorazione anche all'aperto, piscine e centri natatori, sport di squadra e centri benessere anche all'aperto, centri culturali, centri sociali e ricreativi per le attività all'aperto. 

Con le ultime decisioni prese dal governo Draghi, molte differenze tra una zona e l'altra sono scomparse. Inoltre, anche se avverrà il passaggio in zona arancione, le persone vaccinate potranno continuare a godere di alcune libertà. Chi ha il green pass base - ed è quindi vaccinato, guarito dal virus o risultato negativo al tampone - potrà, per esempio, continuare a muoversi anche al di fuori del proprio comune, senza limiti di orario e senza dover giustificare lo spostamento. Chi non è provvisto del certificato dovrà invece tornare ad usare l'autocertificazione e potrà "sconfinare" solo per motivi di lavoro, salute o necessità.

Tra una zona e l'altra cambiano invece le regole per l'accesso ad alcuni negozi. In zona arancione, ad esempio, non basta il certificato base ma serve quello rafforzato per entrare in quelli presenti nei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi (eccetto alimentari, edicole, librerie, farmacie e tabacchi). E ci sono novità anche per gli appassionati di sci. In zona arancione, serve infatti il super green pass per acquistare skipass per uso esclusivo di impianti di risalita diversi da funivie, cabinovie e seggiovie qualora utilizzate con chiusura delle cupole paravento.

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