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Mercoledì, 24 Aprile 2024
I dati e la guida

Perché i ricoveri covid dei bambini stanno aumentando (e cosa fare)

Sono stati 400 in una settimana nella fascia 5-11 anni. L'analisi dei numeri, i sintomi più comuni con la variante Omicron e un vademecum dei pediatri

Sono stati 400, la scorsa settimana, i ricoveri per covid di bambini tra i 5 e gli 11 anni. I numeri sono più che triplicati rispetto ai sette giorni precedenti, secondo un'elaborazione della Società italiana di pediatria (Sip), basata sui dati dell'Istituto superiore di sanità (Iss) e diffusa il 24 gennaio scorso. La scorsa settimana, spiega la Sip, nei bambini tra 5 e 11 anni "per i quali è disponibile un vaccino sicuro ed efficace, sono state registrate circa 400 ospedalizzazioni sulle 834 complessive che hanno riguardato la popolazione 0-19 anni".

L'appello dei pediatri sui vaccini ai bimbi

Nel complesso sono state oltre 294mila le nuove infezioni nella fascia di età 0-19 anni, con 834 ospedalizzazioni, 13 ricoveri in terapia intensiva e un decesso. Cosa sta succedendo? Non è il caso di fare allarmismi, ma i numeri parlano chiaro. Annamaria Staiano, presidente della Società italiana di pediatria, storica e autorevole società scientifica che associa 11mila pediatri italiani del mondo ospedaliero, universitario e del territorio, ha spiegato che "la crescita del tasso di incidenza sta rallentando in tutte le fasce di età, tranne che nei bambini sotto gli 11 anni, per i quali risulta in aumento".

Proprio per questo, i pediatri esortano "i genitori dei più di 2 milioni e mezzo di bambini che non hanno ancora ricevuto alcuna protezione ad iniziare al più presto il ciclo vaccinale per i loro figli". Diamo un'occhiata ai dati. Secondo i numeri forniti dal governo e aggiornati alle 6:56 del 27 gennaio, il 29,86% della popolazione fra i 5 e gli 11 anni ha ricevuto la prima dose di vaccino anti covid, mentre il 9,88% anche la seconda. Nella fascia 12-19 anni, all'80,55% è stata somministrata la prima dose di vaccino, al 77,74% anche la seconda e al 20,58% la dose addizionale/booster.

vaccino bambini report governo-2

Il report dell'Iss sui casi covid nei bambini

Nell'ultimo report esteso sull'andamento dell'epidemia, l'Iss sottolinea la crescita della percentuale dei casi segnalati nella popolazione di età scolare (24% contro il 20% rilevato nella settimana precedente), verosimilmente legata alla riapertura delle scuole e alla maggiore attività di screening effettuata all'interno delle strutture scolastiche. Nell'ultima settimana presa in considerazione dal report, "il 13% dei casi in età scolare è stato diagnosticato nei bambini sotto i 5 anni, il 38% nella fascia d'età 5-11 anni, il 48% nella fascia 12-19 anni".

casi covid bambini iss-2

Come confermato dalla Sip, anche il report dell'Iss osserva che "rallenta la crescita del tasso di incidenza nelle fasce 12-15 e 16-19 anni, mentre risultano in aumento i casi diagnosticati per centomila abitanti nella fascia 5-11 anni e nei bambini sotto i 5 anni". Dall'inizio dell'epidemia al 12 gennaio, segnala l'Istituto superiore di sanità nel report aggiornato al 19 gennaio, sono stati diagnosticati e riportati al sistema di sorveglianza integrata covid 1.698.273 di casi nella popolazione 0-19 anni, di cui 11.573 ospedalizzazioni, 291 ricoveri in terapia intensiva e 38 deceduti.

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I sintomi più comuni e il vademecum dei pediatri

È chiaro che stiamo vivendo una nuova fase dell'epidemia. Con la sua elevata contagiosità, la variante Omicron ha portato a un aumento dei casi da coronavirus tra i bambini, causando un'inevitabile preoccupazione soprattutto tra i genitori. Parlando dei sintomi più comuni della variante Omicron nei bambini, la dottoressa Annamaria Staiano della Sip ha detto che "vengono coinvolte soprattutto le vie respiratorie alte, quindi a livello laringeo. I bambini si presentano soprattutto con naso che cola, laringite, mal di gola e febbricola. Talvolta questi sintomi sono seguiti da febbre e tosse importante".

Si possono registrare anche perdita di gusto e olfatto, brividi, dolori muscolari, sintomi gastrointestinali, stanchezza e mal di testa. Sebbene i sintomi sembrano essere generalmente lievi, "non possiamo accettare l'affermazione che il covid non sia caratterizzato da manifestazioni cliniche severe in età pediatrica", ha aggiunto la professoressa Staiano. "La malattia può essere seguita da complicanze quali la Mis-C, o sindrome infiammatoria multi sistemica e il long covid", ha spiegato.

Ma la variante Omicron è più aggressiva nei confronti dei bambini? Sembra di no. "Si trasmette molto più facilmente e dunque si diffonde, in particolare, tra coloro che non sono vaccinati, quindi nella fascia di popolazione pediatrica. E aumentando il numero di bambini infetti, aumenta anche la quota di quelli che finiscono in terapia intensiva", ha detto Guido Castelli Gattinara della Sip. Ecco perché è fondamentale vaccinare i bambini sopra i 5 anni, età a partire dalla quale sono disponibili i sieri anti Covid-19. "Pur avendo manifestazioni cliniche meno gravi di adulti e anziani, anche in questa fascia d’età ci sono bambini che sono stati ospedalizzati", ha aggiunto Castelli Gattinara.

Per poter dare quanti più chiarimenti possibili sulla vaccinazione dei più piccoli, sul portale web della Società italiana di pediatria (Sip) è stata pubblicata una guida che illustra i diversi scenari a cui le famiglie potrebbero andare incontro, dai tempi standard delle inoculazioni, fino ai cambiamenti che intercorrono se durante il ciclo vaccinale il bambino dovesse contrarre il virus. Ecco il vademecum dei pediatri.

  • La prima situazione è quella classica, relativa allo schema vaccinale completo: tra la prima e la seconda dose devono passare 21 o 28 giorni, a seconda che ci si vaccini con Pfizer o Moderna. La dose di richiamo (booster) può essere fatta dopo 4 mesi, ma solo per gli over 12, perché sotto questa età, al momento, non è previsto richiamo;
  • Il secondo scenario è quello di un bambino che viene vaccinato dopo aver avuto il covid: in questo caso, la prima dose va fatta dopo il terzo mese e non oltre il dodicesimo; se, però, sono trascorsi più di 12 mesi dall'infezione, si segue lo schema vaccinale classico, con una prima dose e una seconda a distanza di 21 o 28 giorni. In entrambi i casi il richiamo, per over 12, è dopo 4 mesi;
  • Il terzo scenario riguarda il bambino che contrae l'infezione dopo aver effettuato la prima dose e vede due possibilità: se risulta positivo entro il tredicesimo giorno dalla prima inoculazione, allora la seconda dose viene fatta dopo 3-6 mesi dall'infezione e la dose di richiamo a 4 mesi per gli over 12. Se invece risulta positivo al virus dopo 14 giorni dalla prima dose, non deve fare la seconda, ma solo il richiamo a 4 mesi per gli over 12. In pratica, per un under 12 che ha avuto una dose di vaccino e poi è risultato positivo dopo il quattordicesimo giorno dall'inoculazione, non serve seconda dose, né richiamo;
  • L'ultimo scenario è quello in cui si contrae il virus dopo aver fatto entrambe le dosi ma prima del richiamo (over 12). In questo caso il booster, sempre per quanto riguarda i soggetti di età superiore ai 12 anni, viene fatto dopo 4 mesi.

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