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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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L'ordinanza di Speranza: 11 regioni con numeri da zona gialla ma soltanto una diventerà arancione

Domani il ministro della Salute annuncerà i colori dei territori. Molte realtà hanno parametri in linea con le aree a minori restrizioni. Ma solo la Campania uscirà dalla zona rossa

Domani, venerdì 16 aprile, la Cabina di Regia Benessere Italia si riunirà per esaminare il report dell'Istituto Superiore di Sanità sull'andamento dell'epidemia di coronavirus nelle regioni italiane. A seguire il ministro della Salute Roberto Speranza annuncerà i colori delle zone e firmerà la relativa ordinanza. Ma anche se undici regioni avranno numeri da zona gialla, l'unica per cui si prevede un cambio è la Campania. Vediamo perché. 

L'ordinanza di Speranza: 11 regioni con numeri da zona gialla ma soltanto la Campania diventerà arancione

Che la Campania abbia i numeri per tornare in zona arancione è stato annunciato nei giorni scorsi dal presidente della Regione Vincenzo De Luca. "Credo che venerdì prossimo il Cts collocherà in zona arancione anche la Campania. Usciamo quindi fuori da questa cosa demenziale della zona rossa per la Campania", ha detto. "Ho spiegato ovviamente - ha aggiunto il governatore - che noi dobbiamo avere un limite che è quello della movida notturna. Non possiamo scherzare: a mezzanotte tutti a casa. Decidiamo la prossima settimana anche gli orari di apertura, soprattutto per i ristoranti per il servizio serale perché è evidente che il grosso dell'attività avviene di sera e non a pranzo. Anche lì dobbiamo definire un orario: 11,30 di sera o mezzanotte finisce l'attività di ristorazione ma l'importante è che dopo tutti vadano a casa perché se abbiamo migliaia di persone in mezzo alla strada nei fine settimana noi nel giro di due settimane torniamo in zona rossa. Su questo dobbiamo essere tutti responsabili".

Aggiornamento - Le regioni che possono cambiare colore con l'ordinanza di Speranza del 16 aprile

Le altre invece dovranno rimanere ancora nelle aree a maggiori restrizioni anche se hanno numeri compatibili con la zona gialla. Nel dettaglio, sono undici le regioni (più le due province autonome di Trento e Bolzano) che vedono un rallentamento della corsa dell'epidemia di coronavirus Sars-CoV-2. Mentre ce n'è una, la Sicilia, che rischia la zona rossa. Valle d'Aosta, Sardegna e Puglia dovrebbero rimanere nell'area a maggiori restrizioni. La Campania invece, spiega oggi Repubblica, va verso la zona arancione visto che ha un Rt inferiore all’1,25 e oggi avrà la conferma che pure l’incidenza è sotto il livello che porta nello scenario con più restrizioni, e cioè è inferiore a 250 casi settimanali per 100mila abitanti.

L'incidenza dei casi settimanali ogni centomila abitanti dovrebbe essere in media di 182. Le regioni in cui è superiore alla soglia di 250 dovrebbero essere solo la Puglia e la Valle d'Aosta, mentre la Sardegna ha un indice di contagio Rt ancora troppo alto per uscire dalla zona rossa. In ogni caso, mentre il bollettino del ministero della Salute sull'emergenza coronavirus ieri registrava un miglioramento della situazione negli ospedali e il calo dei ricoverati, tra le regioni monitorate e che presentano particolari criticità vi è senza dubbio il Piemonte (che veniva da un Rt 0.9) con una incidenza a 215 al limite dal passaggio in fascia di rischio alto (250) e un incremento di casi al 4%. Tra le sorvegliate speciale la Basilicata (Rt 1.15 nell'ultima misurazione) ma tra le regioni con più nuovi casi negli ultimi giorni (incidenza 214) e in progressiva crescita del 4%. Attenzione infine anche alla Sicilia che dopo il caso dei dati spalmati si trova ora ad assistere ad un rapido aumento dei casi con una crescita che sfiora il 5% nell'arco dei 14 giorni e una incidenza di quasi 200 casi ogni 100mila abitanti.

I cambi di colore nelle regioni da lunedì 19 aprile

Con la zona gialla sospesa per decreto c'è il solo Molise ad ambire al passaggio in zona bianca ma ha ancora una incidenza nei sette giorni di 64 nuovi casi per 100mila abitanti, superiore alla soglia nonostante una situazione dei contagi incoraggiante e sostanzialmente stabile: nell'intera regione sono appena 600 le persone attualmente positive. Invece i numeri da zona gialla ce li hanno le province autonome di Trento e Bolzano, l'Abruzzo, la Calabria, l'Emilia-Romagna, il Friuli Venezia Giulia, il Lazio, la Lombardia, le Marche, l'Umbria e il Veneto. Ma in virtù del decreto del governo Draghi che ha sospeso la zona gialla tutte queste regioni dovranno in ogni caso attendere, e sperare che i loro numeri non peggiorino successivamente, per entrare nella zona gialla. 

La speranza dei tecnici è che la permanenza in arancione porti ad un abbassamento ancora più importante della curva epidemica nelle varie realtà locali, in modo che tra due settimane i dati siano ancora migliori e stabili. Tra l’altro l’occupazione dei posti letto sia ordinari che di terapia intensiva negli ospedali è ancora alta in molte zone del Paese. Proprio l’altro ieri i rappresentanti dei medici hanno lanciato un allarme in questo senso.

Così la permanenza in arancione, anche se con dati da giallo, da molti professionisti è vista come un fatto che dà più tempo per migliorare la situazione dei ricoveri.  "Domani proporremo al governo" le linee guida "per le riaperture, nella linea di grande responsabilità", ha detto ieri sera a Zona bianca su rete4 il presidente della conferenza delle regioni Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli Venezia Giulia. "In questo momento non stiamo affrontando solo un tema economico e lavorativo", perché "i cittadini non vivono più come un anno fa le misure messe in campo. Dopo un anno di sacrifici, e a volte di drammi, c'è molta ritrosia a rispettare i divieti". 

Intanto è possibile che il mese prossimo coincida anche con la fine del divieto di spostamento tra le Regioni e con il ritorno in presenza per tutti gli studenti italiani, come auspicato più volte da Draghi. "Auspicherei di investire ancora un pezzo del tesoretto sulla scuola, ma è una valutazione che dobbiamo ancora fare" conferma Speranza. Alle linee guida le Regioni stanno ancora lavorando, rimodulando quelle già contenute negli allegati del Dpcm del 2 marzo scorso per tutti i settori, comprese le attività turistiche e ricettive, le piscine, le fiere, i mercatini e le discoteche. Ma le priorità sono state individuate e riguardano tre ambiti: la ristorazione, le attività culturali e le palestre. Sempre, ovviamente, se i dati continueranno ad indicare un miglioramento della curva epidemiologica. La richiesta è quella di poter aprire i ristoranti non solo a pranzo, come già previsto in caso di zona gialla, ma anche la sera; una proposta che si porta dietro la necessità di posticipare il coprifuoco di almeno una-due ore. 

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