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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Il nodo Green Pass nei bar, le ordinanze "inutili" sulle mascherine e le Regioni che rischiano la zona arancione nelle Feste

Niente didattica a distanza con un solo contagiato. La circolare ministeriale diventa carta straccia nel giro di 24 ore. Super Green Pass da lunedì, sciolto il nodo delle consumazioni al bar: caffè al bancone senza alcun certificato. Occhi puntati su Veneto, Lazio e Lombardia: rischiano un cambio colore a dicembre. Le Regioni guidate da Fedriga pensano a salvare la stagione turistica

Tutti in didattica a distanza se c'è un contagiato in classe. Anzi no. Bastano 24 ore per far diventare carta straccia la circolare dei due ministeri Sanità e Istruzione, che aveva re-introdotto la stretta sulle quarantene, e per dare l'idea di come il gomitolo di norme, divieti, circolari, decreti e restrizioni sia sempre più complesso da dipanare, mese dopo mese. Esemplificativa quella di ieri: una giornata "di ordinaria follia". Mentre sta per debuttare il Super Green Pass, molte Regioni rischiano la zona gialla e qualcuna anche la zona arancione entro la fine del mese. Il Friuli pensa a salvare la stagione turistica anche in zona arancione. Le ordinanze comunali sulle mascherine all'aperto proliferano, ma in realtà sono "inutili", come vedremo. Capitolo terza dose: entro il 31 dicembre saranno 25 milioni i cittadini che potranno riceverla, rischio imbuto negli hub.

Scuola, la Dad è più lontana: blitz di Draghi

Sarebbe stato un blitz del premier Mario Draghi in persona (che viene definito "seccato" per la gestione della vicenda) a ribadire che una classe non andrà in quarantena quando c’è un solo caso di positività: tutte le Regioni hanno circa l’1% di classi in quarantena tranne Liguria, Friuli e Marche che sono al 2%. Non una situazione d'emergenza. Il ministro Bianchi aveva parlato di "una misura assolutamente prudenziale", dovuta al fatto che le Asl non riescono fare rapidamente i tamponi. Ma il pressing di molte Regioni ha il suo effetto: Palazzo Chigi entra in contatto con il generale Francesco Figliuolo. Dal commissario straordinario giunge l’impegno a potenziare l’attività di tracciamento nelle scuole andato in tilt con l’aumento della circolazione del virus. Si resta dunque con le regole introdotte a inizio novembre: Dad più lontana. Resta il fatto che insegnanti e presidi da tempo contestano l'applicabilità del protocollo, visto che le Asl, già sovraccariche di tamponi da eseguire e analizzare, non ce la fanno a garantire soprattutto il secondo test di conferma della negatività, lasciando così ai dirigenti scolastici la responsabilità di decidere se lasciare in classe o meno studenti che non si è sicuri siano effettivamente negativi.

Addio mezzi pubblici senza Green Pass? Spunta il car sharing "informale"

Super Green Pass 6 dicembre: l'elenco delle attività (caffè al bancone per tutti)

Le Faq non sono ancora aggiornate in base al nuovo decreto, e quindi non è detto che le regole saranno così restrittive anche in zona bianca (ad esempio, in molti già assicurano che la consumazione al bancone al bar verrà comunque permessa). Ma il testo del decreto stabilisce che le attività e i luoghi per cui è richiesto il Green Pass "semplice", quindi un tampone negativo, in zona gialla (e quindi anche in zona bianca dal 6 dicembre al 15 gennaio) in base al dl 172/2021 sono le seguenti: fiere, convegni, congressi, mense, concorsi pubblici, centri termali (ma per attività terapeutiche e riabilitative non è richiesto), sale giochi e sale scommesse e sale bingo, parchi divertimento, alberghi (compresi ristoranti se riservati ai clienti), piscine, palestre, impianti sciistici, musei, centri culturali e ricreativi. Per luoghi di lavoro e mezzi pubblici basta sempre il Green Pass normale, quindi con vaccino o tampone negativo.

Necessario invece il Super Green Pass (quindi vaccino o recente guarigione dal Covid) dal 6 dicembre al 15 gennaio per le attività di ristorazione, autogrill inclusi. In teoria anche per il consumo al bancone e per i tavoli all'aperto, ma qui siamo nel campo delle interpretazioni "all'italiana" (l'asporto rimane permesso invece anche senza alcun certificato). Su questo specifico punto (bar e ristoranti) , è molto probabile che interverranno nuove Faq e circolari con precisazioni ed eccezioni varie che permetteranno ad esempio il consumo al bancone del bar senza alcun certificato, come ora. Il testo del decreto, per come è formulato, non è interpretabile: ma a conti fatti la consumazione al bancone dovrebbe avvenire con il pass con una delle tante eccezioni previste. A chiarire i contorni è stato per primo Annunziato Vardè, Prefetto di Trieste, (Fvg già in zona gialla da due giorni): chi è in possesso di Green Pass "base", derivato cioè da tampone, ma anche chi non è vaccinato, può entrare in bar a bere un caffè, ma soltanto al banco. Se questa è l'interpretazione del prefetto, facile pensare che tutti gli altri prefetti si adegueranno.

Il Super Green Pass è richiesto poi negli alberghi se possono accedere a bar e risotrante della struttura clienti esterni a essa. Il nuovo certificato è necessario inoltre da lunedì per: centri sociali e culturali con servizi catering, feste con catering, cinema, teatri e locali con musica anche se all'aperto, sale da balla e discoteche anche se all'aperto. 

Terze dosi per il Green Pass che scade: l'ingorgo di metà dicembre

Numeri alla mano, entro il 31 dicembre saranno 25 milioni i cittadini che potranno ricevere la terza dose. Sono 12 milioni quelli che nel solo mese di dicembre potranno presentarsi agli hub o chiamare i centri di prenotazione. E poi ci sono i 13 milioni che ne hanno già oggi diritto alla nuova iniezione. "Dicembre si annuncia come il mese critico per la campagna delle terze dosi. E non solo perché da oggi potrà pretenderle anche chi ha tra 18 e 39 anni ma anche perché dopo aver abbassato a 5 mesi il tempo tra la seconda somministrazione e il richiamo, un gran numero di cittadini acquisirà il diritto all’iniezione - ragiona oggi Repubblica - E qualcuno ha anche fretta, perché ci sono Green Pass in scadenza, ora che la validità è stata ridotta a 9 mesi. Per questo le Regioni si stanno organizzando per riaprire gli hub e chiedono più personale".

Per scongiurare l’effetto imbuto stanno arrivando in queste ore da varie regioni, tra cui la Calabria, le richieste per la riapertura degli hub messi a disposizione dalla Difesa. A Roma riapre oggi l’hub dell’Eur, lunedì l’Auditorium. Nelle Marche si pensa a stand nei centri commerciali e nei supermercati più frequentati che mai ora che si avvicina il Natale. Il boom di somministrazioni è atteso per il periodo centrale di dicembre.

Mascherine all'aperto: un "pasticcio" all'italiana

Nel frattempo sono già una trentina i sindaci italiani che hanno firmato ordinanze per reintrodurre l’obbligo di mascherina all’aperto in vista degli affollamenti per lo shopping e le manifestazioni di Natale. Dopo Milano e Bologna, anche Torino, Genova e Roma. Matteo Bassetti, professore ordinario di Malattie infettive all'Università di Genova e primario al San Martino, dice alla Stampa di avere dubbi sul senso dell'obbligo di mascherine all'aperto, mentre al chiuso "tra carta, cotone, strass e vellutini ne ho viste di ogni tipo. L'importante è vaccinarsi con tre dosi. Poi il consiglio realistico è: se sei anziano e fragile metti una Ffp2 al chiuso con altri o all'aperto in assembramenti; per tutti gli altri basta la mascherina chirurgica". 

Ma in realtà l'obbligo di indossare le mascherine, anche all'aperto, in caso di rischio assembramenti è già in vigore in tutta Italia da mesi. Scatta automaticamente in caso di assembramenti, se ci si trova in luoghi affollati, dove non sia possibile mantenere la giusta distanza dagli altri. Basta leggere l'ordinanza firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, alla fine di giugno: "Nelle zone bianche cessa l'obbligo di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie negli spazi all'aperto, fatta eccezione per le situazioni in cui non possa essere garantito il distanziamento interpersonale o si configurino assembramenti o affollamenti". Forse il problema è che, messa in questo modo, ci si affida alla sensibilità e al senso di responsabilità dei cittadini: ma è tutto già nero su bianco. I sindaci hanno chiesto a gran voce al governo di ripristinare, nero su bianco, un obbligo più circostanziato. Ma essendoci un'ordinanza con delle regole, in teoria basterebbe farle rispettare. Tuttavia avere un numero congruo di agenti da mettere in campo per presidiare strade e piazze è problematico, considerando che dovranno essere impegnati anche nella verifica del Green Pass sui mezzi pubblici.

Insomma, come nota oggi la Stampa, "per milioni di italiani, soprattutto al Centro-Nord, coprirsi naso e bocca in una strada affollata è tornata a essere una regola ben precisa. Per gli altri resta un po' più vaga, ma sempre in vigore".

Le Regioni che temono la zona arancione entro fine mese

Quali Regioni rischiano la zona gialla o la zona arancione nei prossimi 45 giorni, ovvero fino alla fine della validità del decreto che introduce il Green Pass rafforzato? Da lunedì 6 dicembre l'Alto Adige raggiunge il Friuli Venezia Giulia in zona gialla. Per i cittadini cambierà poco perchè l’obbligo di mascherina all’aperto, previsto in zona gialla, era già stato ripristinato insieme a quello di indossare una Ffp2 sui mezzi pubblici in provincia di Bolzano. Marche e Calabria sono le principali candidate a finire in zona gialla dal 13 dicembre, mentre gli occhi sono puntati su Veneto, Lazio e Lombardia. Se la crescita dei ricoveri continuerà nella prima metà di dicembre, il primo cambio colore diventerà inevitabile anche nelle tre grandi Regioni che da sole hanno 20 milioni di abitanti in tutto, un terzo della popolazione nazionale.

Veneto in zona gialla? Per il presidente della Regione Luca Zaia "se si continua così, con i numeri di questi giorni" ci finisce "nel giro di due-tre settimane". "E dopo c'è l'arancione ed il rosso, e con il rosso, ricordo, si chiude tutto. Quindi, se non facciamo attenzione rischiamo 'di farci male' ", è l'allarme lanciato in conclusione del suo intervento in Consiglio regionale, in cui ha spiegato che "la giustificazione non può essere che i vaccini non funzionano, perché non è così: i vaccini funzionano e lo stanno dimostrando".

Il punto è che le misure da zona gialla ormai sono talmente poco impattanti che un eventuale aumento dei ricoveri in zona gialla, se continua per settimane, porta le Regioni in zona arancione. E' evidente in primis ai presidenti di Regione, che mettono le mani avanti.

"In zona arancione si potrà praticare lo sci", assicura Massimiliano Fedriga, presidente della Regione Fvg e del la Conferenza delle Regioni, preoccupato di salvare la stagione turistica invernale ormai alle porte. L'opportunità è data a chi ha il green pass rafforzato, a seguito dei vaccini o della guarigione dal covid. "La scelta che abbiamo fatto come Regioni di individuare le nuove zone legate al green pass rafforzato sono state indirizzate a dare garanzie alle imprese, alla ricezione, alla ristorazione, a tutto ciò che è legato al turismo invernale ma non solo, affinchè possano avere una prospettiva che non sia un cambio di zone improvviso che avrebbe compromesso totalmente la stagione invernale. Grazie alle nuove zone, in area arancione gli impianti da sci rimarranno aperti". Con il sistema a colori combinato con il nuovo Super Green Pass, "grazie a queste zone, che il Governo ha recepito nell'ultimo decreto, non ci saranno limitazioni. Si potrà fare, in zona arancione, quello che si potrà fare in zona bianca e in zona gialla, per chi - ha precisato Fedriga - ha il vaccino o ha superato la malattia. Penso che si tratti di un cambio di passo importante. le Regioni sono state protagoniste in questa proposta e quindi ribadisco che le nuove misure garantiscono maggiori aperture. L'alternativa era la chiusura e mettere in ginocchio un comparto che aveva già sofferto moltissimo".Il discorso va ampliato e non riguarda solo lo scii e gli sport sulla neve. In zona arancione, i ristoranti e i bar rimarranno aperti, ma negli spazi al chiuso potranno entrare soltanto i vaccinati o i guariti. Non si applicheranno le riduzioni delle capienze per gli stadi, i palazzetti dello sport, i cinema e i teatri. Insomma, cambia molto poco.

La zona gialla scatta quando l'incidenza è superiore a 50 casi ogni 100mila abitanti (e oggi solo due regioni hanno una incidenza al di sotto della soglia, Basilicata e Puglia), l'occupazione delle terapie intensive oltrepassa il 10% e quella delle aree mediche il 15%. La zona arancione viene stabilita invece con un'incidenza di oltre i 150 casi ogni 100mila abitanti e se al contempo la soglia delle terapie intensive oltrepassa il 20% con i reparti ordinari al 30%. Per entrare in zona rossa invece all'incidenza pari o superiore a 150 casi per 100.000 abitanti devono abbinarsi un tasso di occupazione dei posti letto superiore al 40% in area medica e al 30% in terapia intensiva. Va però evidenziato come dal 6 dicembre il decreto Super Green Pass equipari di fatto zona bianca e zona gialla. Quindi il cambio di colore delle Regioni per i prossimi 40 giorni è meno impattante che in passato sulla vita degli italiani.

Anche in zona arancione non ci sarebbero di fatto chiusure per coloro che hanno il Super Green Pass.

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Grafico Nicoletta/Twitter

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