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Venerdì, 29 Marzo 2024
Lo scenario

L'ordinanza di Speranza con i nuovi colori dal 26 aprile: 14 regioni in zona gialla e 5 in arancione. La Sardegna resta rossa

L'ultimo report Iss fotografa una situazione in lieve miglioramento (l'Rt scende a 0,81), ma nel complesso il quadro resta critico e il contact tracing ancora un miraggio

Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia, firmerà in giornata nuove ordinanze che andranno in vigore a partire dal 26 aprile. È in area rossa la Regione Sardegna. Sono in area arancione le Regioni Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia e Valle d'Aosta. Tutte le altre Regioni e Province Autonome sono in area gialla.

La mappa dell'Italia dunque dovrebbe essere la seguente:

  • Zona gialla: Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Molise, Marche, Piemonte, Toscana, Umbria, Veneto e delle province autonome di Trento e Bolzano.
  • Zona arancione: Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia e Valle d'Aosta;
  • Zona rossa: Sardegna;

Il report dell'Iss: Rt e incidenza in calo, ma il contact tracing resta impossibile

Intanto sono stati pubblicati i dati dell'ultimo report Istituto superiore sanità (Iss)-ministero della Salute per il monitoraggio dell'epidemia di Covid-19 in Italia, relativo al periodo 12-18 aprile. L'indice Rt nazionale è sceso a 0,81 (da 0,85), ma la situazione resta ancora difficile. "Quattro Regioni (vs 5 la settimana precedente) hanno un Rt puntuale maggiore di 1" si legge nel documento. "Tra queste, 2 Regioni (Basilicata e Sicilia) hanno una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 2. Le altre Regioni/Province autonome hanno una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 1".

Gli esperti evidenziano che "si osserva un lieve miglioramento generale del rischio, con 2 Regioni (Calabria e Sardegna) che hanno un livello di rischio alto" e 5 che "hanno una classificazione di rischio basso". 

"Questa settimana si osserva ancora una lievissima diminuzione dell'incidenza settimanale (157,4 per 100.000 abitanti nel periodo 12-18 aprile vs 160,5 per 100.000 nel periodo 5-11 aprile, dati flusso Iss). Complessivamente - si legge nel report -, l'incidenza resta elevata e ancora ben lontana da livelli (50 per 100.000) che permetterebbero il completo ripristino sull'intero territorio nazionale dell'identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti". 

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Insomma, l'epidemia arretra ma il numero dei casi resta alto. E con questi dati il contact tracing è tuttora un miraggio. "L'incidenza è in lenta diminuzione - spiega il report -, ma ancora molto elevata per consentire sull'intero territorio nazionale una gestione basata sul contenimento ovvero sull'identificazione dei casi e sul tracciamento dei loro contatti. Di conseguenza, è necessario ridurre rapidamente il numero di casi anche con misure di mitigazione volte a ridurre la possibilità di aggregazione interpersonale". 

I dati dunque non migliorano abbastanza per permetterci di dire che il peggio è alle spalle. "Si conferma la lenta discesa dei nuovi casi e del numero di pazienti ricoverati, ma il quadro complessivo resta ancora ad un livello critico", si legge nel monitoraggio. "E' fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie", ripetono gli esperti, ricordando che "è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine. Si ribadisce la necessità di rispettare le misure raccomandate dalle autorità sanitarie, compresi i provvedimenti quarantenari dei contatti stretti dei casi accertati e di isolamento dei casi stessi".

Ospedali ancora in affanno

Quanto alla situazione negli ospedali, l'Iss sottolinea che rimane alto il numero di Regioni e Province autonome che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica (12 Regioni contro le 14 della settimana precedente). Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è sopra la soglia critica (35%), "anche se il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in diminuzione da 3.526 (13 aprile) a 3.151 (20 aprile)" rileva il report. E ancora: "Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale è sotto la soglia critica (36%) per la prima volta dopo varie settimane - spiegano gli esperti - Il numero di persone ricoverate in queste aree passa da 26.952 (13 aprile) a 23.255 (20 aprile)".

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