L'ordinanza di Speranza oggi e le regioni che tornano in zona arancione da martedì 13 aprile
Un italiano su due potrebbe uscire dal lockdown della zona rossa con le decisioni del ministro dopo i numeri sull'epidemia. Da cinque a sette territori potrebbero tornare nell'area a minori restrizioni. Ecco perché invece alcune rischiano la retrocessione in zona rossa per i dati sui contagi e sui focolai
Da cinque a sette regioni possono tornare in zona arancione con l'ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza di oggi, venerdì 9 aprile, dopo il report dell'Istituto Superiore di Sanità sul monitoraggio dell'epidemia di coronavirus e le decisioni della Cabina di Regia Benessere Italia. Nella migliore delle previsioni l'Italia conta di poter arrivare a misure meno rigide per due terzi del territorio. E quindi un italiano su due potrebbe uscire dal lockdown della zona rossa.
L'ordinanza di Speranza oggi e le regioni che tornano in zona arancione da martedì 13 aprile
Le candidate all'uscita dalla zona rossa martedì 13 aprile sono Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia e Toscana. Il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana ha fatto sapere che chiederà ufficialmente a Speranza l'uscita del suo territorio dall'area a maggiori restrizioni. Fino a ieri anche Puglia e Calabria erano candidate all'uscita. Oggi però per le due regioni si pronostica la zona rossa. Dalla quale non usciranno Campania e Valle d'Aosta mentre rischia di entrarci anche la Sardegna, che non più tardi di un mese fa festeggiava invece la zona bianca. Il sito del governo ricorda che attualmente dal 15 marzo al 2 aprile 2021 e dal 6 al 30 aprile 2021 in tutte le zone gialle si applicano le disposizioni previste per le zone arancioni (articolo 1, comma 1, del decreto-legge 13 marzo 2021, n. 30, e art. 1, comma 2, del decreto-legge 1 aprile 2021, n. 44). In base a tali disposizioni e alle ordinanze del Ministro della Salute, da martedì 6 aprile, si applicano le misure previste:
- per la zona arancione alle regioni Abruzzo, Basilicata, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Sardegna, Sicilia, Umbria e Veneto e alle Province autonome di Bolzano e Trento;
- per la zona rossa alle regioni Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Puglia, Toscana e Valle d'Aosta.
Ieri durante il faccia a faccia tra Mario Draghi e Matteo Salvini il segretario della Lega se ne è uscito con una mossa a sorpresa: ha portato al premier una cartella piena di dati in base ai quali ci sono altre sei, tra regioni e provincie autonome, candidate ad entrare in base al trend in zona gialla. Questi sei territori sarebbero Veneto, Marche, Umbria, Abruzzo, Trento e Bolzano. "È un dovere riaprire la seconda metà di aprile, se i dati lo permetteranno. Non si può stare in rosso a vita", ha detto ieri il leader del Carroccio dopo l'incontro a Palazzo Chigi. E ha aggiunto: "Con Draghi abbiamo parlato di dati: dove è tranquillo è un dovere ripartire. Draghi lo ha condiviso". Il presidente del Consiglio ha poi chiarito in conferenza stampa che "è normale chiedere aperture: la migliore forma di sostegno all'economia sono le aperture, ne sono consapevole. Voglio vedere nelle prossime settimane di riaprire in sicurezza a partire dalle scuole, obiettivo è un mese di presenza". E ha anche ammesso che per riaprire prima del 30 aprile non basterà una delibera del consiglio dei ministri ma ci vorrà un nuovo decreto legge.
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Le regioni in zona arancione con l'ordinanza di Speranza oggi
C'è un punto però che tutti sembrano dimenticare. Ovvero che non basterà il calo dei contagi per uscire dalle aree a maggiori restrizioni. Bisognerà anche aver attuato il piano vaccinale e averlo completato con l'immunizzazione dei più deboli. "Ci sarà una direttiva di Figliuolo" sulle vaccinazioni delle persone fragili "e poi vedremo come inserire con i ministri il parametro delle vaccinazioni delle categorie a rischio tra i parametri che si usano per autorizzare le riaperture, ha detto durante la conferenza stampa di ieri il presidente del Consiglio. E ha poi aggiunto: "È chiaro che per le Regioni che sono molto avanti con i più vulnerabili sarà più facile riaprire". E pensa anche ad "un piano di riapertura delle fiere e degli eventi" per guardare "al futuro delle prossime settimane".
Intanto La Stampa oggi anticipa i numeri del monitoraggio delle regioni, che confermano la possibilità per molte regioni di passare in zona arancione. È il parametro dell'incidenza, ovvero il numero dei contagi ogni centomila abitanti a far ben sperare. La soglia da non superare è 250 e attualmente l'Emilia-Romagna è a 207, il Friuli-Venezia Giulia a quota 188, la Lombardia a 183. Poi c'è il Piemonte che è appena sotto la soglia (238) così come la Toscana (230). Anche la Calabria ha per due settimane consecutive l'indice di contagio Rt al di sotto di 1,25 (è a 0,93). In tutto, calcola il quotidiano, 25 milioni di italiani ri-conquisteranno un po' di libertà.
La zona arancione infatti ad oggi prevede la possibilità di circolare liberamente nei comuni senza autocertificazione (per uscire dai confini ci vogliono però comunque le ragioni di lavoro, salute e necessità e bisogna firmare il modulo autodichiarazione), i negozi - tranne bar e ristoranti - sono aperti e cambiano anche le norme sulla scuola in DaD e in presenza. Sul fronte delle attività culturali, il ministero e le Regioni sono al lavoro per ridefinire per un Piano sui protocolli per la riapertura di teatri, cinema, musei e spettacoli dal vivo. Tra le novità potrebbe esserci l'aumento del numero di spettatori. Il nuovo documento sarà vagliato dal Cts, per definire una serie di misure a seconda dei colori assegnati ai vari territori. E i Musei Vaticani hanno già messo nero su bianco le nuove norme per i visitatori: prenotazione obbligatoria, puntualità negli orari di accesso, mascherine, distanziamento di oltre un metro. "Potrà essere disposto l'allontanamento dai Musei di coloro che non seguiranno le disposizioni", avverte la direzione. "A causa dell'emergenza sanitaria per infezione da Covd-19, a partire da lunedì 3 maggio 2021 e sino a diversa disposizione, le visite ai Musei e ai Giardini Vaticani saranno impostate secondo i criteri" stabiliti per la riapertura.
La Sardegna e le altre regioni in zona rossa
La vicenda più curiosa è quella della Sardegna, che un mese fa festeggiava la zona bianca e da martedì rischia la zona rossa. Secondo quanto scrive l'agenzia di stampa Ansa a determinare il cambio di colore sarebbe principalmente il valore dell'indice di contagiosità R(t) che in quest'ultima settimana, complice anche l'aumento di focolai localizzati in Comuni già finiti in zona rossa, è balzato ben oltre la soglia di 1,25. La retrocessione dell'Isola non sarebbe legata invece ad altri indicatori. Per l'ufficialità si dovrà comunque attendere la conferma della cabina di regia quando domani, come ogni venerdì, comunicherà i dati del monitoraggio settimanale definendo i nuovi colori delle regioni.
Se questi dati verranno confermati saranno invece 11,4 milioni gli italiani che rimarranno in zona rossa. Si tratta degli abitanti di Valle d'Aosta e Campania (che potrebbe tornare in arancione il 20 aprile), insieme alla Puglia e alla Sardegna. In arancione rischia di rimanere anche la Liguria di Giovanni Toti, che ha 179 casi per 100mila abitanti ma un indice di contagio Rt a 1,14. Oggi il governatore deciderà se prorogare o meno il lockdown nella riviera di ponente e riportare in presenza le lezioni di licei, istituti tecnici e professionali, ancora tutti in dad nelle aree arancioni.
Intanto I presidenti di Sicilia e Sardegna, Christian Solinas e Nello Musumeci, chiedono al governo Draghi di "avere il coraggio" di andare oltre la proposta di vaccinazione delle sole isole minori del Paese, puntando su Sardegna e Sicilia. In questo senso un assist arriva dal ministro del Turismo, Massimo Garavaglia: "La Grecia ha tante isole e per quello si sta muovendo in quella direzione, noi potremmo farlo. Il punto è creare meccanismi per cui sia semplice circolare. La direzione mi sembra abbastanza chiara".
Aggiornamento 10.30 - L'indice Rt medio nazionale è pari a 0,92, in calo rispetto a 0.98 della scorsa settimana. E' quanto si apprende dalla Cabina di regia Istituto superiore di sanità (Iss)-ministero della Salute su Covid-19, riunita questa mattina.