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Mercoledì, 24 Aprile 2024
La nuova mappa dell'Italia

Le regioni che passano in zona bianca dal 7 giugno

Da lunedì prossimo altri quattro territori dovrebbero passare nella fascia di rischio covid meno restrittiva. Per la conferma ufficiale bisognerà aspettare il consueto monitoraggio settimanale del venerdì sull'andamento dell'epidemia. Ecco lo scenario fino a fine mese

Come cambiano i colori delle regioni? Con la curva epidemiologica in netto calo, l'Italia fa un nuovo e decisivo passo verso la normalità. Come sempre bisognerà attendere il consueto monitoraggio settimanale del venerdì sull'andamento dell'epidemia redatto dall'Istituto superiore di sanità e dal ministero della Salute, ma è possibile fare alcune previsioni. Da lunedì 7 giugno 2021 altre quattro regioni italiane dovrebbero passare in zona bianca, la fascia di rischio covid meno restrittiva. Sono la Liguria, il Veneto, l'Abruzzo e l'Umbria, che dovrebbero aggiungersi a Friuli-Venezia Giulia, Molise e Sardegna, regioni in zona bianca dal 31 maggio. Da lunedì 7 giugno, dunque, l'Italia dovrebbe diventare sempre più bianca, con sette regioni in totale nell'area di rischio minore. Dovrebbe essere infatti confermata un'incidenza settimanale sotto i 50 casi ogni centomila abitanti in questi sette territori:

  • Friuli-Venezia Giulia
  • Molise
  • Sardegna
  • Liguria
  • Veneto
  • Abruzzo
  • Umbria

Tre settimane consecutive con un'incidenza inferiore a 50 casi covid ogni centomila abitanti fanno scattare la zona bianca. L'andamento dell'epidemia è in deciso miglioramento e per questo nel mese di giugno altri territori guadagneranno il bianco. Nel dettaglio, da lunedì 14 giugno dovrebbero essere sei le regioni a passare nell'area di rischio covid con meno restrizioni, salvo sorprese: l'Emilia-Romagna, la Lombardia, il Lazio, il Piemonte, la Puglia e la provincia autonoma di Trento. Dal 21 giugno, invece, dovrebbe toccare ad altre sette regioni, che da questa settimana per la prima volta dovrebbero registrare un'incidenza inferiore ai 50 casi ogni centomila abitanti. Si tratta di Basilicata, Calabria, Campania, Marche, Toscana, Sicilia e la provincia autonoma di Bolzano. Resterebbe fuori solo la Valle d'Aosta, l'ultima regione ad entrare in zona bianca: se il trend in discesa dei contagi fosse confermato, il passaggio dovrebbe avvenire da lunedì 28 giugno. A quel punto tutta l'Italia sarebbe in zona bianca, salvo che non si registri una risalita dei contagi nei monitoraggi settimanali.

Le regole nelle regioni in zona bianca

Stando alle regole attuali, nelle regioni in zona bianca non è più necessario tornare a casa entro una certa ora: è abolito il coprifuoco. Tra le principali novità c'è la possibilità di pranzo e cena non solo all'aperto ma anche al chiuso nei ristoranti e il consumo al banco nei bar. Resta l'obbligo di mantenere il distanziamento, di indossare la mascherina all'aperto e al chiuso e rimangono vietati gli assembramenti. Anche in zona gialla è consentito il consumo di cibi e bevande all'interno di bar, ristoranti, pizzerie. Le linee guida prevedono, tra l'altro, di: definire il numero massimo di presenze contemporanee in relazione ai volumi di spazio e ai ricambi d’aria ed alla possibilità di creare aggregazioni in tutto il percorso di entrata, presenza e uscita; potrà essere rilevata la temperatura corporea, impedendo l'accesso in caso di temperatura >37,5 °C; rendere obbligatoriamente disponibili prodotti per l’igienizzazione delle mani per i clienti e per il personale anche in più punti del locale, in particolare all’entrata e in prossimità dei servizi igienici, che dovranno essere puliti più volte al giorno; adottare misure al fine di evitare assembramenti al di fuori del locale e delle sue pertinenze.

E ancora: negli esercizi che somministrano pasti, raccomandare l'accesso tramite prenotazione e mantenere l’elenco dei soggetti che hanno prenotato per un periodo di 14 giorni. È comunque consentito l’accesso, anche in assenza di prenotazioni, qualora gli spazi lo consentano, nel rispetto delle misure di prevenzione previste. In tali attività non possono essere continuativamente presenti all’interno del locale più clienti di quanti siano i posti a sedere. In tutti gli esercizi: disporre i tavoli in modo da assicurare il mantenimento di almeno 1 metro di separazione tra i clienti di tavoli diversi negli ambienti al chiuso (estendibile ad almeno 2 metri in base allo scenario epidemiologico di rischio) e di almeno 1 metro di separazione negli ambienti all’aperto (giardini, terrazze, plateatici, dehors), ad eccezione delle persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggette al distanziamento interpersonale.

Le distanze possono essere ridotte solo con barriere fisiche di separazione, in un quadro che garantisca comunque il ricambio d'aria; i clienti dovranno indossare la mascherina a protezione delle vie respiratorie in ogni occasione in cui non sono seduti al tavolo; bisogna favorire la consultazione online del menu tramite soluzioni digitali, oppure predisporre menu in stampa plastificata, e quindi disinfettabile dopo l’uso, oppure cartacei 'a perdere'; al termine di ogni servizio al tavolo, assicurare pulizia e disinfezione delle superfici. Negli esercizi che non dispongono di posti a sedere, consentire l’ingresso ad un numero limitato di clienti per volta, in base alle caratteristiche dei singoli locali, in modo da assicurare il mantenimento di almeno 1 metro di separazione (estendibile ad almeno 2 metri in base allo scenario epidemiologico di rischio). Dove possibile, privilegiare l’utilizzo degli spazi esterni (giardini, terrazze, plateatici, dehors), sempre nel rispetto del distanziamento di almeno un metro. Per la consumazione al banco assicurare il mantenimento della distanza di almeno 1 metro tra i clienti (estendibile ad almeno 2 metri in base allo scenario epidemiologico di rischio), ad eccezione delle persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggette al distanziamento interpersonale. Questo ultimo aspetto afferisce alla responsabilità individuale.

Tornano gli spettatori in stadi e palazzetti, ma in numero limitato. In zona gialla, dal 1° giugno 2021 all'aperto e dal 1° luglio 2021 anche al chiuso, è consentita la presenza di pubblico anche agli eventi e alle competizioni sportive diversi da quelli di cui all'articolo 5 del decreto-legge n. 52 del 2021, esclusivamente con posti a sedere preassegnati e a condizione che sia assicurato il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro sia per gli spettatori che non siano abitualmente conviventi, sia per il personale. La capienza consentita non può essere superiore al 25% di quella massima autorizzata e, comunque, il numero massimo di spettatori non può essere superiore a mille per impianti all'aperto e a 500 per impianti al chiuso. Le attività devono svolgersi nel rispetto delle linee guida adottate dalla Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento per lo sport, sentita la Federazione medico sportiva italiana (FMSI), sulla base di criteri definiti dal Comitato tecnico-scientifico. Quando non è possibile assicurare il rispetto delle condizioni di cui al presente articolo, gli eventi e le competizioni sportive si svolgono senza la presenza di pubblico.

E i matrimoni? Anche in zona bianca ci vorrà il green pass. Lo stabilisce la Conferenza delle regioni che precisa come "le feste" che si organizzano dopo le "cerimonie civili o religiose, anche al chiuso, devono svolgersi nel rispetto di protocolli e linee guida" con l'obbligo che "i partecipanti siano muniti di una delle certificazioni verdi covid" secondo quanto "previsto dal decreto del governo". In pratica chi partecipa a una cerimonia, che sia un matrimonio o un battesimo, dovrà presentarsi con il green pass che attesti l'avvenuta vaccinazione, di essere guariti dal covid o di aver fatto un tampone negativo nelle ultime 48 ore.
 

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