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Sabato, 20 Aprile 2024
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Vende rose al ristorante, diventa chef. Il titolare: "L'ho assunto per evitargli l'espulsione. Ho scoperto un talento"

Roni, arrivato in Italia dal Bangladesh senza permesso, è stato "salvato" dal proprietario di un ristorante di Arezzo che lo aveva preso in simpatia

Roni Miah ha 23 anni, viene dal Bangladesh e dal 2012 è in Italia. Quando è arrivato qui era ancora minorenne e come tanti si è messo a fare il venditore ambulante di rose in un ristorante. Lo stesso locale dove un giorno, in un momento di necessità, si è trovato a dover prendere in mano l'intera cucina diventando lo chef del ristorante L'Antica Fonte di Luca Fabianelli ad Arezzo. 

"Ci sono tanti ragazzi che propongono fiori ai tavoli dei nostri clienti, qualcuno è più insistente, qualcuno meno - racconta Luca Fabianelli ad ArezzoNotizie - Roni non lo era per niente". Timidezza esagerata e zero rose vendute. "Tanto che alla fine delle serate gli offrivo volentieri qualcosa da mangiare. Era un ragazzino e come ambulante non era granché".

"Mentre mangiava mi raccontava della sua vita: i familiari lasciati in Bangladesh e i problemi con il permesso di soggiorno - continua il titolare del ristorante -, rischiava di essere espulso. E così ho pensato di assumerlo". Da quel momento quel ragazzo silenzioso diventa il factotum del locale.

Vendeva rose al ristorante, assunto come factotum e chef: la storia di Roni

Risolti i problemi burocratici, "per un paio di anni ha aiutato in sala e in cucina, ha lavato i piatti, osservando il lavoro altrui, riuscendo a rendersi sempre utile", continua Luca.

"Io guardavo quello che facevano gli altri e cercavo di capire: ho imparato da Donatella, la cuoca procedente, che mi ha insegnato tantissimo. E poi dagli altri due cuochi che sono venuti dopo di lei", racconta Roni. Ma nessuno, da Luca - il titolare - a Leda - responsabile di sala -, si sarebbe aspettato l'exploit tra i fornelli del ragazzo. "Dopo la partenza di Donatella - continua Luca - non avevamo trovato un punto di riferimento stabile in cucina. Si sono alternati altri due cuochi, andati poi via. Per circa venti giorni siamo rimasti senza la figura chiave del ristorante: eravamo in difficoltà. E invece Roni ha detto: 'Ci penso io!'. E ha lasciato tutti a bocca aperta: riusciva a replicare alla perfezione tutti i piatti del menù".

Il servizio di Mattia Cialini e Claudia Failli su ArezzoNotizie

La "scoperta" di Roni

"E' sbalorditivo - racconta Antonella, l'attuale chef - come Roni riesca a cucinare il peposo, o altri piatti della tradizione aretina. Ed è stupefacente la sua organizzazione, la velocità di esecuzione, oltre all'abilità nel realizzare i piatti". Quando è capitato che Antonella dovesse assentarsi per qualche giorno, Roni è stato in grado di prendere in mano la cucina e mandare avanti il locale, che in un fine settimana riesce a fare anche 700 coperti. 

"Ma sono io che devo ringraziare Luca, Antonella e tutti quelli che lavorano al ristorante. Che cosa voglio fare da grande? Non lo so, magari continuerò davvero per questa strada. Ma ci sono tante possibilità". "Ha grande stoffa", lo incoraggia Antonella "è pronto per un'esperienza in un ristorante stellato". E intanto Luca se lo tiene stretto: "Ha una volontà incredibile, è umile e un grande lavoratore". "Grazie - si schermisce Roni - ma i miei familiari, in Bangladesh, nemmeno ci credono che sono in grado di fare il cuoco". Non resta che un'ultima curiosità: cosa si prepara a casa Roni quando è solo a casa? "Ah, no - sorride - basta cucinare. A casa ordino la pizza".
 

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