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Martedì, 16 Aprile 2024

Alberto Berlini

Giornalista

La necessaria porcata del rigassificatore

Non volete le bollette energetiche a tre cifre? Allora beccatevi il rigassificatore. Quando ancora la campagna elettorale non era iniziata c'era un tema molto sentito soprattutto in Toscana, o meglio, soprattutto sulla costa della Maremma dove in diverse manifestazioni di piazza gli abitanti di Piombino erano scesi in strada per protestare contro l'annunciato arrivo in porto di una nave rigassificatrice. Un "catafalco" per dirla alla toscana che consentirà alle navi metaniere di scaricare il loro prezioso carico di Gnl nella rete italiana e sopperire così alle mancanze degli approvvigionamenti in arrivo da Mosca. 

Un provvedimento d'urgenza preso dal governo sull'ondata dei rincari delle bollette energetiche. Tanto che tutti i partiti non avevano contrastato la decisione, almeno a livello nazionale. Salvo sui territori constatare il no di sindaci e amministratori locali. La giravolta del governatore toscano Eugenio Giani (prima contrario poi favorevole) è fulgido esempio dell'eterno paradosso dei Nimby. Le proteste dei membri di una comunità locale contro la realizzazione di opere pubbliche con impatto rilevante in un territorio che viene da loro avvertito come vicino sono una costante, nel nostro paese come all'estero. Si pensi solo all'annosa vicenda della Tav che ha scatenato le proteste in Val Susa, o ai No Tap che hanno cercato di ostacolare l'approdo del gasdotto in Puglia. Proprio quest'ultimo sta consentendo all'Italia di riempire le proprie riserve di gas in vista dell'inverno. Potremmo continuare ma finiremo fuori strada. Per questo torniamo a Piombino. 

"Dovremmo evacuare Piombino": il rigassificatore può salvare l'Italia ma è una bomba ambientale

Quando abbiamo realizzato una inchiesta sull'arrivo della nave rigassificatrice coltivavamo l'idea che fosse un sacrificio necessario. E tutt'ora ci troviamo davanti a poche, o meglio nessuna alternativa. Tuttavia attraversando una città desertificata dopo la chiusura dell'impianto siderurgico che ancora aspetta di essere bonificato, non possiamo non dare parola a chi gli effetti di quella nave li subirà in prima persona. Era davvero necessario bypassare la valutazione di impatto ambientale? Quali saranno gli effetti per i pescatori locali visto lo sversamento di circa 50 chili di cloro ogni giorno? La sicurezza degli abitanti che vivono nelle case a meno di quattro chilometri dal porto è garantita? 

Non vorremo che con l'emergenza diventi prassi l'evitare di rispondere alle domande di chi chiede di essere tutelato. Anche perché Piombino non sarà l'unica città a ospitare un rigassificatore galleggiante. Anche a Ravenna dovrebbe arrivare una nave noleggiata da Snam per garantire che l'Italia non faccia la fine della Germania, costretta a tassare i propri cittadini dopo aver completamente sbagliato il proprio piano energetico. Perché parliamoci chiaro: la politica miope che da decenni amministra il quotidiano come se fosse una emergenza si è trovata totalmente impreparata all'arrivo della vera emergenza. E ora chiede sacrifici.

Sacrifici necessari perché senza l'impianto galleggiante di Piombino che dovrebbe entrare in funzione durante la primavera del 2023 verrebbero a mancare circa 2 miliardi e mezzo di metri cubi di gas e l'Italia rischierebbe di dover attuare dei razionamenti di gas per fare fronte alla carenza. La crisi energetica iniziata con la guerra in Ucraina non sarà breve e ci costringe a un ripensamento complessivo del sistema. Occorrerà individuare altre fonti energetiche in un paese storicamente lento nell'installazione di nuovi impianti solari ed eolici. C'è chi spinge a ripensare al nucleare ma i tempi per nuove centrali si contano in decenni, non in mesi. E famiglie e imprese rischiano di pagare un prezzo altissimo come mostrato dalle bollette monstre ricapitate già alle aziende

Cosa fare dunque? Il gas naturale è attualmente la prima fonte di energia in Italia: serve tempo per completare la transizione energetica. Con la Russia non più fornitore affidabile il governo ha cercato di tamponare gli approvvigionamenti e riempire gli stoccaggi per l'inverno. Ma poi? Fino al 2024 la soluzione è stata trovata nelle navi metaniere in arrivo da Africa, Asia e Stati Uniti, e nuovi rigassificatori galleggianti.

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In attesa della transizione energetica il ministero chiederà la riduzione della temperatura pari a 1 grado del riscaldamento residenziale pubblico e privato e la riduzione di un’ora di riscaldamento al giorno.

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Poi arriverà la transizione. Ma intanto avremo bollette più care, e rigassificatori. Una pillola amara per curare i sintomi di una malattia che affligge da anni il nostro paese. La politica ha fallito, senza chiedere scusa. Almeno chiedetelo ai piombinesi. 

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