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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Ricerca scientifica "azzoppata": in Italia sempre meno ricercatori e donne dimenticate

Il numero di nuovi dottori di ricerca è calato del 40% in circa 10 anni, tra il 2008 e il 2019. Solo una donna su 5 sceglie studi scientifici. Il piano di Draghi per invertire la tendenza

Il numero di nuovi dottori di ricerca in Italia è calato del 40% in circa 10 anni, tra il 2008 e il 2019, ed è oggi tra i più bassi nell’Unione Europea. Il dato impietoso è fornito dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, che ha visitato i laboratori nazionali del Gran Sasso in occasione e 'Istituto nazionale di Fisica nucleare. E se l'Italia sembra proprio non essere un Paese per ricerrcatori, lo è ancora meno se a fare ricerca sono le donne. Restra un mondo maschile, come se l'essere donna ed essere anche una scienziata non sia conciliabile.

L'impegno del Governo, almeno secondo quanto annunciato dal premier, è invertire queste tendenze. "La ricerca - dice Draghi - deve essere al centro della crescita dell’Italia. Con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza investiamo oltre 30 miliardi in istruzione e ricerca. Finanziamo fino a 30 progetti per infrastrutture innovative di rilevanza europea. Nei prossimi 4 anni, destiniamo 6,9 miliardi di euro alla ricerca di base e applicata.  A dicembre abbiamo pubblicato bandi, che si sono chiusi questa settimana, grazie Ministra, per un totale di circa 4,5 miliardi di euro. Finanzieranno cinque Centri Nazionali, gli Ecosistemi dell’Innovazione territoriali e le Infrastrutture di Ricerca e di Innovazione. Il nostro obiettivo è favorire il progresso scientifico e coinvolgere le nostre migliori competenze."

I giovani ricercatori

"Il numero di nuovi dottori di ricerca in Italia è calato del 40% in circa 10 anni, tra il 2008 e il 2019, ed è oggi tra i più bassi nell’Unione Europea. Per invertire questa tendenza, raddoppiamo il numero delle borse di dottorato, dalle attuali 8-9 mila l’anno a 20mila, e ne aumentiamo gli importi. Finanziamo circa 2.000 nuovi progetti di giovani ricercatori sul modello dei bandi europei. 
E riformiamo i dottorati di ricerca per valorizzare il titolo anche al di fuori della carriera accademica, e formare competenze di alto profilo nelle principali aree tecnologiche", annuncia Draghi.

Non solo Margherita Hack

Lo stesso Draghi ha sottolineato che "Per troppo tempo le posizioni di vertice nella ricerca scientifica sono state appannaggio degli uomini. Oggi sono molte di più le ricercatrici italiane che si affermano ai massimi livelli.  Penso a Lucia Votàno - che è qui con noi - la prima donna a dirigere i Laboratori del Gran Sasso. E a Fabìola Gianotti, come è stato appena detto, direttrice del Cerns e coordinatrice del progetto che ha portato alla scoperta del bosone di Higgs. Un numero sempre maggiore di scienziate guida progetti che spingono in avanti le frontiere della ricerca.  Questi Laboratori, dove otto su 14 responsabili di progetto sono donne, costituiscono un esempio per tutti. Sono però ancora troppo poche le ragazze che scelgono studi scientifici. Tra le giovani immatricolate nelle università italiane, solo una su cinque sceglie le cosiddette materie 'Stem'” - scienza, tecnologia, ingegneria e matematica - la metà circa degli uomini. Si tratta di diseguaglianze che partono da lontano, addirittura dall’infanzia".

Per far sì che la scienza sia anche "rosa" sarà investito oltre un miliardo di euro per potenziare l’insegnamento delle materie Stem, anche con l’obiettivo di superare gli stereotipi di genere. Si vuole portare la percentuale di studentesse in queste discipline  almeno al 35% degli iscritti. 

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