rotate-mobile
Mercoledì, 24 Aprile 2024
Sanità e burocrazia

Verso lo stop delle prescrizioni dei medicinali via email o messaggio

A fine anno scade la norma Covid che rende possibile l'invio dei codici dei farmaci al paziente attraverso posta elettronica o chat. Cosa significa e cosa chiedono i medici di base al governo

Prima la tappa dal medico di base per chiedere la prescrizione di un medicinale, poi quella in farmacia con in mano la ricetta per comprare quanto necessario. Accadeva cosi prima del Covid e potrebbe accadere ancora dal prossimo gennaio. A fine anno scade infatti la norma che rende possibile l'invio attraverso email o messaggio sul telefono del promemoria delle prescrizioni, da mostrare direttamente in farmacia.

La novità della prescrizione via email o messaggio era stata introdotta per evitare l'affollamento degli ambulatori. Il meccanismo si è dimostrato utile anche per chi ha patologie croniche e quindi deve con regolarità assumere farmaci o per quelle prescrizioni che non implicano necessariamente la visita da parte del medico. 

Adesso, in assenza di una proroga, si potrebbe tornare indietro. Sono i medici di famiglia a segnalare il problema. "Abbiamo interpellato sul provvedimento la segreteria del ministro della Salute facendo presente la scadenza, e ci aspettiamo una risposta positiva su una eventuale proroga", sottolinea all'Ansa il presidente dell'Ordine dei Medici, Fnomceo, Filippo Anelli. "La ricetta dematerializzata - rimarca -dovrebbe viaggiare di pari passo con il fascicolo sanitario elettronico, che però non tutte le Regioni hanno attivato, così come tutti i cittadini non vi hanno aderito. Durante il Covid per evitare l'affollamento degli studi medici è stato consentito di inviare un codice ai pazienti in modo non criptato, via telefono o email. Questo provvedimento è andato benissimo e nelle more che tutte le Regioni adottino e tutti i cittadini attivino il fascicolo sanitario elettronico è un sistema comodo per i pazienti e sicuro per i medici".

Preoccupazione per il possibile stop rilanciata da Cristina Patrizi, segretario dell'Omceo Roma, l'Ordine dei Medici chirurghi e degli odontoiatri di Roma e provincia. "Fino a oggi - dice - le norme Covid hanno consentito ai cittadini che dovevano ottenere un farmaco a carico del sistema sanitario, di presentare al farmacista solo il numero della ricetta elettronica, il cosiddetto Nre. Tutto questo potrebbe però cessare il prossimo 31 dicembre e si rischia di tornare alla necessità che il paziente debba comunque esibire in farmacia il promemoria cartaceo, la ricetta cartacea stampata, equivalente a quelle elettronica, Se così fosse - denuncia - ritorneremmo indietro di molto e non daremmo attuazione concreta alla dematerializzazione completa, che era già invece da anni nelle carte del governo e che consente al paziente di recarsi in farmacia e di indicare al farmacista il farmaco che è già presente sulla propria tessera sanitaria e che il farmacista stesso è chiamato poi a erogare".

"Chiediamo al ministro della Salute Orazio Schillaci la proroga, oltre la scadenza del 31 dicembre, dell'utilizzo della ricetta dematerializzata almeno per un anno e un provvedimento che renda il suo utilizzo strutturale", interviene anche Pina Onotri, segretario generale dello Sindacato medici italiani (Smi). "Bisogna tener conto che i medici di medicina generale - continua Onotri - sono carenti in tutta Italia. Al tempo stesso sono sempre più oberati da impropri carichi burocratici con una sempre minore disponibilità di tempo per l'attività clinica quotidiana. Il ritorno alla ricetta cartacea rappresenterebbe un salto indietro, causando lunghe attese negli studi medici. La soluzione temporanea che auspichiamo è quella di una proroga, che riteniamo assolutamente necessaria, di almeno un anno del provvedimento".

"Sappiamo che il tema è sul tavolo e sicuri che mostrerà la sua attenzione verso l'argomento, così come in merito alle mascherine", interviene il segretario nazionale della Federazione Italiana di medici di medicina generale (Fimmg) Silvestro Scotti.

Anche l'associazione Cittadinanzattiva si schiera a favore della proroga: "Sarebbe un'occasione sprecata non decidere di prorogare l'utilizzo di questo strumento che è stato preziosissimo durante la pandemia e che i cittadini apprezzano perché semplifica le procedure, riduce la burocrazia e consente ai medici di dedicare più tempo all'ascolto dei pazienti, soprattutto i più fragili".

In realtà quella che abbiamo oggi in quasi tutto lo Stivale è una digitalizzazione a metà. La vera digitalizzazione non contempla il passaggio cartaceo: il medico dovrebbe scrivere sul computer il farmaco per il paziente, il quale andando in farmacia dovrebbe mostrare solo la tessera sanitaria permettendo così al farmacista di accedere al suo profilo e vedere quali medicine deve consegnargli. Senza usare, appunto, carta. Tranne qualche eccezione invece oggi c'è il passaggio intermedio del foglio con i codici indicati dal medico stampato e consegnato al farmacista. Con la norma Covid si era comunque facilitata la procedura e il pericolo è quello che si torni ai disagi di prima.

Tutte le notizie su Today.it

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Verso lo stop delle prescrizioni dei medicinali via email o messaggio

Today è in caricamento