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Venerdì, 29 Marzo 2024
In un limbo

Il deputato leghista e gli altri volontari di ReiThera: "Noi vaccinati senza green pass"

Chi si è sottoposto alla sperimentazione non riceverà il certificato che permette di viaggiare tra gli stati Ue e partecipare ad eventi e cerimonie. È la seconda "beffa" dopo lo stop della Corte dei Conti ai finanziamenti per la fase 3

Niente green pass per i 900 volontari che hanno partecipato alla sperimentazione del vaccino ReiThera. Le norme Ue parlano chiaro: per ottenere il certificato i vaccini validi sono solo quelli approvato dall'Ema e in uso ormai da mesi in Ue: AstraZeneca, Pfizer, Moderna e J&J. Il vaccino italiano del resto è ancora in fase sperimentale: dopo lo stop della Corte dei Conti l'azienda ha annunciato di voler proseguire comunque con i trial clinici trovando altre forme di finanziamento, ma i tempi per l'approvazione sono destinati ad allungarsi considerevolmente e la meta sembra a questo punto sempre più sfocata.

Il deputato leghista: "Io volontario di ReiThera senza green pass"

Tra i volontari che hanno ricevuto il vaccino c'è anche il deputato della Lega Paolo Tiramani, componente della Commissione Affari Sociali, che oggi ha scritto al ministro Speranza chiedendo di "tutelare adeguatamente la posizione dei volontari nell'ambito della sperimentazione del vaccino ReiThera, anche per quello che concerne il rilascio nei loro confronti della certificazione verde Covid-19". Alla sperimentazione finora hanno preso parte 900 persone alle quali sono stati somministrati, alternativamente, il vaccino o il placebo. Dopo l'alt dei giudici contabili i volontari sono finiti in un limbo. Tiramani denuncia la situazione di "grave incertezza" che sta vivendo "chi ha preso parte, volontariamente, alla sperimentazione sacrificando tempo e affrontando disagi per dare un contributo importante alla ricerca italiana e ai medici che l'hanno promossa". 

"Per questi volontari", spiega infatti il deputato, "non è previsto il rilascio della certificazione verde che assumerà la valenza di EU digital Covid certificate a partire dal 1° luglio e che in Italia può essere utilizzata, tra l'altro, per partecipare a cerimonie, eventi pubblici e per accedere a residenze sanitarie assistenziali o altre strutture".

La proposta di Sileri: "Una certificazione sugli anticorpi"

Il tema era già stato posto all'attenzione del governo. Un paio di settimane fa il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, aveva peraltro fatto presente che il problema non riguarda solo ReiThera. "Abbiamo diversi concittadini che, vivendo stabilmente in altre nazioni, hanno fatto lo Sputnik o il vaccino cinese. Hanno sicuramente gli anticorpi e devono tornare in Italia perché magari da 1 anno e mezzo o 2, a causa della pandemia non lo fanno. Al momento il loro vaccino non viene riconosciuto perché non è stato approvato dall'ente regolatorio europeo, sebbene sia stato approvato in altre nazioni europee. Lo Sputnik, ad esempio, in Ungheria".

Il sottosegretario ha avanzato anche una possibile soluzione, "la cui risposta", ha detto, "si fa attendere da troppo tempo". Ovvero: "Visto che il vaccino non è stato approvato dall'Europa, è sufficiente una certificazione che attesta la presenza di anticorpi". 

Stesso discorso per coloro che hanno fatto il vaccino di Reithera nell'ambito della sperimentazione. "Ci sono centinaia di italiani che, desiderosi di aiutare l'Italia, si sono offerti volontari per farsi somministrare un vaccino, quello di Reithera, e che ora purtroppo non possono fare un altro vaccino", dice Sileri. "Molti hanno gli anticorpi, lo garantisco perché qualcuno mi ha fatto vedere le analisi fatte motu proprio. Eppure questi non avranno il Green Pass. Troviamo un minimo comune denominatore per tutte queste persone". Questo minimo comune denominatore sarebbe appunto un certificato che attesti la presenza di anticorpi. 

Anche lo scrittore Carofiglio tra i vaccinati con ReiThera: "Farò il tampone"

Tra i volontari di ReiThera c'è anche lo scrittore Gianrico Carofiglio che rispetto ad altri l'ha presa con filosofia. Niente certificato? "Vorrà dire che farò il tampone per andare all'estero, una piccola seccatura. Ad ogni modo" ha spiegato,  "ritengo che sia corretto concedere il Green pass a coloro cui sono stati somministrati vaccini approvati dalle autorità sanitarie. Non appena sarà possibile, forse a novembre, mi vaccinerò con Johnson&Johnson".

Nella stessa situazione si trova anche Axel Felisari, di professione wedding planner, "ipocondriaco patologico" che ha raccontato a La7 le sue perplessità. "Il vaccino lo rifarei, per carità, ci mancherebbe" ma "le delusioni cominciano ad essere un po' troppe, sia il blocco della sperimentazione sia la mancanza del Green pass".

Quanto è efficace il vaccino ReiThera?

Chi si è unito alla sperimentazione lo ha fatto anche dietro un piccolo indennizzo (in tutto 800 euro), ma a sentire le testimonianze dei volontari non è stato certo l'aspetto economico quello preponderante. Anzi. C'era prima di tutta la voglia di contribuire in prima persona alla sperimentazione di un vaccino, per giunta italiano, che potesse dare una spallata al Covid. Ma dopo le stop della Corte dei Conti le cose si sono improvvisamente complicare. E il green pass non è l'unico problema. Nonostante molti volontari abbiano riferito di aver sviluppato anticorpi contro il virus, non essendo stata fatta una sperimentazione di fase 3 non ci sono ancora stime solide sull'efficacia. Né è chiaro se e quanto il vaccino ReiThera funzioni - e in che misura - contro le varianti. Su questo punto però il governo può fare molto poco.

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