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Mercoledì, 24 Aprile 2024
L'attracco nel porto

Il rigassificatore Golar Tundra è a Piombino: sarà cruciale per sostituire il gas russo

Dopo quasi tre settimane di navigazione la nave è giunta a destinazione. Il governatore Eugenio Giani: "Adesso avanti con le compensazioni per il territorio"

Il rigassificatore di Piombino è pronto: ora manca solo il gas

Il rigassificatore Golar Tundra di Snam è arrivato a Piombino. Poco prima delle 18.30 di domenica 19 marzo la nave è apparsa all’orizzonte, per poi fermarsi in rada e attendere intorno alle 23 le condizioni ideali per effettuare l'attracco. Una volta uscito l'ultimo traghetto per l'Elba, con l'aiuto dei rimorchiatori i piloti hanno condotto l'imbarcazione alla banchina stabilita, quella est della darsena nord. E così, dopo quasi tre settimane di navigazione la Golar Tundra è giunta a destinazione. Portandosi dietro una lunga scia di polemiche tra cortei di protesta, manifestazioni a livello locale e nazionale e dibattiti finanche in parlamento.

"L’Italia deve dire grazie a Piombino e alla Toscana" ha fatto sapere il governatore della Toscana Eugenio Giani che nella notte ha seguito le operazioni di attracco. "Dobbiamo renderci autosufficienti dalla Russia per il gas e questa opera contribuirà in modo determinante con 5 miliardi di metri cubi di gas all'anno. Questo significherà abbattere costi del gas, bollette minori per i cittadini e le imprese. Il tutto in completa sicurezza. Adesso avanti con le compensazioni per il territorio". 

La Golar Tundra rimarrà a Piombino per 3 anni, stando a quanto dichiarato nelle ultime settimane, ed entrerà nella sua fase operativa da maggio prossimo. Giocando quindi un ruolo fondamentale per quanto riguarda l’approvvigionamento energetico del paese. Una nave, quella di Snam, partita da Singapore giorni fa, al termine di alcune settimane di accertamenti tecnici. Si tratta di un impianto galleggiante che ha capacità di stoccaggio di circa 170.000 metri cubi di gas naturale liquefatto e di rigassificazione continua di 5 miliardi di metri cubi all’anno. Può contribuire, stando ai dati comunicati, a circa il 6,5% del fabbisogno nazionale. 

Come funziona un rigassificatore

I rigassificatori trasformano il gas naturale liquefatto (Gnl), riportandolo allo stato gassoso. Una volta estratto, il gas naturale può essere infatti liquefatto tramite un processo di raffreddamento a -160 gradi centigradi, che lo riduce notevolmente di volume. Il gas trasformato allo stato liquido può essere stoccato e trasportato più facilmente, anche via mare, grazie ad apposite navi metaniere.

In questo modo il Gnl può esse trasportato per migliaia di chilometri, senza avere bisogno di gasdotti, fino ai rigassificatori. Una volta arrivato a destinazione, il gas naturale liquefatto è scaricato nell'impianto di rigassifcazione per essere riportato allo stato gassoso ed essere immesso così nella rete nazionale. 

I rigassificatori possono essere sotto forma di impianti a terra in grado di "accogliere" le navi metaniere che trasportano il Gnl, o galleggianti, come navi rigassificatrici, che possono essere collocate nelle banchine dei porti o al largo della costa. Gli impianti di rigassifcazione galleggianti vengono anche chiamati Fsru, Floating Storage and Regasification Units.

"Dovremmo evacuare Piombino": il rigassificatore può salvare l'Italia ma è una bomba ambientale

I rigassificatori di Ravenna e Piombino

Per fare a meno del gas russo, il governo ha deciso di potenziare la capacità di rigassificazione italiana aggiungendo altri due impianti ai tre già esistenti. I punti individuati sono Ravenna e Piombino. 

Per il sito di Ravenna Snam ha acquistato la nave di stoccaggio e rigassificazione BW Singapore, che ha una capacità rigassificazione di circa 5 miliardi di metri cubi. I due impianti di rigassificazione di Ravenna e Piombino forniranno ognuno circa 5 miliardi di metri cubi di gas l'anno, in tutto quindi 10: se consideriamo che nel 2022 il fabbisogno annuale di gas dell'Italia è stato di 68,6 miliardi di metri cubi, i due impianti di rigassifficazione da soli peserebbero per il 14,6 per cento, portando la quota totale del Gnl a oltre il 35 per cento delle importazioni. Per sostituire del tutto le forniture di gas dalla Russia nel 2023, il contributo del Gnl, e dei rigassificatori, sarà vitale.

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