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Venerdì, 19 Aprile 2024
Il caso / Stati Uniti d'America

Richard Hopkins: la denuncia del postino in Pennsylvania è stata scritta dai repubblicani di “Project Veritas”

L'impiegato ha spiegato che non aveva capito bene cosa ci fosse scritto nella dichiarazione giurata e non l'ha confermata agli investigatori postali. Adesso le sue parole sono al limite della credibilità

Nuovo colpo di scena nel caso del postino Richard Hopkins che aveva denunciato brogli a Erie, in Pennsylvania a favore dei democratici. L'impiegato ha ammesso agli investigatori che il primo affidavit, la dichiarazione giurata con la quale ha denunciato che i suoi superiori avevano ordinato di retrodatare i voti arrivati per posta, gli è stata scritta da Project Veritas. Si tratta di un gruppo repubblicano molto vicino al presidente uscente Donald Trump che non si è fermato alla redazione della dichiarazione giurata. Nei giorni successivi ha fornito anche una cimice a Hopkins con la quale è stato registrato il contenuto dell'interrogatorio reso agli uomini dell'Ufficio del Servizio postale e dell'ispettore generale degli Stati Uniti, i primi competenti a indagare sulle sue accuse.

L'interrogatorio 

Proprio questo interrogatorio è stato al centro di un caso visto che in un primo momento venne diffusa la notizia secondo cui Hopkins aveva ritrattato. A farlo fu il Washington Post citando tre fonti investigative. All'uscita dell'articolo però Hopkins girò un video pubblicato su Youtube in cui diceva di non aver mai negato ciò che aveva detto. Il gruppo Project Veritas, inoltre, pubblicò la registrazione secondo cui erano stati violati i diritti della persona interrogata perché non era presente il suo legale e questo l'aveva indotto a firmare una nuova dichiarazione giurata che smentiva quella precedente. Il video di Hopkins che negava di aver ritrattato ottenne anche l'apprezzamento del presidente uscente Trump che definì Hopkins un coraggioso patriota. A distanza di poche ore le carte in tavola vengono ancora cambiate grazie alle dichiarazioni del Washington Post e soprattutto alla semplice analisi del contenuto del video.

La registrazione 

Per prima cosa si sente chiaramente nella registrazione che non c'è stata alcuna costrizione e che a inizio interrogatorio viene fatta firmare una dichiarazione con la quale Hopkins è cosciente del fatto che si tratta di dichiarazioni volontarie e che in qualsiasi momento avrebbe potuto interromperlo o non rispondere alle domande degli ispettori. Per quanto riguarda poi ciò che Hopkins ha sostenuto durante questo colloquio, non regge ciò che ha dichiarato nel suo video di Youtube. Hopkins ha effettivamente detto di non poter confermare ciò che aveva messo nero su bianco nel primo affidavit. A precisa domanda sulla manomissione del voto, Hopkins ha spiegato che a quel punto non poteva confermarlo e che in realtà ciò che aveva dichiarato era il risultato di frasi estemporanee ascoltate per caso. Inoltre Hopkins ha spiegato che il primo affidavit era stato redatto da Project Veritas e che in realtà lui non aveva capito nemmeno pienamente cosa avevano scritto all'interno della dichiarazione perché era troppo scioccato. Alla luce di queste nuove rivelazioni anche un portavoce di Project Veritas ha dovuto ammettere che era stata l'organizzazione a redarre la dichiarazione giurata ma che comunque si era basata sulle parole di Hopkins.

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