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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Rosario Livatino sarà beato: il Papa riconosce il martirio del “giudice ragazzino” ucciso dalla mafia

Il magistrato fu assassinato ad Agrigento il 21 settembre 1990 a soli 37 anni

Sarà beato Rosario Livatino, il 'giudice ragazzino' assassinato dalla mafia il 21 settembre 1990. Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il decreto che ne riconosce il martirio “in odium fidei” (‘in odio alla fede’, in latino).

Si tratta del primo magistrato beato nella storia della Chiesa. Nel tempo, sono stati raccolti documenti e testimonianze per circa quattromila pagine per sostenere il processo di canonizzazione del giudice Livatino. Tra i testimoni, c’è anche uno dei killer di Livatino, Gaetano Puzzangaro, che sconta l’ergastolo. ‘Sub tutela Dei’ (sotto la tutela di Dio) era il motto di Livatino, la sigla con cui chiudeva le annotazioni in agenda.

Rosario Livatino beato, la cerimonia il prossimo anno ad Agrigento

Livatino fu ucciso il 21 settembre 1990 mentre stava percorrendo la statale 640 da Canicattì, dove viveva e dove era nato nel 1952, per recarsi al Tribunale di Agrigento. La cerimonia di beatificazione si terrà il prossimo anno proprio ad Agrigento. La postulazione della causa di canonizzazione è venne condotta da don Giuseppe Livatino, cugino del magistrato ucciso. A proporre la beatificazione di Livatino fu monsignor Carmelo Ferraro ma fu poi il cardinale Francesco Montenegro ad avviare nel 2011 il processo di beatificazione che concluse la propria fase di raccolta di atti diocesana nel 2017. Lo scorso dieci dicembre Bergoglio ha ricevuto Montenegro, monsignor Vincenzo Bertolone  - postulatore generale della causa - e monsignor Alessandro Damiano, arcivescovo coadiutore di Agrigento.

Livatino è considerato “Servo di Dio”, un titolo che la Chiesa Cattolica assegna dopo la morte a persona che si sono distinte per “santità di vita” e per la quali è stato avviato il processo canonico di beatificazione. Papa Giovanni Paolo II lo definì “martire della giustizia ed indirettamente della Fede”. 

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La lapide del giudice Rosario Livatino, Palermo, 19 Novembre 2020. ANSA/US/GDF

L’annuncio della beatificazione di Livatino è stato dato in diretta su Facebook dal cardinale Montenegro, leggendo la comunicazione proveniente dal Vaticano. Nel testo si parla di una "intensa vita di fede" vissuta con impegno e fede, "testimoniata coraggiosamente fino al martirio". Un impegno manifestato "nell'esercizio della professione così come nella vita personale".

Livatino, dice il testo, è stato un "autentico profeta della giustizia e credibile testimone della fede in un momento storico e sociale tristemente segnati da una realtà disumana e disumanizzante". Livatino, dice ancora, era una "persolità libera dai compromessi e caratterizzata da altissima responsabilità morale", impegnata nel restituire "dignità a un territorio ferito". "La nostra - ha detto Montenegro - non è solo terra solo di mafia, ma anche di figure straordinarie che in silenzio vivono la loro parte e scrivono la loro storia. Dobbiamo essere orgogliosi - ha continuato - perché il nostro Rosario è beato e adesso appartiene a tutta la chiesa, e la chiesa è il mondo".

Livatino beato, la famiglia: "Momento tanto atteso"

"Oggi sono particolarmente commosso, sto pensando in questo momento a mio zio e mia zia, i genitori di Rosario che hanno atteso questo momento per tanti, tantissimi anni. Penso che in questo momento staranno gioendo insieme in paradiso”, ha detto all'Adnkronos Salvatore Insenga, cugino del giudice Rosario Livatino, unico parente in vita del magistrato. Ma il pensiero di Insegna va anche "a tutte le vittime di mafia". "Spesso faccio iniziative con Libera, sono con loro ogni 21 marzo e so quante tragedie ha fatto la mafia - ha aggiunto il cugino del giudice assassinato - Rosario oltre a essere un martire è anche soprattutto una vittima della mafia e io penso a tutte le vittime della mafia".

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