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Giovedì, 25 Aprile 2024
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La vergognosa storia dei 23mila giovani medici italiani "in ostaggio"

Gli specializzandi che hanno già vinto il concorso sono tutti ancora a casa a causa dei continui rinvii della loro presa di servizio con l'assegnazione della sede. Assurda burocrazia, colpa di alcuni ricorsi: è indispensabile sbloccare la situazione al più presto

Servono più medici negli ospedali italiani: non una sorpresa, nel bel mezzo di una pandemia che ha aumentato a dismisura la pressione sulle strutture sanitarie. Giovani preparati, che hanno studiato per anni, ma che si ritrovano in un limbo. Che cosa sta succedendo? Gli specializzandi che hanno già vinto il loro concorso sono tutti ancora a casa a causa dei continui rinvii della loro presa di servizio. 

Scuole di specializzazione: quei 23mila medici "in ostaggio"

"E' indispensabile sbloccare la situazione e portare immediatamente queste giovani forze in corsia" scrive su Twitter il virologo Roberto Burioni. Non si tratta di una manciata di camici bianchi, ma di un piccolo grande esercito di medici che non vedono l'ora di poter iniziare a dare una mano. "Sono 23mila (ripeto ventitremila) medici che potrebbero entrare domani a dare il loro contributo alla lotta contro COVID-19".

Qualche giovane medico tenta di rivolgersi direttamente a parlamentari e ministri via social network per accelerare l'iter, parlando "di scempio a cui siamo sottoposti da 3 mesi" dopo "l’ennesimo rinvio delle assegnazioni alle sedi". Può la burocrazia essere così elefantiaca? In Italia sì, senz'altro, ma forse è il caso di mettere il tema con più forza al centro del dibattito pubblico e politico.

Il ministro della Salute Roberto Speranza due giorni fa diceva: "Si stima un fabbisogno di circa 20mila persone per eseguire le vaccinazioni. Anche migliaia di giovani iscritti a primi anni delle scuole di specializzazione potranno partecipare alla campagna vaccinale che rappresenterà parte del loro percorso formativo". Già, proprio gli stessi giovani chiamati a ricoprire turni di continuità assistenziale, USCA, progetti di tamponi a tappeto, mandati in pronto soccorso all'indomani della laurea. "Tappabuchi quando fa comodo", scrive su Twitter una giovane dottoressa comprensibilmente indignata.

La realtà è che all'estero stanno già formando anche gli studenti di medicina per aiutare nei reparti. In Italia non riusciamo nemmeno a far partire il primo anno delle scuole di specialità in tempo: il che si è già tradotto in almeno due mesi di ritardo nella formazione per i nuovi specializzandi, che hanno sostenuto il concorso ormai oltre due mesi fa, a settembre. Professionisti della salute bloccati dall’inefficienza di un sistema.

Scuole di specializzazione: l'ennesimo rinvio delle assegnazioni

Il Consiglio di Stato, dopo il ricorso di alcuni candidati al concorso nazionale per l’accesso dei medici alle scuole di specializzazione di area sanitaria per l’anno 2019-2020, ha imposto il rinvio della procedura in corso. Quindi la fase delle assegnazioni dei candidati alle scuole che, in base al cronoprogramma era prevista per ieri, nonchè le successive fasi della procedura, sono congelate.

E' di ieri giovedì 3 dicembre la nota sul sito del Miur che dà notizia del nuovo rinvio: "Si informano i candidati al concorso di ammissione dei medici alle scuole di specializzazione di area sanitaria per l’a.a. 2019/2020 che il Consiglio di Stato, con decreto presidenziale n. 6948/2020, pubblicato in data di ieri 2/12/2020, nell’accogliere l’appello cautelare proposto dal MUR avverso i ricorsi di taluni candidati in relazione al quesito n. 87, sospendendo la sentenza impugnata, ha tuttavia espressamente  aggiunto che “le ulteriori operazioni concorsuali (previste dall’adottando cronoprogramma per l’assegnazione delle sedi) andranno svolte successivamente alla decisione cautelare collegiale”, fissando la camera di consiglio per il 15.12.2020".

"Pertanto, in ossequio alla predetta decisione del Giudice Amministrativo, la fase delle assegnazioni dei candidati alle scuole che, in base al cronoprogramma di cui al DDG n. 37 del 30.11.2020 era prevista per l’odierna giornata del 3.12.2020, nonché le successive fasi della procedura, sono da intendersi temporaneamente rinviate di qualche giorno. A seguito della pubblicazione della decisione che il Consiglio di Stato adotterà nell’udienza collegiale fissata per il 15 dicembre p.v.,  sarà reso noto il cronoprogramma aggiornato delle successive fasi della procedura concorsuale. La necessità di intraprendere tale strada non avrà alcun impatto sul percorso formativo degli specializzandi, come già condiviso dal Ministro Manfredi con le Università, essendo volta a tutelare le loro prerogative, ancor di più in questo particolare momento storico".

Non è dato sapere se la situazione si sbloccherà davvero, e quando. La realtà di oggi è la seguente: 23.000 medici, il cui lavoro sarebbe prezioso per il sistema sanitario nazionale allo stremo, non possono far altro che aspettare. E sperare. Rispettare la data di presa di servizio, prevista per il 30 dicembre, appare un'impresa ai limiti dell'impossibile soprattutto, se anche la situazione si dovesse sbloccare, per le difficoltà insormontabili che affronterebbero i futuri specializzandi che nel giro di pochi giorni dovrebbero trasferirsi nella sede in cui saranno assegnati. Se ne riparla nel 2021?

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